
Come in Italia
Migranti, anche Trump assediato dai giudici. “Donald” li sfida e sbatte fuori i clandestini venezuelani (video)
"Questi sono i mostri inviati da Biden il Corrotto e dai Democratici della Sinistra Radicale. Come osano!" tuona il presidente americano
L’America è tornata. E con essa, l’impazienza di Donald Trump per certe situazioni. Il presidente non ha alcuna intenzione di farsi dettare la linea dalle toghe progressiste, le stesse che anche l’esecutivo italiano conosce fin troppo bene. Così, un aereo carico di 238 membri della gang venezuelana Tren de Aragua è atterrato in El Salvador, nonostante un’ingiunzione che avrebbe dovuto fermare l’espulsione.
Trump accusa Biden “Il Corrotto” di aver fatto entrare i clandestini
Il tycoon ha risposto a muso duro: «Questi sono i mostri inviati nel nostro Paese da Joe Biden il Corrotto e dai Democratici della Sinistra Radicale. Come osano! Grazie a El Salvador e, in particolare, al Presidente Bukele per la comprensione di questa situazione orribile, che è stata permessa negli Stati Uniti a causa della leadership incompetente dei Democratici. Non dimenticheremo!». Il post su Truth è diventato virale nel giro di poco, accompagnato dal video dei clandestini scortati dalle forze speciali salvadoregne all’uscita dall’aereo.
La Casa Bianca: “Nessuna violazione”
Mentre la sinistra si strappa le vesti parlando di violazione della Costituzione, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha chiuso ogni spiraglio di trattativa: «La decisione di un singolo giudice in una singola città non può determinare il movimento di un aereo pieno di terroristi stranieri che sono stati fisicamente espulsi dal suolo statunitense». Un tribunale federale «non ha alcuna base legale», come riporta Leavitt, per bloccare il modo in cui il presidente americano gestisce gli affari esteri.
Di fronte all’argomento più ovvio – l’ingiunzione era stata registrata alle 19.25, mentre l’aereo era già in volo – i democratici hanno provato a giocarsi la carta dell’illegalità, ma senza successo. La risposta dell’Amministrazione è stata: «Erano già stati rimossi dal suolo statunitense. Nessuna violazione».
Un giudice, un partito, un’invasione: Trump li ignora
Il giudice James Boasberg, che ha emesso l’ingiunzione, è uno di quelli che non ha mai nascosto la sua antipatia per Trump. Nominato da Obama e legato a doppio filo con l’establishment democratico — una cosa che ricorda molto le cosiddette “toghe rosse” in Italia—, Boasberg ha deciso che il presidente non poteva invocare l’Alien Enemies Act, una legge del 1798 che consente di rimuovere i cittadini di paesi ostili in caso di guerra. Ma Trump ha ribaltato il tavolo: «Questa è guerra. Sotto molti aspetti è più pericolosa di una guerra, perché, sapete, in guerra le persone hanno uniformi. Qui non sappiamo chi ci troviamo davanti».
Difficile contestare un dato di fatto: il Tren de Aragua non è un’invenzione trumpiana, ma una gang tristemente nota per rapimenti, estorsioni e omicidi su commissione. Eppure, per la magistratura liberal, questi criminali avrebbero dovuto restare nel suolo americano, con ogni garanzia del caso. Proprio come accade ancora in Italia…
L’America espelle, l’Italia invece è costretta pure a pagare
Se negli Stati Uniti infatti il presidente può permettersi di sfidare apertamente la magistratura per espellere gli extracomunitari, lo stesso non succede in Italia: qui i giudici bloccano i rimpatri e condannano lo Stato a risarcire i migranti. 1.600 euro a testa, una cifra che molti italiani non vedono nemmeno a fine mese. È la somma che il governo Meloni dovrà pagare ai clandestini che dovevano essere trasferiti nei centri in Albania, ma che sono stati trattenuti nel Belpaese grazie ai soliti ricorsi e dalla retorica del “velemose bene”.
Il caso italiano: tra tribunali e utopie globaliste
Eppure non parliamo di un caso come questo di Trump, ma di una lotta continua. Il copione è sempre lo stesso: si firma un accordo, i migranti devono partire, ma arriva la magistratura italiana si mette di traverso e blocca tutto. I giudici accolgono il ricorso e il governo viene costretto a rivedere i piani. Nonostante, si ricorda, abbia anche l’appoggio della presidente della Commissione europea Ursula von del Leyen.
Nel frattempo, le città italiane si riempiono di immigrati irregolari che bivaccano, senza prospettive e senza controllo. Lo stesso Tren de Aragua che il presidente Donald ha espulso ha già piantato radici in Europa. In tutto ciò, la sinistra nostrana si indigna per il “muro” americano, ma tace di fronte alle gang che spadroneggiano nei quartieri popolari. E se il presidente salvadoregno Nayib Bukele commenta lo sbarco dei nuovi detenuti al Centro di detenzione per il terrorismo (Cecot) con un sarcastico «oopsie… troppo tardi». In Italia, c’è solo da sperare di non doverlo dire un giorno per ragioni ben peggiori.