CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Ordine dei giornalisti e Fnsi scoprono il “caso Prodi” a scoppio ritardato per attaccare Donzelli

Doppiopesismo

Ordine dei giornalisti e Fnsi scoprono il “caso Prodi” a scoppio ritardato per attaccare Donzelli

Plotone d'esecuzione a sinistra contro l'esponente di FdI e silenzio per tre giorni dopo la tirata di capelli dell'ex premier. "Miracolo Donzelli". Grazie a lui Odg e Fnsi ritrovano la parola equiparando i due episodi

Politica - di Gabriele Alberti - 26 Marzo 2025 alle 14:47

“Una tiratina di capelli di qua, un pezzo di m… di là e all’informazione si continua a mancare di rispetto. Che sia la giornalista Lavinia Orefici di ‘Quarta Repubblica’ o il collega Giacomo Salvini del ‘Fatto Quotidiano’, tutti i cronisti hanno diritto di poter esercitare il proprio mestiere in maniera libera e senza censure”. E’ l’affermazione di Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. Ieri avevamo espresso sorpresa sul silenzio della Federazione nazionale della Stampa sulla tirata di capelli sgradevolissima alla collega Orefici, dopo giorni dal fatto increscioso e inaccettabile. La solidarietà alla cronista di Quarta Repubblica è arrivata a scoppio ritardato e c’è voluto il “caso Donzelli” per far uscire dal riserbo l’associazione e l’ordine dei giornalisti. Miracolo Donzelli.

“Miracolo” Donzelli: fa scoprire il caso Prodi…

Curioso che dopo giorni di afasia sul caso Prodi, la Fnsi sia intervenuta subito dopo l’episodio che ha interessato il capo dell’Organizzazione di FdI e il giornalista Salvini del “Fatto”, per mettere sullo stesso piano due episodi molto diversi e dare solidarietà. All’informazione si continua a mancare di rispetto, scrive Costante. “Questo – prosegue – vale per un ex presidente del Consiglio come Romano Prodi, così come per il responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli. Il fatto è che, venendo a scemare in Italia le regole del confronto civile e quelle della buona educazione, i casi di mancanza di rispetto nei confronti dei giornalisti si moltiplicano pericolosamente e ciò non fa bene né ad una informazione seria e neppure alla democrazia”.

Il caso Prodi a scoppio ritardato

I due casi non sono paragonabili, obiettivamente. Da un lato c’è un professore a cui prudono le mani, dall’altro c’è Giovanni Donzelli che all’ingresso della Camera si è rifiutato di parlare con i giornalisti per via della presenza di Giacomo Salvini. «Finché c’è questo pezzo di mer… non parlo», ha esclamato il parlamentare. Non è bello ma non ha messo le mani addosso a nessuno. Salvini è un cronista del Fatto Quotidiano, è l’autore di «Fratelli di chat», il famoso libro realizzato sulla pubblicazione delle chat interne di FdI, testo per cui alcuni esponenti del partito hanno annunciato azioni legali. Sono stati presentati esposti tanto al Garante della privacy quanto in Procura. Ognuno può giudicare.

L’intervento di Fnsi e Odg

Ma guarda caso l’opposizione questa volta si è scandalizzata, anch’essa a scoppio ritardato fornendo l’ennesima prova di doppiopesismo. «Odiano la stampa libera, non tollerano chi li critica e reagiscono con insulti e aggressioni verbali», ha tuonato Barbara Floridia, grillina e presidente della Commissione Vigilianza Rai. Anche Italia Viva, con la senatrice Raffaella Paita che ha parlato di una «destra» che «non ha il senso del limite». Filippo Sensi del Pd ha definito le parole di Donzelli di una «violenza verbale inaudita e gravissima».  Insomma, un plotone d’esecuzione subito schierato contro Donzelli ma addormentato dopo la tirata di capelli dell’ex premier Romano Prodi a Orefici. Doppiopesismo mon amour…

Tirata di capelli e conversazione privata

Anche il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli ha preso posizione dichiarando che «quelli recenti di Prodi e Donzelli non sono episodi isolati, ma il frutto di una tendenza a considerare i giornalisti come nemici e a non rispettare dignità e professione». I due episodi non sono paragonabili anche per un altro motivo. Prodi non si è scusato con la giornalista svillaneggiata (“Nulla da chiarire”). Anzi, i suoi “difensori” hanno derubricato il gesto come “paternalistico” da vecchio professore. Donzelli è invece subito tornato sull’episodio spiegando il suo comportamento: «Normalmente non uso parolacce in pubblico, non mi appartiene, non è il mio linguaggio». Precisando che si trattava di una «conversazione privata».  Salvini si sarebbe «presentato insieme ad altri colleghi facendo finta che fosse una conversazione privata per provare a riappacificarsi», ha spiegato l’esponente di FdI. Quindi – ha concluso – «confermo tutta la mia disistima nei confronti di un soggetto che ha rubato in modo irrispettoso delle chat per lucrarci». Questa la ricostruzione. Con la considerazione che spetterà ad altri organi valutarlo».

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Gabriele Alberti - 26 Marzo 2025