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Renzi in versione “Pinocchio” sulla casa della Meloni. Secca smentita di Ciriani: “Nessun uso di fondi pubblici”

Il libro dell'ex premier

Renzi in versione “Pinocchio” sulla casa della Meloni. Secca smentita di Ciriani: “Nessun uso di fondi pubblici”

Politica - di Lucio Meo - 18 Marzo 2025 alle 13:19

“L’acquisto della sua villa con piscina da oltre 400 metri quadrati per una cifra di poco superiore al milione di euro corrisponde al valore del mercato? Non so. Non faccio l’agente immobiliare. E non mi interessa stare su queste cose. Ma siccome sono argomenti utilizzati da Giorgia Meloni contro gli altri (anche nel libro ”Io sono Giorgia” sottolinea la sua diversità rispetto agli altri politici sul tema immobiliare) è giusto che si faccia chiarezza…”, aveva detto qualche giorno fa a “Un giorno da pecora” Matteo Renzi, riprendendo alcuni dei temi trattati nel libro “L’influencer“, dedicato interamente alla premier: un volume che in molti considerano una vendetta politica contro il governo che ha messo nero su bianco, in una legge, l’incompatibilità di incassare consulenze da Stati stranieri nel corso del mandato parlamentare. Uno “sgarbo” al filone arabo dell’ex premier fiorentino, che nel libro ha chiesto trasparenza anche sui regali ricevuti da Palazzo Chigi in questi due anni.

Renzi scopre la casa della Meloni e manda avanti Bonifazi

Risposte, sull’uso di fondi pubblici per l’acquisto della casa privata da parte della Meloni, nonché sui regali, sollecitate oggi in aula dal fido renziano Bonifazi, in una interrogazione parlamentare alla quale ha risposto il ministro per i Rapporti col Parlamento Ciriani. “Abbiamo chiesto che la presidente risponda a un’interrogazione sui fornitori che hanno lavorato e lavorano nella sua abitazione privata per evitare conflitti di interesse e opacità su un tema – quello della casa – che Meloni, non noi, ha posto come fondamentale nella costruzione della sua storia personale. Come abbiamo chiesto di sapere se ci sono dei regali di valore superiore a quello previsto dal limite di legge che Meloni ha ricevuto come deputata e soprattutto come premier. Non vogliamo passare dal Signore degli Anelli alla signora dei bracciali o delle borse o dei gioielli. Ma visto che più volte Meloni ha richiamato gli altri a stringenti regole di condotta morale pensiamo che sia giusto saperne di più. Se fai le pulci agli altri, poi non puoi fare la gnorri”, aveva detto Renzi, in versione birichina in chiave Pinocchio, prima di mandare in campo Bonifazi.

Nessun uso di fondi pubblici o regali personali

La risposta del governo è stata categorica: “In data 23 dicembre 2024, Giorgia Meloni ha definito un atto notarile per la compravendita dell’immobile dove abita, per il quale non ha beneficiato di alcuna detrazione per lavori edilizi e bonus mobili. Per i lavori di ristrutturazione dell’abitazione non sono stati stanziati fondi dal ministero dell’Interno, non sono stati stanziati fondi dalla Presidenza del Consiglio e non è stato impiegato denaro pubblico, ha detto  in Aula alla Camera Ciriani.

Poi, sui regali: “Il governo ha provveduto al deposito presso l’ufficio della Presidenza della Camera dell’estratto dell’elenco relativo ai doni protocollari oggetto dell’interrogazione presentata da Francesco Bonifazi (Iv), sui regali ricevuti da Giorgia Meloni da quando ricopre la carica di presidente del Consiglio. Di norma – ha affermato Ciriani – la consegna, la ricezione e lo scambio dei doni “avvengono per via protocollare, cioè da cerimoniale a cerimoniale. Quindi i doni di rappresentanza che il presidente del Consiglio dei ministri ha ricevuto dal momento del suo insediamento alla data della presente risposta all’atto di sindacato ispettivo, sono stati iscritti ai sensi della vigente normativa in apposito registro in formato elettronico tenuto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri con data, luogo, occasione dell’incontro e autorità che ha offerto il dono, con breve descrizione del dono”, ha proseguito il ministro. Quanto al valore, viene stabilito dall’apposito ufficio di palazzo Chigi che può chiedere una perizia. I regali sono stati destinati alle sedi ufficiali o di rappresentanza della Presidenza del Consiglio e sono quindi nella disponibilità dell’amministrazione quando le caratteristiche specifiche dei doni lo consentono – ad esempio se si tratta di quadri – o sono custoditi dall’ufficio del cerimoniale per essere successivamente consegnati al Dipartimento dei Servizi Strumentali”.

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di Lucio Meo - 18 Marzo 2025