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Meloni: “Sconvolta per le reazioni della sinistra su Ventotene”

Bruxelles

Meloni: «Sconvolta dalla reazione della sinistra su Ventotene. Stanno perdendo il senso della misura»

Il premier parla con i giornalisti dei lavori del Consiglio europeo: ci sono «buone notizie». Ma non si sottrae alle domande sl caso del "Manifesto": «Io quella insultata, stanno tirando fuori un'anima illiberale e nostalgica»

Politica - di Luciana Delli Colli - 20 Marzo 2025 alle 21:25

Competitività, automotive e neutralità tecnologica, rimpatri, dazi, difesa, sostegno agli sforzi americani per la pace. Verso la fine della giornata di lavori del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha potuto registrare con soddisfazione l’inserimento nelle conclusioni del vertice di posizioni che ricalcano la proposta italiana su numerosi temi. Ne ha parlato in un punto stampa quando le riunioni, benché ormai fosse sera, erano ancora in corso e dunque su alcuni aspetti, come il Medio Oriente, richiedevano cautela, anche se la bozza «è molto equilibrata». In quella sede il premier ha confermato che andrà alla Casa Bianca, «anche se non so ancora quando». Sono state, però, soprattutto le polemiche sollevate dalla sinistra intorno alla sua lettura in Aula di alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene a tenere banco tra le domande dei cronisti. «Io – ha spiegato il premier – sono rimasta sconvolta dalla reazione che ho visto, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie. Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura, penso che stia uscendo fuori un’anima illiberale e nostalgica».

Meloni: «Sconvolta dalle reazioni sul Manifesto di Ventotene»

«Non ho insultato nessuno, quella che è stata insultata attualmente sono stata io e ampiamente», ha chiarito, sottolineando che «mi pare che ci sia una sinistra che ha difficoltà a confrontarsi con le idee degli altri». «Io non ho difficoltà, ma sono molto convinta delle mie, le rivendico e penso che questa sia la base della democrazia».

Intorno al Manifesto, ha poi spiegato il premier, il tema è politico: «Volevo capire qual è il messaggio che si vuole dare quando si distribuisce quel testo sabato scorso». «Perché io ritengo che l’essenza di alcuni passaggi che ho letto, e cioè che il popolo fondamentalmente non è in grado di autodeterminarsi e che quindi va educato e non ascoltato, sia purtroppo abbastanza strutturata nella sinistra anche di oggi e ne abbiamo avuto moltissimi esempi». «Voglio dire – ha proseguito – io ricordo degli straordinari editoriali di Eugenio Scalfari dove ci spiegava che l’unica forma di democrazia è l’oligarchia. È un concetto che io non condivido».

Un «consenso crescente» intorno all’estensione dell’articolo 5 della Nato a Kiev

Quanto ai temi al centro del Consiglio europeo, Meloni ha spiegato che non solo l’Ue ha confermato il proprio sostegno all’Ucraina, ma anche agli sforzi americani e alla richiesta italiana di una pace «giusta e duratura». Inoltre, ha chiarito il premier «mi pare cresca nel consenso» intorno alla proposta italiana di estendere l’articolo 5 della Nato a Kiev, anche senza il suo ingresso nell’Alleanza. «Sarebbe la soluzione più efficace sul lungo periodo», ha commentato Meloni, sottolineando che servirebbe anche «secondo me, per svelare eventuali bluff da parte russa. Perché, se la Russia non ha in animo di tornare a invadere l’Ucraina, perché dovrebbe opporsi a delle garanzie di sicurezza che sono solamente difensive?».

Bene il rinvio dei dazi

Meloni ha poi salutato con favore la decisione di rinviare l’introduzione di dazi come contromisura alle decisioni degli Usa. «Dobbiamo fare attenzione al tipo di risposta da dare», ha spiegato, facendo riferimento al rischio inflattivo legato a quel tipo di misure. «Trovo che sia stato lucido da parte della presidente della Commissione – ha commentato Meloni – rinviare di qualche giorno, ma più che altro per consentire di fare una valutazione più basata sui dati e con uno studio più efficace di quali sono le conseguenze».

Sulla competitività «si procede nella giusta direzione»

Sulla competitività «si procede nella giusta direzione» e che «ci sono alcune buone notizie», tra le quali il fatto che «la semplificazione finalmente va verso una sua agenda ad hoc con obiettivi ambiziosi» con un «un impegno importante delle istituzioni Ue» rispetto alla richiesta italiana di arrivare a un taglio degli oneri amministrativi e burocratici per tutti almeno del 25% e per le Pmi almeno del 35%, «con un orizzonte temporale che per noi è il 2025».

Nelle conclusioni il riferimento alla proposta italiana di InvestEu per la difesa

L’altra buona notizia, «forse la più buona», è che nella parte sulla competitività «si fa riferimento anche alla proposta italiana legata ad InvestEU per il piano della difesa». «Noi abbiamo chiesto di aggiungere al lavoro che è stato fatto, che però carica tutto l’impegno sulla difesa sul bilancio degli Stati nazionali, un’iniziativa che potesse mettere garanzie europee sugli investimenti privati. Questa iniziativa è attualmente prevista nelle conclusioni del Consiglio. È importante – ha spiegato il premier – perché è quello di cui abbiamo dibattuto in questi giorni e quindi si va verso diciamo un piano più ampio che prevede anche quello che ha proposto l’Italia».

Le «buone notizie» su automotive e migranti

«Buone notizie» sono arrivate anche sull’industria, perché «entrano per la prima volta nelle conclusioni del Consiglio il riferimento alla neutralità tecnologica e alcune risposte molto importanti sul settore dell’automotive» e sul tema migranti rispetto al quale le conclusioni fanno riferimento alla lettera inviata da Ursula von der Leyen in cui si parla del nuovo regolamento sui rimpatri. «È un documento che abbiamo sostenuto e che sosteniamo con forza», ha spiegato Meloni, ricordando che «prevede, tra le altre cose, anche hub nei Paesi terzi per processare le richieste di asilo, quindi qualcosa che segue il lavoro che l’Italia ha avviato con il protocollo Italia-Albania». Inoltre, «c’è la richiesta dell’anticipo della soluzione sul concetto di paese sicuro e c’è anche l’impegno ad anticipare una lista europea dei Paesi sicuri, che chiaramente risolverebbe molte delle questioni che abbiamo discusso in queste settimane». Il tema dei migranti è stato anche al centro di una riunione a margine del Consiglio Ue, co-presieduta da Meloni, e alla quale hanno partecipato i leader di diversi Stati membri.

 

 

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di Luciana Delli Colli - 20 Marzo 2025