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Marine Le Pen

La spallata giudiziaria

Marine Le Pen estromessa dalla corsa all’Eliseo, FdI: “Sconfitta dello Stato di diritto”. Bardella invita a una mobilitazione

Politica - di Adriana De Conto - 31 Marzo 2025 alle 18:56

Marine Le Pen ha lasciato il Tribunale di Parigi prima ancora della lettura della sentenza che l’ha condannata alla ineleggibilità per 5 anni con esecuzione immediata dopo essere stata riconosciuta colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici. La condanna è a 4 anni di reclusione, di cui due agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, con una multa di 100.000 euro. Un terremoto giudiziario destinato a cambiare il destino delle presidenziali del 2027 alle quali la leader -già più volte candidata- non potrà partecipare. Estromessa. Il  tribunale di Parigi ha condannato lei e altri otto eurodeputati per appropriazione indebita di fondi pubblici Ue. La notizia piomba come un tornato sulla politica francese e non solo.

Una spallata giudiziaria a Marine Le Pen

Una spallata giudiziaria. Il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il Pnrr, Tommaso Foti è franco quando afferma di non volere “entrare nel merito della sentenza”, perché non la conosce nei dettagli. Ma è altrettanto franco sulla sostanza politica della condanna che fa fuori la Le Pen dalle presidenziali. “Dico soltanto che la ineleggibilità a 5 anni è un modo come un altro per far fuori gli avversari politici”. “Personalmente – ha rincarato il ministro – ho sempre ritenuto che gli avversari politici li si battono nelle urne e non li si escludono prima di aprire le urne”. La sentenza di Parigi suscita “stupore e preoccupazione per un’altra terribile sconfitta dello Stato di diritto in una nazione cardine della Ue come la Francia”. Ad  affermarlo è  il co-presidente dei conservatori al Parlamento europeo, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini. “Il verdetto della giustizia transalpina – affonda- di fatto estromette Marine Le Pen dalla competizione per le elezioni presidenziali francesi che si svolgeranno nel 2027; malgrado (o forse proprio per questo) fosse favorita nei sondaggi”.

Procaccini e Fidanza: “Bayrou fu scagionato dalle medesime accuse”

Ma c’è un altro elemento che sconcerta, fa presente Procaccini: “La cosa scioccante è che per le stesse identiche accuse un anno fa è stato invece scagionato l’attuale primo ministro François Bayrou. Nel suo caso le attività politiche svolte in patria dagli assistenti degli eurodeputati del suo partito furono ritenute legittime”, fa presente l’europarlamentare. Fa presente questa bizzarra concomitanza  anche Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI-Ecr. Che aggiunge: “Una democrazia che squalifica per via giudiziaria gli avversari politici, senza nemmeno attendere l’esito del processo, non è una democrazia. Vergogna”. Era intervenuto in precedenza il viceministro Salvini, collega di Marin Le Pen nel raggruppamento europeo dei Patrioti. Aveva stigmatizzato il “brutto film che stiamo vedendo anche in altri Paesi come la Romania. Non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta amica mia!”. Lo stesso premier francese, Francois Bayrou, è “turbato” dalla condanna a quattro anni di carcere e cinque di ineleggibilità con effetto immediato inflitta all’esponente del Rassemblement National. Lo ha indicato l’entourage del premier all’Afp, precisando tuttavia che il capo del governo non ha intenzione di rilasciare “alcun commento sulla decisione del tribunale”.

Bardella chiama a una mobilitazione pacifica

Si fa strada, pertanto, l’ipotesi che sia il suo “delfino”, Jordan Bardella, a scendere in campo come anti-Macron. Intanto, il presidente del Rassemblement National, ha chiamato a una “mobilitazione popolare e pacifica” dopo la sentenza di condanna che considera “uno scandalo democratico”. “Attraverso la nostra mobilitazione popolare e pacifica, dimostriamo loro che la volontà del popolo è più forte”, ha continuato, pubblicando su X un link a una petizione sul sito web del partito che denuncia “la dittatura dei giudici”. Addirittura Jean-Luc Mélenchon, fondatore di La France insoumise, su X ha scritto che “la decisione di rimuovere un rappresentante eletto dovrebbe spettare al popolo”.

Marine Le Pen ricorrerà in appello. Ma è inutile…

In serata Marine Le Pen ha  attosapere tramite il suo legale di volere ricorrere in appello. E’ un colpo alla democrazia”. Tuttavia, la scelta di ricorrere, spiega Le Monde, non ha alcun effetto sulla sua ineleggibilità immediata. In attesa di una nuova sentenza del tribunale, Marine Le Pen non potrà candidarsi a nessuna elezione per un periodo di cinque anni, nei quali rientrano. appunto,  le elezioni presidenziali del 2027 e le prossime elezioni legislative. Considerando i consueti tempi delle udienze, l’appello potrebbe tenersi non prima di un anno: con altri tre mesi di tempo prima che venga emessa una nuova sentenza, ovvero poco prima delle elezioni presidenziali del 2027. In appello, Marine Le Pen potrebbe sfuggire a un’immediata sentenza di ineleggibilità, che in teoria le consentirebbe di candidarsi alle elezioni. Ma, da un lato, il processo dovrebbe svolgersi entro tempi stretti e, dall’altro, preparare una candidatura in questo contesto appare complicato. Se venisse invece confermata la condanna in appello, Marine Le Pen dovrebbe comunque ricorrere alla Corte di Cassazione, prima che la decisione del tribunale diventi definitiva.

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di Adriana De Conto - 31 Marzo 2025