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Riarmo Ue, Prodi scatena le truppe “mortadellate” contro la “pacifista” Schlein. Nel Pd è rivolta dei “guerrafondai”

La faida interna

Riarmo Ue, Prodi scatena le truppe “mortadellate” contro la “pacifista” Schlein. Nel Pd è rivolta dei “guerrafondai”

Politica - di Luca Maurelli - 10 Marzo 2025 alle 14:29

Prima Enrico Letta, timidamente, poi Paolo Gentiloni, non senza malizia, quindi Romano Prodi, a gamba tesa. Contro la neo-pacifista Elly Schlein, che ha rotto il fronte socialista in Europa, l’armonia nel partito e l’allineamento istituzionale del Pd schierando la sua segreteria su una linea di rigetto assoluto del piano di riarmo della Ue, il “Pd vintage” ha ufficialmente dichiarato guerra “in the name of bomb”.

Romano Prodi, ex premier, ex presidente Ue, ex pensionato della politica, da oggi – con interviste a tutto spiano in tv e sui giornali – si iscrive ufficialmente nel partito dei “guerrafondai”, numerosa e rumorosa corrente interna dei Dem, che in Europa vede la scalpitante Pina Picierno su posizioni quasi scissioniste rispetto al sostegno all’Ucraina e alla necessità di armarsi per fronteggiare la minaccia russa.

Prodi & company all’assalto della Schlein sul riarmo Ue

“Se gli Stati Uniti vogliono lasciare la Nato, noi faremo l’esercito europeo. Ma bisogna avere coscienza che costa e che comporta sacrifici per i singoli Paesi. Se fosse stato possibile sarei partito dalla difesa comune ma il problema è che ancora non c’è questa volontà e quindi il riarmo è un passo per spingere alla difesa comune”, ha detto ieri Prodi da Fabio Fazio, disallineandosi completamente dalla linea “pacifista-contiana” assunta dalla Schlein, non senza mal di pancia di una parte del Pd e forse anche del Quirinale. “È necessario andare verso questa direzione perché quando è cominciata la guerra d’Ucraina, la prima cosa a cui ho pensato è stata: ‘Se avessimo avuto l’esercito europeo, Putin non avrebbe attaccato l’Ucraina. Invece l’ha fatto perché ci pensava divisi, poi noi siamo stati uniti dagli americani”, ha spiegato Prodi.

Povera Schlein, a lezione d’armi da Prodi. “Si comincia con l’armamento e facciamo intanto questo, ma poi bisogna andare avanti, perché non vorrei che succedesse come quando io ho fatto l’allargamento, che dicevano ‘Poi si complica tutto con tanti Paesi, però ci impegniamo a cambiare tutte le regole istituzionali’ e poi non l’hanno fatto. Ora si deve cominciare subito a fare con quello che si può fare oggi, ma bisogna mettere subito in cantiere un esercito comune, con un comando comune che coordina tutto... che questa è la necessità Che sia della Nato, quindi come una forza della Nato, o che sia fuori lo vedranno le circostanze, intanto però cominciamo a metterci assieme”, ha concluso il professor “Mortadella”, a cui aveva fatto da prefattore anche un giornalista intellettuale di sinistra come Ezio Mauro, il leader del potente partito di “Repubblica”.

Letta e Gentiloni stanno con la Ue, a tutti i costi

Il punto è che dietro Prodi ci sono altri big del partito, i “padri nobili” del partito, come Paolo Gentiloni, europeista interalista, che chiamato a commentare il piano di riarmo della Von der Leyen ha parlato di “primo passo, credo vada nella direzione giusta, il piano può essere migliorato ma un conto è dire che va migliorato, altro dire che l’Unione europea è bellicista e guerrafondaia”. Gentiloni ormai capeggia la corrente riformista di minoranza, ammesso che sia minoranza, a cui, in teoria, guarderebbe anche Enrico Letta, che nei giorni scorsi, a sua volta, ha fatto un appello all’unità dell’Europa, suonato anch’esso come un monito alla Schlein. Un saluto “Romano”, a cui le truppe mortadellate stanno rispondendo.

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di Luca Maurelli - 10 Marzo 2025