CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Napoli ingannata: la sinistra festeggia l’abbattimento della Vela gialla simbolo del crack delle giunte rosse

La propaganda a Scampia

Napoli ingannata: la sinistra festeggia l’abbattimento della Vela gialla simbolo del crack delle giunte rosse

Politica - di Lucio Meo - 10 Marzo 2025 alle 18:53

Sono iniziate questa mattina, nel popoloso quartiere di Scampia, le operazioni di abbattimento della quarta (su sette) Vela di edilizia residenziale targata anni Settanta, con l’obiettivo del risanamento del quartiere nel quale, negli ultimi anni, Roberto Saviano ha ambientato molti dei suoi racconti di Gomorra. Le ruspe sono entrate in azione iniziando a demolire piccole porzioni dell’edificio. L’operazione in totale dovrebbe durare 40 giorni e ha l’obiettivo di riqualificare l’area, ora in condizioni critiche. Sul posto anche il sindaco del Pd Gaetano Manfredi, che ha festeggiato tacendo la storia, e i disastri, di quell’edilizia pubblica targata-sinistra negli anni Settanta e Ottanta: “Oggi è una bella giornata. Stiamo mettendo fine a una pagina fatta di grandi sofferenze.” Presenti anche i cittadini del Comitato Vele Scampia che, prima dell’inizio delle operazioni, hanno mostrato alcuni striscioni e intonato diversi cori come “la gente come noi non molla mai” ed esibito striscioni con la scritta “Bella Ciao” e pugnetti in alto.

Le responsabilità delle giunte rosse sul degrado della Vele di Scampia

Quello che a sinistra in pochi ricordano è come le Vele di Scampia siano state un tassello decisivo del piano di urbanizzazione delle periferie delle giunte rosse degli anni Settanta e Ottanta. Erano nate invece con l’intento di fare della periferia Nord di Napoli un modello urbanistico sulla scia della legge 167/62 che favoriva l’edilizia popolare per rispondere a esigenze abitative diffuse nelle grandi città, tra il 1962 e il 1975. Il loro nome voleva sottolineare il legame della città con il mare, e la forma triangolare, larga alla base che va restringendosi verso l’alto, rimandava proprio alla vela delle navi. A progettarle, l’architetto Francesco Di Salvo, di area socialista, che concepì  i 7 edifici in un’area di 115 ettari, con accesso ai piani attraverso ballatoi aerei. Il principio che l’architetto seguì era quello dell’Existenzminimum, una corrente dell’architettura in base alla quale l’unità abitativa del singolo nucleo familiare avrebbe dovuto essere ridotta al minimo indispensabile, con quindi una spesa costruttiva contenuta, destinando spazi comuni dove la collettività si integrava. Nel suo progetto erano inoltre previsti centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. La mancata realizzazione di questo ‘nucleo di socializzazione’, che negli anni delle giunte rosse mai si realizzarono, consentendo invece occupazioni e “deportazioni”, è stata certamente una concausa della situazione di degrado che si venne a creare negli anni.

Il progetto di riqualificazione fallito per decenni

Le Vele di Scampia furono progettate a partire dal 1962 come parte di un ampio programma di rinnovamento urbano noto come Piano di Recupero di Scampia, fu promosso dall’amministrazione comunale di Napoli, che, negli anni del boom economico, era governata da una coalizione di sinistra. In particolare, il progetto rientrava nelle politiche di edilizia popolare sostenute da forze politiche di sinistra, come il Partito Comunista Italiano (PCI) e il Partito Socialista Italiano (PSI). La decisione di agire su una situazione di forte degrado fu presa sul finire degli anni ottanta, sostenuta dagli abitanti stessi. La prima a essere demolita fu la vela F, demolita con le ruspe nell’agosto 1998, dopo un primo tentativo con esplosivi fallito nel dicembre 1997. Nel 2019 il Comune ha lanciato il nuovo step di Restart Scampia, il progetto finanziato con 27 milioni di euro che prevede l’abbattimento di tre Vele e la riqualificazione del quartiere, ristrutturando la vela celeste, che ospiterà gli uffici della Citta’ Metropolitana Il 22 luglio 2024, intorno alle 22.30, il crollo di un ballatoio esterno al terzo piano della Celeste ha causato la morte di tre persone, il ferimento di altre undici e lo sgombero di 800 persone sfollate, accelerando l’avvio della riqualificazione.

Rampelli: “Finalmente crolla il modello di architettura tossica”

“L’abbattimento della Vela gialla a Scampia è l’ultimo esempio virtuoso di demolizione di un’architettura tossica e criminogena. Deve diventare fonte di ispirazione per il centrodestra che intellettualmente ha lanciato la crociata della ‘sostituzione edilizia’ negli anni 90”, ricorda oggi il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

” Sono ormai decenni che studi scientifici dimostrano l’impatto negativo che un certo genere di urbanistica ha sulla degenerazione sociale, sulla creazione di ghetti nei quali violenza, spaccio, droga e prostituzione, e luogo in cui dominano spersonalizzazione e criminalità organizzata. Un certo tipo di gigantismo architettonico, tipico degli anni ’70 e ’80 ha punteggiato tutte le periferie delle aree metropolitane improntate alla massificazione, alla monofunzionalità, alla zonizzazione. Il governo di centrodestra avrà vinto la propria sfida quando riuscirà a fare una grande riforma che recuperi il valore della bellezza nelle periferie come processo educativo per gli abitanti i quali hanno diritto a godere di quartieri a misura d’uomo con un centro storico, una piazza, una fontana al centro. La partita che ora si gioca è sul dopo Scampia o dopo la Diga di Genova… È giunto il momento di affermare il diritto alla città giardino, un modello da riaggiornare in base alle esigenze bioclimatiche che non deve invece cedere il passo a grattacieli e nuovi mostri di acciaio e vetro”, conclude Rampelli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Lucio Meo - 10 Marzo 2025