
Dopo 7 anni
Scarcerato Luca Traini: ferì 6 nordafricani dopo la morte di Pamela Mastropietro
È stato scarcerato dopo 7 anni Luca Traini, il 36enne di Tolentino che il 3 febbraio 2018 feri’ 6 nordafricani a Macerata dicendo di aver agito per vendicare la morte di Pamela Mastropietro. Lo riporta ‘Cronache Maceratesi’, ricordando che Traini era stato condannato a 12 anni per strage e che, ora, il tribunale di Sorveglianza ha accolto la richiesta della difesa di affidamento in prova ai servizi sociali.
L’avvocato Sergio Del Medico, difensore di Traini, ha commentato sottolineando che “ha dimostrato una revisione critica in cui ha compreso l’enormita’ del gesto che ha compiuto e il danno e il dolore che ha causato. Ha mostrato impegno e passione in tutte le attività che gli sono state affidate in carcere. Intende anche risarcire le persone che ha ferito”.
In carcere Luca Traini ha iniziato a scrivere poesie
Da circa due anni il 35enne, che in carcere ha frequentato diversi corsi e ha partecipato anche una gara di poesia, poteva dedicarsi anche al lavoro con un’azienda agricola nei pressi del carcere anconetano di Barcaglione, a custodia attenuata, dove svolgeva mansioni di pastore di pecore.
In pratica, secondo la ricostruzione della difesa, avallata dal tribunale, Traini, non è più lo stesso uomo che seminò il panico per le vie di Macerata, sparando con una Glock 17 contro nove persone e ferendone sei, prima di legarsi la bandiera tricolore al collo davanti al monumento ai Caduti di Macerata ed essere arrestato. La scarcerazione è stata notificata oggi verso le 13: tornerà a vivere a Tolentino, avrebbe già trovato un lavoro e vorrebbe risarcire le vittime del reato.
“Per fortuna non si è fatto male nessuno”
Sugli avvenimenti del 3 febbraio 2018 il regista Daniele Gaglianone ha girato il documentario “Per fortuna non si è fatto male nessuno”. Il documentario ricostruisce le dinamiche che hanno portato al raid razzista di Luca Traini, attraverso lo sguardo e la personalità di Kofi, Jennifer, Omar: alcune delle vittime della sparatoria. La loro parabola individuale si alterna alla ricostruzione dell’humus mediatico in cui le vicende hanno avuto luogo e le conseguenti implicazioni politiche. L’obbiettivo del film è ridare la giusta attenzione alle vittime e fornirgli l’opportunità di effettuare un’intervista a Traini, porgli quelle domande che durante questi anni non hanno potuto sollevare.