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Regioni “rosse” vuol dire stangate: Emilia Romagna e Umbria aumentano Irpef, Irap, bollo auto e tiket sanitari

Cittadini tartassati

Regioni “rosse” vuol dire stangate: Emilia Romagna e Umbria aumentano Irpef, Irap, bollo auto e tiket sanitari

Politica - di Gabriele Alberti - 27 Marzo 2025 alle 09:06

C’è poco da ridere. Solo tasse e zero visione: il vizietto della sinistra di sempre si manifesta plasticamente nella regione rossa di sempre, l’Emilia Romagna, e nell’Umbria da poto tornata nelle mani del centrosinistra. Balzelli in aumento, a detta dei governatori, per sanare i buchi. Iniziamo dall’Umbria dove la predidente Stefania Proietti alza Irpef, Irap e bollo auto. Per l’Irpef, da quest’anno, la manovra prevede «la conferma della non previsione dell’addizionale regionale per il primo scaglione che rimane a zero; e la determinazione dell’1,95% per lo scaglione di reddito tra 15 mila e 28 mila euro, del 2,05% per lo scaglione tra 28 mila euro e 50 mila euro, del 2,1% per lo scaglione di reddito imponibile superiore a 50 mila euro». Lo riporta il quotidiano Libero che fa un’indagine parallela tra le due regioni rosse. Elly e compagni tacciano o si facciano un’esame di coscienza prima di attaccare la politica economica del governo, impostata in favore dei ceti meno abbienti. Nelle “loro” regioni invece non guardano in faccia nessuno.

Le regioni rosse Emilia e Umbria aumentano bollo, Irpef, Irap

La governatrice Proietti ha definito “Salva Umbria” la manovra presentata e che la giunta ha approvato con l’aumento delle tasse. Più realistico sarebbe definirla “Svuota tasche”. I cittadini umbri si vedranno aumentare non solo l’Irpef- croce dei loro stupendi- ma anche l’Irap, ossia l’imposta che grava sulle imprese: prevista una variazione «in aumento di 0,50 punti base l’aliquota ordinaria corrisposta in misura del 3,90% a decorrere dal 1 gennaio 2026». Inoltre la governatrice rossa sarà ricordata per  la prima volta che l’Umbria aumenterà pure il bollo auto del 10% (sempre dal 2026). Non un primato di cui vantarsi. Anche perché le motivazioni dell’aumento delle tasse sono del tutto strumentali. Come denuncia il centrodesta umbro. Fratelli d’Italia smaschera il “trucchetto”.  «Tutto questo peserà circa 500 euro sulle tasche di tutti i cittadini umbri» ha denunciato la capogruppo regionale di Fdi Eleonora Pace. Che ha segnalato che il “buco” da sanare è una scusa della Proietti, è “solo ipotetico”: «Si nascondono dietro a un fantomatico buco di bilancio che nessun ente qualificato ha certificato: perché le interlocuzioni della Regione Umbria al Mef inizieranno solo ad aprile».

Umbria, FdI: “Il buco è una scusa: ecco perché”

Sul fronte Lega,  Enrico Melasecche fa notare che anche l’evocato “buco” della Sanità lasciato in eredità dal centrodesta non regge: il monitoraggio della spesa sanitaria del Ministero dell’Economia relativo al 2023 attesta un avanzo 1,126 miliardi di euro. “Nel quarto trimestre del 2023, si legge nel rapporto del Mef, l’Umbria, oltre a essere tra le poche regioni che non sono inserite in un piano di rientro, risultava in disavanzo per 3,362 miliardi di euro, coperti però da 4,489 miliardi conferiti dalla Regione nel corso dello stesso anno. Da qui l’avanzo pari a 1,126 miliardi citato da Malesecche. Va poi aggiunto che pochi giorni fa il Cipess «aveva deliberato il riparto del fondo sanitario nazionale 2024, destinando 2 miliardi di euro per la sanità dell’Umbria, 50 milioni circa di euro in più rispetto all’anno precedente nel pieno rispetto della quota di nostra competenza dell’1,98 per cento».

La “rossa” Emilia Romagna aumenta il tiket su farmaci e ricette

Stesso copione nella regione Emilia Romagna: Michele De Pascale fa il “copia e incolla” della premiata ditta Pd: aumento di Ispef, Irap, bollo auto e non solo. Il governatore aggiunge un “tocco” in più:  i ticket sui farmaci, che erano stati aboliti nel 2020. Una misura odiosa che il presidente almeno non ha nascosto: «Non è certo un’operazione simpatia, ne sono consapevole. Per far fronte ai tagli che arrivano dal governo», si era giustificata la giunta del governatore de Pascale. Ora si conosce anche la data in cui in Emilia Romagna scatterà la tassa sui medicinali: il prossimo 2 maggio. In quella data sarà introdotta una misura di compartecipazione alla spesa farmaceutica per i cittadini assistiti nella regione: è previsto un ticket di 2,20 euro a confezione di medicinale, fino a un massimo di quattro euro per ricetta. A eccezione delle fasce più vulnerabili per reddito o patologia, che continueranno a rimanere esenti. Ma ci sarà anche un’altra novità con l’entrata in vigore della manovra: una decisa stretta sulle esenzioni per le famiglie con almeno due figli per le prime visite specialistiche.

“Vampiri” di ritorno

Anche in questo caso le scuse non reggono, tattandosi di una regione da sempre guidata dal centrosinista che con tutta evidenza ora butta la palla in tribuna, ossia sul governo. Per il consigliere di Fdi, Alessandro Aragona, il testo è «la conferma delle contraddizioni delle linee di mandato del presidente de Pascale», dice a Libero. Sempre per FdI, Luca Pestelli, sottolinea che «il Defr (Documento di economia e finanza regionale 2025-2027) e il Bilancio sono il manifesto politico della maggioranza che ha deciso di gravare sui cittadini. Volendo tra l’altro convincere i cittadini che queste sono scelte giuste». Inoltre il testo che inguaierà i cittadeini emiliano romagnoli non specifica i capitol idi spesa. Anche Elena Ugolini (Rete Civica), la candidata governatrice per il centrodestra alle ultime elezioni, si è espressa molto negativamente:  «Prima di aumentare tasse e imposte sarebbe stato opportuno domandarsi come vengono utilizzate le risorse a disposizione». Chi è che diceva che le tasse sono belle? Ah, sì, Padoa Schioppa, il ministro dell’economia di Prodi…

 

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