
L'intervista esclusiva
Romania, George Simion lancia la sfida: “È ora di riprendersi la democrazia. L’Ue ha bisogno di un reset”
Il nuovo volto della destra romena: "Meloni ha dimostrato che identità e pragmatismo possono vincere in Europa. La Romania seguirà il suo esempio"
Non è più solo una tendenza, è un fenomeno. George Simion, vice di Ecr party ed ora nuovo volto della destra romena, non si limita a interpretare il cambiamento: lo guida con una mobilitazione popolare senza precedenti. Il suo partito, Alleanza per l’unione dei romeni (Aur), vola nei sondaggi, segno di una spaccatura sempre più profonda tra l’establishment e il popolo. Dopo il caos delle elezioni annullate e l’esplosione del caso Georgescu, il tempo delle tecnocrazie è finito. La Romania vuole riprendersi il proprio destino. Ecco cosa ha rivelato in esclusiva al Secolo d’Italia.
La raccolta firme per la candidatura alle presidenziali è stata un banco di prova cruciale. I sondaggi vi attestano al 30%, segno di un sostegno popolare significativo. Ma basterà questa ondata di consenso a portarvi alla vittoria?
«In meno di 48 ore abbiamo raccolto non solo le 200.000 firme richieste dalla legge rumena, ma oltre 600.000. Un successo straordinario che dimostra la forza della nostra mobilitazione. L’ondata di cambiamento è la più potente degli ultimi 35 anni: i rumeni vogliono solo poter votare, vogliono libertà. Ora abbiamo l’opportunità di riportare la Romania sulla strada della democrazia, della normalità e dello Stato di diritto. Non possiamo permetterci di sprecarla».
“I romeni vogliono solo poter votare”
Ha affermato che l’unità è l’unica soluzione per la Romania di oggi. Ma in un paese spaccato tra sfiducia verso Bruxelles e necessità di crescita, tra patriottismo e richieste di riforma, come pensa di costruirla?
«Chiariamo subito una cosa: non si tratta di euroscetticismo. I rumeni non sono contro l’Europa, sono contro la pseudo-élite di burocrati che impone utopie distruttive soffocando le nazioni. Non c’è contrapposizione tra patriottismo e riforme: chi vuole etichettarci in questi termini mente sapendo di mentire. Noi vogliamo e attueremo le riforme necessarie. attueremo le riforme di cui la società rumena ha un disperato bisogno. Non vogliamo tornare indietro, vogliamo andare avanti.
La Romania è stata declassata a “regime ibrido” non dai sovranisti, ma dai cosiddetti filo-europeisti, che in realtà sono anti-europei e anti-democratici. L’unità si costruisce mettendo da parte gli interessi personali e cooperando con tutte le forze che voglio il bene del nostro Paese. Questo oggi è più importante che mai».
Il vostro vantaggio nei sondaggi segnala un forte desiderio di cambiamento. Qual è la vostra strategia per consolidare questo slancio e di cosa ha più bisogno il popolo rumeno in questo momento?
«Il popolo rumeno ha bisogno di serenità e di ritrovare fiducia. Le forze globaliste hanno fallito miseramente. Hanno mentito, messo in atto un colpo di stato annullando arbitrariamente le elezioni presidenziali di dicembre e negato ai cittadini rumeni il loro diritto fondamentale di decidere il proprio futuro con il voto, la base di una vera democrazia.
I rumeni sanno che la democrazia in cui pensavano di vivere è una menzogna colossale. In realtà, siamo sotto una tirannia di Stato profondo che vuole accaparrarsi tutto il potere. Dobbiamo ripristinare la vera democrazia e la libertà».
“Nove milioni di voti gettati nella spazzatura”
Il caso Georgescu ha scosso la politica rumena. Si tratta di un attacco alla democrazia?
«Non è stato solo un attacco alla democrazia, è stato un vero e proprio colpo di Stato, iniziato il 6 dicembre con l’annullamento totale delle elezioni presidenziali. Nove milioni di voti di cittadini rumeni sono stati semplicemente gettati nella spazzatura.
La Romania ha cessato di essere una democrazia autentica ed è diventata un regime totalitario. E non c’è alcuna esagerazione in questa affermazione».
L’Italia, con Giorgia Meloni, ha dimostrato che un’alleanza tra identità e pragmatismo può funzionare. Crede che la Romania possa giocare un ruolo simile?
«Sì, credo fermamente che la Romania possa seguire l’esempio storico della signora Meloni che, in soli due anni, ha ottenuto grandi risultati in Italia. Abbiamo un rapporto eccellente con Fratelli d’Italia, sia all’interno del partito dei Conservatori(Ecr) e del suo gruppo al Parlamento europeo, sia in termini di relazioni bilaterali.
L’Unione europea ha bisogno di un reset. L’agenda globalista ha dimostrato quanto possa essere dannosa per le nostre società, la nostra industria, la nostra agricoltura e le nostre famiglie. Nella maggior parte dei paesi europei, i cittadini si sono fatti sentire chiaramente, ribadendo che un cambiamento radicale è assolutamente necessario».
“La Romania deve seguire l’esempio storico di Meloni”
Con l’avanzata delle forze conservatrici in tutta Europa, Ecr sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito politico. Qual è il prossimo passo per trasformarlo in una vera forza di governo in Europa?
«La priorità è portare al governo, nei vari paesi, i partiti del nostro gruppo politico ed europarlamentare. Solo così potremo incidere davvero sulle politiche europee.
È inoltre essenziale, a livello comunitario, formare una maggioranza conservatrice e sovranista che metta fine alla follia progressista scatenata dalla sinistra. Ci stiamo avvicinando sempre di più a questo obiettivo».