
Il libro
“Odissea” di T.E. Lawrence: il viaggio dei signor Nessuno come indagine sulla vita
L'amore del soldato e scrittore inglese per l'Odissea iniziò nel 1928, quando una sua amica gli inviò una lettera per convincerlo a pubblicare una traduzione per l'editore americano Bruce Rogers
I testi omerici, dal tempo della loro scoperta, sono stati tradotti molte volte nelle moderne lingue occidentali. Tra queste versioni ce n’è una in particolare che ha riscosso molto successo in Gran Bretagna e in America, ossia l’ “Odissea” di Thomas Edward Lawrence, i cui frammenti sono stati pubblicati in lingua italiana dalla casa editrice Magog. L’autore di questa traduzione è stato uno dei militari inglesi più famosi del novecento e amante del Medio Oriente, in cui trascorse molto tempo grazie alle missioni che gli furono assegnate dall’esercito britannico. Lawrence si presentava spesso con lo pseudonimo di T.E. Shaw, ma con il passare del tempo venne soprannominato “Lawrence d’Arabia” dai militari russi e francesi, che lo conobbero durante le sue campagne militari nella regione araba.
L’amore del soldato e scrittore inglese per l’Odissea iniziò nel 1928, quando una sua amica gli inviò una lettera per convincerlo a scrivere una traduzione dell’Odissea per l’editore americano Bruce Rogers: dopo qualche riluttanza, Lawrence decise di accettare, ma a patto che la sua versione fosse pubblicata senza nome. Nel 1932, la versione dell’ “Odissea” secondo Lawrence venne pubblicata in Inghilterra anonimamente da Sir Emery Walker in un’edizione limitata mentre negli Stati Uniti il libro venne diffuso dalla Oxford university press, con il nome dell’autore. Secondo una lettera riportata nella prefazione e inviata da Rogers al traduttore inglese, la tiratura dell’opera riscosse un grande successo negli Usa.
L’Odissea secondo Lawrence e i parallelismi con il protagonista
Lo stile di scrittura di Thomas Edward Lawrence è piuttosto rapido, anche se nel caso della traduzione dell’Odissea ha scelto di usare alcuni termini apparenti ad un inglese arcaico, come rivelato dall’autore stesso. Eppure l’antiquata scelta linguistica è comunque accurata, dal momento che le avventure dell’eroe Odisseo da Itaca vengono narrate in greco antico, che odiernamente viene considerata una “lingua morta” perché dismessa dall’uso comune. Secondo l’editore americano Bruce Rogers, sia Ulisse (Odisseo) che Lawrence si assomigliavano, poiché entrambi erano viaggiatori e desiderosi di esplorare “l’oceano delle proprie inquietudini”. Nonostante ciò, tra i due ci sono anche delle differenze: infatti l’eroe greco è alla ricerca della propria identità e della propria casa mentre il militare inglese cerca di dimenticare ogni sua dimora, cambiando spesso la propria residenza.
Lawrence e Odisseo, i due signori “Nessuno”
Thomas Edward Lawrence voleva sfuggire sempre dalla propria identità, attraverso l’utilizzo di pseudonimi e l’allontanamento dalla propria terra. Per il condottiero inglese appassionato del mondo arabo, l’avventura militare e l’esplorazione di un continente sconosciuto rappresentò il vero significato della vita. Lo stesso vale per Odisseo, che durante il suo viaggio verso Itaca ebbe l’opportunità di conoscere culture diverse, ma scelse di utilizzare lo pseudonimo “Nessuno” soltanto per salvarsi dalle grinfie del ciclope cannibale Polifemo. E’ molto probabile che Lawrence si rispecchiasse nell’Odissea per il suo senso innato della curiosità, che lo accomunava al protagonista greco nonostante il divario storico scandito dai millenni.