
Elly allergica al confronto
Schlein si chiude nei palazzi e porta il Pd “in ritiro” a Reggio Emilia. Meloni sceglie il campo aperto: due stili a confronto
Che diverso stile nel fare e interpretare la politica. Meloni a viso aperto, predilige il confronto anche aspro nei congressi di avversari e con folle non certo plaudenti. Dal congresso della Cgil al congresso di Azione il premier non si è mai sottratto alla dialettica con gli avversari. E’ la sua cifra di sempre, come ha ribadito sabato invitata da Carlo Calenda. “Vengo da una storia politica di una comunità che ha fatto del confronto con le idee anche più distanti la sua cifra”, ha detto. Elly Schlein al contrario si chiude nei palazzi, non accetta il confronto a viso aperto: ha mandato Boccia a presenziare alll’assise di Azione perché “aveva già impegni”. La segretaria dem preferisce ritirarsi al chiuso, chiamando in “ritiro” i suoi, come fa un allenatore come extrema ratio: dopo un periodo nero, chiama a raccolta i giocatori negli impianti sportivi a serrare i ranghi prima di un’altra partita. Il periodo per Elly Schlein non è nero ma nerissimo. Il caso Picierno, i sondaggi, la frantumazione del Pd, le cordate di chi vorrebbe accerchiarla, le piazze separate, il campo largo che è solo un ricordo e il caso Prodi.
Schlein in ritiro: dal Park Hotei ai Cappuccini a Casa Cervi
Così Elly Schlein ha richiamato tutti all’ordine, o almeno spera: come lo scorso gennaio 2024, i deputati dem finiscono in ritiro. Accadrà giovedì 4 aprile. Il ritiro nei palazzi è la “cifra” della segretaria. La scelta del luogo questa volta è stata più sobria, diciamo così: dall’esclusivo Park Hotel ai Cappuccini dello scorso anno a Casa Cervi, museo ricavato dalla casa dei fratelli Cervi, uccisi dal fascismo. La riunione sarà “blindata”: giovedì 3 aprile la segretaria vuole tutti a Gattatico, vicino Reggio Emilia. Primo appuntamento l’ omaggio ai fratelli Cervi. Top secret ancora la scaletta degli interventi. Si sa solo che l’assemblea vera e propria avverrà solo nella giornata del venerdì 4 aprile. In serata è prevista la cena di gruppo. Il luogo è simbolico e potrebbe essere propedeutico per scaldare i muscoli in vista del 25 aprile e suonare la grancassa sul fascismo. Altre questioni sono totalmente divisive al momento nel suo partito. E il ricordo della non felice trasferta di Ventotene è lì a ricordarlo.
Il conclave: Elly segue la scia dei suoi “padri”
Elly tenta di blindarsi, tutto al chiuso. Un conclave. Segue un trend del Pd sperimentato (non fortunatamente) da Enrico Letta nel 2013. L’allora presidente del Consiglio annunciò su Twitter che i ministri si sarebbero riuniti per due giorni nell’abbazia di Spineto, in provincia di Siena. L’obiettivo era “programmare, conoscersi, fare spogliatoio”. Elly segue a ruota in un modo di fare politica distaccato, molto seguito dal centro sinistra nelle sue varie fasi politiche. Il primato spetta a Romano Prodi: uno dei meeting più celebri fu il ritiro del castello di Gargonza, del ’97, dove l’ex premier chiamò a raccolta politici e intellettuali per il primo anniversario dell’Ulivo. L’ abbazia di Spineto, scelta da Letta, nel 2010 fu teatro di un’altra riunione organizzata da Pierluigi Bersani per un seminario dei parlamentari. Elly segue questa via.
La “squadra” Pd in ritiro il 4 aprile
Sarà il momento di un faccia a faccia problematico con molte correnti interne al suo partito, sempre ben lontana dai riflettori. Farà il punto sui lavori parlamentari in programma da qui alla pausa estiva. Sarà il momento di fare un bilancio di quanto il Pd è riuscito a portare a casa in aula. Presumibilmente si passerà ai dossier internazionali. Ed è qui che cala la cappa di imbarazzo. Sulla “scampagnata” in Romagna incombe il macigno della votazione al Parlamento europeo dove il gruppo Pd si è platealmente spaccato sul voto al ReArm Europe. Un ricordo che è come una mannaia. Riuscirà Elly a ricucire lo strappo creatosi all’interno del partito? Spiegherà perché non ha detto una parola sul caso Prodi? Ci sarà qualcuno a far da paciere nel pulviscolo delle posizioni divaricate su tutto? Si farà capire almeno dai suoi dopo due anni di segreteria?
Schlein da Atreju e Calenda è allergica ai confronti diretti
Un confronto tutto a porte chiuse, dunque. Segretaria Pd e premier sono il Nadir e lo Zenit della politica. Due leadership che più lontane non si potrebbe: Meloni con una vocazione al campo aperto, anche “in partibus infidelium”, perché in democrazia c’è anche questo. Schlein non ci pensa minimamente. E’ propensa ai salotti tv amici e agli incontri a porte chiuse. Ha rifiutato più volte l’invito ad andare alla kermesse di Atreju, dove altri leader di sinistra si sono confrontati. Ha declinato l’invito di Calenda al congresso di sabato e domenica, rispondendo di avere altri impegni. Quali? Forse decidere la “scaletta” del ritiro e gli schemi di gioco di una partita difficile e con giocatori che remano contro l’allenatore…