
Il libro
“O il maschio o la morte” di Pierre Drieu La Rochelle: vita, pace e guerra nei versi dell’intellettuale identitario
“O il maschio o la morte” è il titolo della raccolta di poesie dello scrittore e saggista francese Drieu La Rochelle, noto per le sue idee nazionaliste e per aver prestato servizio nell’esercito francese durante la prima guerra mondiale. Per la prima volta in Italia, le opere in versi dell’intellettuale parigino sono state pubblicate dalla casa editrice Magog che ha affidato la prefazione del libro al direttore della rivista culturale Pangea, Davide Brullo e la traduzione alla mediatrice linguistica Annalisa Crea. Le poesie, in gran parte scritte durante il primo ventennio del 1900, descrivono l’amore dello scrittore per la Francia, il rispetto per i soldati e il trionfo della pace alla fine delle ostilità tra i popoli europei a causa della guerra.
Anche la morte svolge un ruolo fondamentale nei componimenti di La Rochelle, questa sembra quasi un’ossessione che prende vita dalla penna dell’autore, una fascinazione sui cui egli riflette spesso nei suoi versi. In effetti, L’autore sembra aver studiato a lungo le fattezze della morte senza fuggire da essa, tanto che il 15 marzo del 1945 scelse di suicidarsi dopo essere stato accusato di collaborazionismo con i tedeschi dal governo del generale Charles De Gaulle.
Le poesie di La Rochelle e il rapporto con la vita militare, la guerra e la pace
Le poesie di La Rochelle descrivono il pensiero profondo dello scrittore, che è anche disposto a ragionare e a mettere in discussione le proprie idee sotto molti punti di vista: nel componimento “Odiata caserma”, ad esempio, lo scrittore critica la vita militare e gli obblighi che comporta, ma successivamente elogia invece la classe dei combattenti nella lirica intitolata “Canto di guerra degli uomini d’oggi”.
A primo impatto potrebbe sembrare che queste poesie rappresentino la confusione nella mente dell’autore, anche se il suo obiettivo è quello di esprimere una visione del mondo alternativa da angolature diverse. Secondo Drieu, infatti, la guerra è un modo per arrivare alla pace attraverso la sofferenza della carne, come nei versi dell’ “Interrogazione alla pace”. Per lui, dopo il conflitto armato, rimane la speranza di poter costruire un mondo migliore grazie al sacrificio dei soldati e alla memoria storica dei sopravvissuti.
La relazione con la patria, la morte e gli apprezzamenti verso gli “eccitatori occidentali”
Nelle poesie “Parole alla partenza” e “La partenza degli uomini”, La Rochelle esalta l’amore verso la patria che porta i militari impegnati nella guerra a provare un sentimento di fratellanza reciproca e al contempo analizza la riscoperta del patriottismo nella lotta per la difesa del proprio Paese. Nei suoi componimenti, il saggista identitario francese dichiara di non odiare i suoi avversari, ma non rinuncia a criticare gli americani per il loro atteggiamento arrogante, come fa notare la traduttrice Annalisa Crea nella postfazione. Inoltre, la relazione di Drieu con la morte rispecchia la sua accettazione incondizionata di un avvenimento con cui devono fare i conti tutti quei soldati che partecipano alla guerra (e non solo), come sottolinea nei tre testi poetici intitolati “L’annunciazione della morte”, “La commemorazione dei morti” e “Il compimento della morte”.
La Rochelle era affascinato dal filosofo Friedrich Nietzsche, tanto che decise di portare uno dei suoi testi persino in trincea durante l’arruolamento nel 1914 mentre in una delle poesie de “O il maschio o la morte”, l’autore definisce Gabriele D’Annunzio, Paul Adam, Charles Maurras e Rudyard Kipling come “eccitatori del mondo occidentale”, per poi elogiarne l’attività culturale come se fossero i suoi maestri.