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Albania, Piantedosi replica a Schlein

Piantedosi

Migranti, il governo non molla sull’Albania e rilancia. La sinistra di nuovo in panne

Il ministro dell'Interno: "Le strutture pronte sono polivalenti e prevedono anche l'attivazione dei Cpr". Schlein perde la testa e grida al fallimento: sprecato un milione

Politica - di Sara De Vico - 24 Marzo 2025 alle 20:18

Elly Schlein deve aver letto frettolosamente l’intervista del ministro Matteo Piantedosi  sul dossier migranti a giudicare dalle sguaiate accuse rivolte dalla segretaria dem all’indirizzo del Viminale. In un lungo colloquio con la Stampa il ministro dell’Interno ha illustrato la svolta del governo contenuta nel nuovo decreto Albania, pronto ad arrivare in Consiglio dei ministri in settimana. “I centri albanesi di Gjader e Shengjin potrebbero avere un ruolo per rafforzare il sistema per rimpatriare i migranti irregolari che non hanno diritto a rimanere in Italia”.  Gli “hotspot” saranno trasformati in Cpr (centri di permanenza e rimpatrio) adeguandoli al nuovo sistema dell’Ue per i rimpatri degli irregolari con i return hubs e aggirare la convalida dei giudici per i trattenimenti.

Migranti, Piantedosi: presto un nuovo decreto Albania

Grazie alla veste di Cpr, spiega Piantedosi, “potremo così riportare a casa i soggetti che, altrimenti, finiscono per rendere le nostre città meno sicure. I rimpatri sono un tema che sta affermandosi nel dibattito politico in tutto il mondo, anche oltreoceano. A noi, oramai, lo chiede l’Europa. Finalmente. Dovremmo esserne tutti contenti”. Una mossa che consentirà di aggirare gli ostacoli, per usare un eufemismo, arrivati dalla magistratura all’utilizzo dei centri albanesi. Inutile dire che il Pd si è precipitato a urlare al fallimento, allo spreco di soldi, all’insipienza del governo, rispolverando una narrazione vecchia di mesi, fregandosi le mani per il presunto schianto del piano Albania.

Schlein: è il fallimento, sprecato un miliardo di euro

“Piantedosi recita il de profundis dei due centri in Albania, costati quasi un miliardo di euro agli italiani. Di fatto certifica in maniera definitiva il completo fallimento del modello Albania. E si arrampica sugli specchi, pontificando su riconversioni e riutilizzi. Lui e Giorgia Meloni – tuona Schlein – dovrebbero fare invece solo una cosa. Fermarsi e chiedere scusa per aver sperperato così tante risorse pubbliche in un protocollo disumano, che calpesta i diritti fondamentali e che è fallito prima ancora di cominciare”. Parole in libertà che contraddicono con le indicazioni del Viminale e tradiscono il nervosismo delle sinistre, sconfitte dalla linea europea che accoglie il modello italiano per combattere e gestire l’immigrazione irregolare.

La replica del Viminale: nessuna riconversione, il Cpr in Albania già esiste

È lo stesso ministro Piantedosi a replicare, in occasione di un evento a Venezia, spiegando che non esiste alcun passo indietro. “Le strutture costruite in Albania sono strutture polivalenti che non mutano e prevedono anche l’attivazione dei Cpr”. Nessuna riconversione dunque, ma qualcosa che era già previsto sin dall’inizio. A domanda precisa dei cronisti il ministro chiarisce: “Come ho precisato c’è già un Cpr all’interno del centro in Albania, si tratta solo di attivare, nei tempi più stretti possibili, quella struttura”. Il senatore leghista Claudio Borghi è ancora più esplicito e zittisce la segretaria dem (e le seconde file, primo fra tutti il soldato Alessandro Zan).  “Schlein non sa di cosa parla. Nei centri in Albania c’è già un Cpr che è destinato a chi lì arriva ma non ha il diritto a veder riconosciuto un permesso di soggiorno in Italia. Il governo sta riflettendo sull’opportunità di utilizzare i centri anche per chi è in Italia. Dunque nessun fallimento, nessun passo indietro, nessuna spesa da un miliardo sprecata”.

Bruxelles si allinea alla politica italiana e le sinistre impazziscono

Altro che de profundis, la verità che scotta alle sinistre, è che sulle politiche migratorie – come sottolinea il Viminale – c’è ormai un allineamento a livello europeo alle posizioni del governo italiano. Una strategia di rafforzamento dei canali di ingresso regolari e di rafforzamento del sistema di rimpatrio. “Anche l’Europa – sottolinea Piantedosi – certifica, nei suoi documenti programmatici, centri come quelli in Albania. Ricordo che l’Italia dovrà farsi trovare pronta, a giugno 2026, con 8000 posti a disposizione come Paese di prima frontiera”. Nessuna certezza sulla tempistica del nuovo decreto Albania. “Non gestisco io l’agenda del Consiglio dei Ministri, quindi non so rispondere”. Nessun accelerazione e nessun passo indietro. Soltanto la volontà “di andare avanti”.

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di Sara De Vico - 24 Marzo 2025