
Un progetto da fantascienza
“Musk è un eroe, sono risorto grazie a lui”: parla il paziente tetraplegico col chip di Neuralink nel cervello
“Musk sarà per sempre un eroe per me” ha raccontato Noland Arbaugh al quotidiano online Open. L’uomo, affetto da paralisi, ha ricevuto il primo chip della Neuralink per collegare il proprio cervello al computer dopo un’incidente in un lago all’età di 22 anni: il ragazzo si era scontrato con un amico durante un tuffo in un lago della Pennsylvania, subendo una lesione al collo.
Otto anni dopo, grazie al nuovo impianto, Noland può fare molte cose che prima erano inimmaginabili viste le sue condizioni fisiche. “L’indipendenza che mi dà è eccezionale. Posso mandare messaggi, scrivere email, usare i social e giocare” ha detto, per poi spiegare che prima di questa fortunata occasione doveva farsi aiutare dagli altri per inviare i messaggi e le note vocali. “Non avevo mai privacy”, ha aggiunto il ragazzo: “Con Neuralink, ho riallacciato i rapporti con persone che per anni non ho mai sentito. Mi ha reso un amico migliore. Ma mi ha anche permesso di studiare e di imparare“.
Noland ha condiviso lo schermo del computer durante la videochiamata con l’intervistatore, mostrandogli i libri che sta leggendo sul web, tra cui figurano testi religiosi e saggi umanistici. Dopo l’operazione, il chip ha avuto qualche malfunzionamento e il giovane si è scoraggiato, ma i tecnici di Neuralink sono riusciti a risolvere il problema senza sottoporlo a un secondo intervento.
Il chip di Elon Musk che ha cambiato la vita a un paziente paralizzato
“Musk ha fatto grandi cose per me e sta cercando di migliorare la vita di moltissime persone. Ma non per questo sono d’accordo con tutto quello che fa o dice”, ha spiegato l’uomo, che però durante l’intervista non ha rinunciato ad indossare la maglietta con la bandiera americana e la scritta “20 gennaio 2025”, giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Noland ha raccontato di aver visto Elon Musk di fronte a lui dopo l’intervento: i due si sono incontrati più volte agli eventi e il ragazzo ha ammesso di essere emozionato ogni qualvolta il patron di Tesla e Space X lo menziona durante le conversazioni con il presidente americano.
Il sogno di Noland dopo l’incidente
Il paziente di Elon Musk ha ammesso di aver bisogno di suo fratello per le attività quotidiane e infatti adesso vive a Yuma in Arizona nella stessa casa della sua famiglia: ciò che lo ha fatto stare male dopo il drammatico infortunio è stata l’impossibilità di non poter avere una famiglia un giorno e non poter fare tutto quello che faceva prima. Noland Arbaugh è venuto a sapere della possibilità di partecipare all’intervento da un vecchio amico e quando l’ha saputo non è “scoppiato dalla felicità”. Eppure, dopo l’operazione ha ammesso che quando gli hanno chiesto di muovere il dito non ci riusciva, ma “ogni volta che pensavo di farlo, vedevo un picco nei grafici. Una linea gialla che schizzava in alto, è stata la cosa più bella”.
L’uomo sogna di poter collegare il chip alla sedia a rotelle “ma non è facile rispettare gli standard imposti dalla Food and Drugs Administration (Fda)” e inoltre “basterebbe un comando sbagliato per finire sotto una macchina”. “Se potessi collegare il chip a una Tesla modificata in modo che sia accessibile per me, o a un robot, potrei risolvere molti altri problemi” ha continuato Noland: “Non avrei bisogno di assistenza per tutte le funzioni e i bisogni fisici”.