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La premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo, Roma, 18 marzo 2025.   ANSA / Riccardo Antimiani
La premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo, Roma, 18 marzo 2025. ANSA / Riccardo Antimiani

Il discorso in Senato

Meloni: “Per la Difesa nemmeno un euro tolto ai fondi coesione. Sui dazi evitiamo rappresaglie”

I Video del Secolo - di Luigi Albano - 18 Marzo 2025 alle 16:27

“Come diceva Pericle: ‘La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio’. Metteremo tutto il coraggio che serve, perché ai nostri figli domani non manchino la libertà e la felicità”. Con una citazione solenne Giorgia Meloni, ha concluso le sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo di Bruxelles il 20 e 21 marzo.

È un momento “decisivo per il destino dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente” che richiede consapevolezza del “tempo grave che stiamo attraversando”, che richiede quindi “lealtà e responsabilità”, ha dichiarato la presidente del Consiglio all’aula di Palazzo Madama.

Il testo integrale dell’intervento in Senato

Nel suo intervento, durato oltre 50 minuti, Meloni che ha ribadito la coerenza delle sue azioni, a cominciare dalla guerra in Ucraina.  “Come da tre anni a questa parte, tema centrale del Consiglio europeo in materia geopolitica sarà la guerra di invasione russa all’Ucraina. In questi giorni ho sentito molte ricostruzioni che non ho condiviso e voglio cogliere questa importante occasione per ribadire alcuni punti fermi, e per me centrali”, ha sottolineato Meloni.

“Sull’Ucraina abbiamo scelto dal primo momento da che parte stare”

“La nostra ferma e totale condanna della brutale aggressione all’Ucraina, così come il nostro sostegno al popolo ucraino, non sono mai stati in discussione, fin da quella terribile notte del 24 febbraio 2022 che ha scioccato il mondo”, ha rimarcato la presidente del Consiglio.

Sin dall’invasione russa dell’Ucraina “scegliemmo da che parte stare, con chiarezza, condannando duramente un’aggressione militare che metteva a rischio le fondamenta stesse del diritto internazionale, e dando il massimo sostegno al popolo ucraino, che stava ricordando al mondo come la libertà fosse la cosa più preziosa della quale ogni essere umano dispone, e cosa fosse l’amor di Patria. Lo facemmo senza tentennamenti, perché ci sono momenti nei quali, inevitabilmente, i leader si distinguono dai follower, e chi ha a cuore l’interesse nazionale non lo baratta per una manciata di voti facili”.

No a truppe italiane a Kiev, da Macron e Starmer opzione rischiosa

Meloni in Senato ha anche ribadito che “l’invio di truppe italiane in Ucraina non è mai stato all’ordine del giorno così come riteniamo che l’invio di truppe europee proposto da Francia e Regno Unito sia un’opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace”.

Tutti in piedi dai banchi del governo quando Meloni ha manifestato solidarietà nei confronti del Capo dello Stato, più volte vittima di attacchi da parte della portavoce del ministro degli Esteri russo. Con determinazione “voglio dire che siamo al fianco del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ogni qual volta viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti”, ha detto la premier.

Meloni spiega perché il termine giusto era “Defend Europe”

Quanto al tema della difesa europea, Meloni ha osservato che “rafforzare le nostre capacità di difesa significa occuparsi di molte più cose rispetto al potenziamento degli arsenali”. Occorre quindi un approccio a 360 gradi, perché “senza difesa non c’è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà”.

“È giusto che l’Europa si attrezzi per fare la propria parte, ma è nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che oggi possa fare da sola, senza la Nato, fuori da quella cornice euro-atlantica che per 75 anni ha garantito la sicurezza dell’Europa e che in questi ultimi 3 anni ha consentito all’Ucraina di resistere”, ha detto Meloni.

“Chi ripete ossessivamente che l’Italia dovrebbe scegliere tra Europa e Usa lo fa strumentalmente, per ragioni di polemica domestica o perché non si è accorto che la campagna elettorale americana è finita, dando a Donald Trump – piaccia o no – il mandato di governare e di conseguenza ai partner occidentali di fare i conti con questa America. Chi per ragioni diverse alimenta una narrazione diversa, tentando di scavare un solco tra le due sponde dell’Atlantico, non fa che indebolire l’intero Occidente, a beneficio di ben altri attori”, ha messo in guardia la presidente del Consiglio.

“Quando abbiamo proposto di rinominare il piano utilizzando ad esempio le parole Defend Europe, non abbiamo posto una semplice questione semantica o nominalistica, abbiamo proposto una questione di sostanza, di merito”, ha evidenziato. E gli 800 miliardi indicati per finanziare il piano “non sono né risorse che vengono tolte da altri capitoli di spesa né risorse aggiuntive europee. L’Italia si è opposta con fermezza alla possibilità che una quota dei fondi di coesione venisse automaticamente spostata sulla difesa” ed “è una battaglia che abbiamo vinto. L’Italia non intende distogliere un solo euro dalle risorse della Coesione”.

Meloni: “Sui dazi non è saggio cadere nelle rappresaglie”

Per quanto riguarda i dazi, il quadro internazionale “è complesso e in costante evoluzione, tenuto conto che gli Stati Uniti hanno attivato misure simili anche nei confronti di altre Nazioni, ma io sono convinta che si debba continuare a lavorare, con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno d’intesa e scongiurare una ‘guerra commerciale’ che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa”, ha detto la presidente del Consiglio.

“E credo che non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono”, ha messo in guardia. “Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi”, ha detto la premier.

“Per questo – ha aggiunto – credo che le energie dell’Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buonsenso tra Stati Uniti ed Europa, dettate più dalla logica che dall’istinto, in una ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica”.

“Non è un tempo facile, ma usciremo dalla tempesta”

Sulla questione immigrazione, “non dimentico il nostro impegno sulle soluzione innovative, come tra tutte, in prima battuta, il protocollo Italia-Albania che il Governo è determinato a portare avanti, anche alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee. Penso sia chiaro a tutti che se nella nuova proposta di Regolamento si propone di creare centri per i rimpatrii in Paesi terzi è grazie al coraggio dell’Italia, che anche su questo ha fatto da apripista”, ha sottolineato.

“Non è un tempo facile quello nel quale ci è stato dato il compito di guidare questa Nazione. Il quadro è in continua mutazione, e le nostre certezze continuano a diminuire. Ma c’è una certezza che per me non viene meno. Con una visione chiara, un po’ di coraggio, concentrandosi solo sulle cose davvero importanti, e mantenendo come principale bussola di riferimento il suo interesse nazionale, l’Italia ha tutte le carte in regola per attraversare anche questa tempesta. Personalmente sono, e sarò insieme a tutto il governo, concentrata solo su questo”, ha concluso Meloni citando infine il discorso di Pericle agli ateniesi.

 

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di Luigi Albano - 18 Marzo 2025