
La rabbia di sinistra
Non solo Prodi. Ventotene scatena anche la “violenza” di Bertinotti: “A Meloni avrei tirato un oggetto…” (video)
Raffinati, eleganti, profondi, europeisti veri, mica come quelli di destra. Eppure nel racconto dei grandi leader della sinistra che si sono indignati per le parole di Giorgia Meloni sullo spirito “antidemocratico” del Manifesto di Ventotene per questioni di principio nobili e colte, qualcosa non torna. Molto non torna. Dopo la sceneggiata in aula, mentre parlava la premier, la scorsa settimana, con tanto di pianti, urla e insulti agli indirizzi del capo del governo, da due giorni a questa parte sono scesi in campo due cariartidi della sinistra italiana, ma ancora molto presenti nel dibattito politico. E lo hanno fatto in un modo che – se i due non fossero degli anziani signori in genere pacifici e compassati – si potrebbe definire violento. Ieri Romano Prodi che risponde male a una giornalista che gli aveva chiesto cosa pensasse di una frase “comunista” del Manifesto di Ventotene, per poi tirarle una ciocca di capelli – secondo quanto denunciato dalla cronista e da Mediaset – poi dopo qualche ora le dichiarazioni di Fausto Bertinotti, nel corso del programma, su La 7, di Massimo Gramellini.
Dopo Prodi, su Ventotene l’attacco violento di Bertinotti
“Di fronte all’aggressione nei confronti del manifesto di Ventotene, che si può criticare, ma se stai parlando di un atto che è stato considerato fondativo della Repubblica italiana da tutti, compreso dal Movimento sociale italiano, di fronte a questa trasgressione, io che sono un non violento, avrei lanciato un oggetto contundente contro la presidente del Consiglio, magari facendomi espellere perché bisogna segnalare che un limite è stato oltrepassato”, ha detto l’ex presidente della Camera ed ex leader di Rifondazione comunista, nel corso della trasmissione ‘In altre parole‘, facendo sghignazzare i vari ospiti, tra cui Roberto Vecchioni, e lo stesso Gramellini. Poi ha corretto il tiro: “Le avrei tirato un libro…”.
Possibile che i toni a sinistra siano diventati così esacerbati? E che in campo anche la vecchia ditta di separati in casa, Prodi e Bertinotti, artefici dei disastri dell’Ulivo, si siano spinti a tali livelli di volgarità e durezza?
La reazione di FdI: “Vergognosi attacchi con metodi violenti”
Da Fratelli d’Italia le reazioni sono indignate: “Siamo ancora in attesa di un cenno da parte dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa italiana riguardo l’aggressione verbale, e forse fisica, di Romano Prodi a una giornalista di ‘Quarta Repubblica’ a cui va tutta la solidarietà mia e dei senatori di Fratelli d’Italia. Nell’attesa però siamo costretti a registrare l’ennesima violenza, l’incitamento ad attentare all’incolumità della presidente Meloni da parte dell’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti… Parole gravissime, accompagnate da risate più oscene e vergognose delle dichiarazioni… Un clima di violenza figlio delle parole di verità che Giorgia Meloni mercoledì scorso ha espresso alla Camera dei deputati, togliendo il velo di mistificazione che da decenni copre il Manifesto di Ventotene”, dice il presidente dei senatori di FdI Lucio Malan.
“E poi succede che in un sabato italiano, mentre un ex presidente del Consiglio aggredisce verbalmente una giornalista, un ex presidente della Camera afferma (tra le risate dei presenti) che, se fosse stato in Aula, avrebbe lanciato un oggetto contundente contro il presidente del Consiglio. Tutto questo è la normalità per chi sbraita e piange istericamente tra i banchi dell’opposizione, per chi si sente offeso dalla semplice testuale lettura di un ‘Manifesto’. La mia solidarietà alla giornalista Lavinia Orefici e al presidente Giorgia Meloni: la violenza della sinistra, anche quando è solo verbale, non può diventare normalità”, scrive sui social il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci.
“Per la serie riecco i radical chic da salotto. Prima Romano Prodi, poi Fausto Bertinotti uomini simbolo dell’Ulivo. Che tristezza le loro offese, è il caso di dire che l’albero si è seccato e sradicato dalla realtà. E pensare che qualcuno avrebbe voluto ripiantarlo”, commenta anche la senatrice di Fratelli d’Italia, Ester Mieli. “Le dichiarazioni televisive in cui Fausto Bertinotti parla di oggetti contundenti che avrebbe lanciato alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni solo per aver letto alcuni passi del Manifesto di Ventotene, sono inutilmente violente”, dichiara il co-presidente dei Conservatori al Parlamento europeo, l’Europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini. “Si possono criticare le parole della Presidente del Consiglio senza dover ricorrere ad espressioni odiose come quelle formulate da chi, in passato, ha ricoperto il ruolo di presidente della Camera. E proprio in quegli anni lo stesso Bertinotti ha potuto apprezzare il tono coerente, ma sempre misurato, di Giorgia Meloni quando era alla vicepresidenza della Camera. Sono concetti violenti quelli usati dall’ex leader di Rifondazione Comunista che tradiscono un certo afflato per la dittatura del partito rivoluzionario che è cruciale nel Manifesto di Ventotene. Ed evidentemente danno ragione a chi ne ha denunciato le venature antidemocratiche”.