
Guerra e propaganda
Putin vuole davvero la pace in Ucraina? La storia che il Cremlino preferisce dimenticare
Dal dialogo alla guerra: venticinque anni dello zar al Cremlino tra promesse e inganni, propaganda e armi politiche. Parla lo youtuber e analista politico, cresciuto tra Russia e Ucraina
«In fondo anche Vladimir Putin vuole la pace»: è questo il postulato comune che oggi, con l’annuncio del recente accordo sul cessate il fuoco temporaneo nel Mar Nero e lo stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine, rimbalza dai salotti diplomatici fino ai tavoli negoziali sauditi. Ma Tommy, analista del canale YouTube @CanaleTommy_N.D., avverte: «Si tratta davvero di una sincera aspirazione alla pace, o siamo davanti all’ennesima concessione americana al regime russo?»
Sull’Ucraina Putin ha la memoria corta
Con un rigore da storico e la passione personale di chi è nato e cresciuto tra Russia e Ucraina, Tommy scava nella memoria recente e svela contraddizioni che molti hanno frettolosamente dimenticato. Riporta con precisione parole che oggi, nel giorno in cui si celebrano i venticinque anni dalla sua ascesa al Cremlino, lo zar difficilmente ripeterebbe. E lo fa con una cronologia che racconta un’altra Russia, quella in cui lo stesso Putin, presente a Kiev nell’agosto 2001 per la festa dei dieci anni di indipendenza ucraina, dichiarava solennemente: «Sono qua per congratularmi con il mio collega Leonid Kučma in questa giornata così grande e importante».
Parole che appaiono surreali alla luce degli eventi successivi. Putin torna a Kiev ancora nel 2003, per firmare personalmente un accordo che sancisce i confini territoriali dell’Ucraina così come stabiliti nel dicembre 1991. Quegli stessi confini che oggi il Cremlino considera una sorta di anomalia storica. Non basta: nel 2004, davanti alle telecamere ucraine, Putin ribadisce con fermezza che Russia e Ucraina sono entrambe realtà «europee» con un futuro da costruire insieme.
Un leader, quindi, che in apparenza non mostrava ambizioni espansionistiche o volontà bellicose. «Nessun conflitto etnico, nessun territorio conteso con l’Ucraina», dichiara persino nel 2008 in un’intervista alla televisione tedesca. Ma lo stesso Putin nel 2021 dirà esattamente il contrario, definendo la sovranità ucraina un errore storico da correggere.
Dal consenso alla guerra: la strategia del Cremlino
Cosa ha spinto allora il Cremlino a rovesciare così radicalmente le sue posizioni? Tommy lo spiega con chiarezza. Dopo i picchi di popolarità ottenuti con la seconda guerra cecena e l’invasione della Georgia, Putin intuisce che il sostegno popolare in Russia può essere facilmente manipolato con vittorie geopolitiche. Nel 2011, mentre proteste popolari agitano Mosca, Putin annuncia di volersi ricandidare alla presidenza nonostante i limiti costituzionali. Nel 2014, le manifestazioni di Euromaidan a Kiev e la fuga dell’uomo di Putin, Viktor Yanukovich, scuotono ulteriormente il Cremlino. È qui che Putin gioca la carta della Crimea, ottenendo una popolarità record dell’86%.
Il limite della propaganda di Putin
Tuttavia, Tommy sottolinea che questi exploit hanno un effetto limitato nel tempo. Nel 2020, la popolarità di Putin è ai minimi storici, appena sopra il 28%. È in questo contesto che va letta l’aggressione all’Ucraina del 24 febbraio 2022. Una mossa rischiosa e brutale, che se da un lato ha permesso di sradicare l’opposizione interna, dall’altro ha generato una guerra sanguinosa e complessa, lontana dal blitzkrieg che Putin immaginava.
La pace impossibile in Ucraina
Oggi, afferma Tommy, siamo davanti all’ennesima trattativa, l’ennesimo “cessate il fuoco” che, in realtà, non fermerà i bombardamenti né le vittime. «La pace di Putin è davvero pace, o semplicemente un’altra pausa tattica in attesa della prossima mossa?», si chiede l’analista, invitando gli spettatori a riflettere criticamente su un leader che, parole sue, «ormai nessuno riconoscerebbe più» rispetto al politico del passato.Tommy lascia aperta la riflessione: Putin cerca davvero la pace o la guerra è ormai diventata il solo strumento di sopravvivenza politica della Russia? La risposta non è semplice, ma ripercorrere la storia aiuta sicuramente a capire meglio le reali intenzioni del Cremlino.