
Respinto il ricorso
Romania, il colpo di mano è servito. La Corte costituzionale fa fuori Georgescu: non potrà ricandidarsi
La Corte costituzionale della Romania ha respinto il ricorso presentato da Calin Georgescu contro il bando alla sua candidatura alle elezioni presidenziali, convocate nuovamente dopo l’annullamento del voto che lo aveva portato a vincere il primo turno lo scorso novembre. Contro il candidato indipendente sostenuto anche dalla destra conservatrice di Aur, l’Alleanza per l’Unione dei Romeni guidata da George Simion, è stata aperta lo scorso febbraio una inchiesta penale per presunte false comunicazioni sulle fonti del finanziamento della sua campagna elettorale e presunte interferenze di Mosca.
Romania, la Corte costituzionale respinge il ricorso di Georgescu
Con il pronunciamento di oggi, Georgescu è definitivamente escluso dalle elezioni. Con un colpo di mano il candidato viene fatto fuori dalla competizione elettorale. Non potrà correre nuovamente come presidente, dopo essere essere arrivato in testa al primo turno. Il ballottaggio non si tenne mai perché la Corte Costituzionale rumena, con una decisione sorprendente, scelse di annullare le elezioni per presunte ingerenze straniere. Simion ha denunciato “un attacco contro la democrazia e le libertà in atto nel Paese”.
Un colpo di mano contro la democrazia
Dopo il niet dell’Ufficio Elettorale Centrale alla sua candidatura alle presidenziali di maggio Georgescu aveva promesso di non retrocedere definendo la sua esclusione “un colpo diretto alla democrazia nel mondo”. “Andremo avanti insieme fino alla fine. Pace, libertà e democrazia», in un video pubblicato sui social, in cui compare accanto al leader dell’Aur, George Simion, e alla presidente del Partito dei giovani (Pot), Anamaria Gavrila. Il video è stato condiviso anche da Simion sulla sua pagina Facebook con il messaggio: «Seguite le istruzioni e sfuggiremo alla dittatura! Sappiamo cosa dobbiamo fare, seguite le indicazioni organizzative, con calma e in modo pacifico!”.
Lo sdegno di FdI e Lega: il rispetto delle urne è prioritario
Il caso ha provocato un’ondata di sdegno anche in Italia. “Ciò che sta avvenendo in Romania è sempre più preoccupante”, ha commentato il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. L’ufficio elettorale centrale di Bucarest, ha ricordato, è “un organo di natura politica”. “Non abbiamo simpatia per i filo-russi, ma vogliamo difendere la democrazia in ogni Nazione europea e il diritto di chiunque a candidarsi, anche se sgradito all’establishment della sinistra liberal e post-comunista”. Per Matteo Salvini si tratta di un golpe in stile sovietico.