
Sicurezza stradale
Morti in strada, incontro alla Camera con gli studenti. Rampelli: “Stragi quotidiane, al lavoro per difendere la vita”
Prosegue la campagna promossa dal vicepresidente della Camera. All'iniziativa presenti anche i ministri Crosetto e Nordio. "Buoni i risultati con l'ingresso del nuovo codice della strada. Ma serve un impegno corale"
La sicurezza stradale torna a Montecitorio, sul tavolo dell’ormai tradizionale appuntamento promosso dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli per sensibilizzare i più giovani e combattere il fenomeno delle morti stradali. All’incontro ‘Strade Sicure, infrastrutture, tecnologie, educazione per una mobilità sostenibile’, davanti a una platea di circa 300 studenti del quarto e quinto anno delle scuole superiori, anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio (da remoto), il ministro della Difesa Guido Crosetto e l’azzurro Giorgio Mulè.
Sicurezza stradale, Rampelli: dobbiamo lavorare incessantemente per la vita
“L’incontro di oggi – dice Rampelli aprendo i lavori – fa parte di un percorso di impegno che abbiamo preso a Montecitorio da due anni. Di particolare importanza è la possibilità di farlo davanti a così tanti ragazzi liceali, visto che questi eventi sono organizzati di concerto con gli istituti superiori”. Il vicepresidente della Camera ha ricordato che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nella fascia d’età 5-29 anni, “un dato cui non è concepibile abituarsi”.
Manutenzione, educazione e regole per evitare stragi quotidiane
Costi umani e costi economici. “L’incidentalità stradale nel solo 2022 in Italia, ha comportato spese per circa 22 miliardi di euro. Di cui 18 per incidenti stradali con lesioni a persone: quasi la stessa cifra impegnata per la nostra legge di bilancio. Ma il vero costo è umano: 3039 morti e 224 mila feriti nel 2023, una tragedia con cadenza quotidiana”, ha detto Rampelli impegnandosi a coinvolgere tutte le componenti della società. Ognuno con le sue responsabilità (inclusi i gestori delle strade) per lavorare incessantemente “per la vita”. A cominciare dalla manutenzione, primo passo per salvaguardare le vite umane. “Penso alle campagne di sensibilizzazione, alla responsabilità personale nell’applicazione di una guida rispettosa delle regole e della salute propria e degli altri. Da parte della politica, la presa di coscienza delle nostre responsabilità come normatori è forte. Penso alla pianificazione urbana, a tutte le scelte economiche e sociali che hanno un impatto diretto sulla sicurezza stradale”.
Crosetto: si muore più in strada che nelle missioni internazionali
Il ministro Crosetto ha invitato a norme più severe. “Muoiono molti più ragazzi in incidenti di strada rispetto a quanti soldati italiani siano morti nelle missioni internazionali. È una strage continua a cui ci siamo talmente assuefatti. Non esiste nessun altro luogo come le strade dove noi perdiamo ogni giorno vite, soprattutto vite giovani”. In aeronautica – ha aggiunto – fino a non molto tempo fa c’erano molti incidenti, in un anno morivano in media 13 piloti. Si misero delle regole che fecero scendere gli incidenti del 90%. Se è possibile farlo con un mezzo molto veloce e difficile da gestire come un aereo, noi dobbiamo porci lo stesso tema e lo stesso obiettivo sugli incidenti stradali. Si può fare con delle regole precise. Si può fare trasformando il buon senso in cultura”.
Nordio: la strategia più efficace è la prevenzione
Di positive ricadute dall’introduzione del nuovo codice della strada ha parlato Nordio. “La strategia più efficace è quella non dell’inasprimento delle pene ma quella della prevenzione, in modo che non arrivi a verificarsi il fatto per cui è necessaria una pena. Nei miei 40 anni da magistrato, ho potuto rilevare che il primo e maggiore fattore di rischio è quello della velocità, che senza dubbio aumenta esponenzialmente i rischi. Per questo l’educazione è fondamentale nell’ambito della sicurezza stradale. Prima di mettersi alla guida, il processo di formazione di questa educazione non è un accessorio ma è fondamentale”.
La testimonianza dei familiari delle vittime
Anche Rampelli, “lungi dall’essere soddisfatto”, ha accolto positivamente i dati nel trimestre successivo all’entrata in vigore del nuovo codice della strada. Risultati dovuti anche al lavoro che le istituzioni stanno portando avanti. “Ma devono spronarci a fare ancora di più, convinti dell’importanza e della bontà di questa battaglia. La vita è sacra e dobbiamo sentirci coinvolti nella sua cura e tutela”. Nel corso dei precedenti incontri con gli studenti in età da patente, coordinati dall’ingegnere Adriana Elena, si sono alternati esperti della viabilità, delle strade, delle autovetture, della sicurezza. Alla fase formativa è seguita quella più tragica: la testimonianza, dal forte impatto emotivo, dei genitori delle vittime di incidenti stradali. Per trasformare il dolore in impegno civico.