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La violenza dei collettivi
Scontri a Bologna tra antagonisti universitari e polizia. Bernini li incalza: “Protestano? Abbiamo dato fondi da record”
Inaugurazione dell'anno accademico con scontri tra polizia e studenti rossi di Cambiare Rotta, Cua, Luna e Giovani Palestinesi. Durante il corteo non autorizzato sono stati lanciati ombrelli e bastoni contro gli agenti. Il ministro preso di mira: "Rispetto la protesta purché sia non violenta"
Nuove tensioni al centro di Bologna, dove i collettivi studenteschi universitari hanno organizzato un corteo non autorizzato, per poi scontrarsi con le forze dell’ordine. Inizialmente i manifestanti si sono radunati sotto il Portico dei Servi, prima di spostarsi in via Guerrazzi. In quel momento, gli agenti della polizia si sono schierati in assetto anti-sommossa per evitare l’irruzione alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bologna, svoltasi nell’aula magna della chiesa di Santa Lucia in via Castiglione. La Questura bolognese ha sottolineato che il corteo non è stato autorizzato, infatti la polizia è stata costretta a compiere alcune cariche di alleggerimento sui manifestanti, in particolar modo verso i collettivi antagonisti universitari di Cambiare Rotta, Cua, Luna e Giovani Palestinesi. I membri delle tre sigle si sono presentati alla protesta mascherati e parlando della giornata di protesta come se si trattasse di un “Carnevale precario”.
Già nel pomeriggio di venerdì, le quattro associazioni studentesche si erano rese protagoniste di azioni illegali, occupando la facoltà cittadina di Scienze politiche per poi mostrare cartelli e striscioni inneggianti alla violenza contro il ministro dell’Università Annamaria Bernini e contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Le violenze degli antagonisti universitari contro la polizia a Bologna
Gli antagonisti hanno aggredito le forze di polizia con ombrelli, bastoni e bombolette spray. Alla protesta intitolata “Assemblea precaria universitaria” hanno partecipato dipendenti, ricercatori e studenti dell’ambiente universitario bolognese. Nonostante la manifestazione violenta, i contestatori hanno avuto la possibilità di essere accolti alla cerimonia con una delegazione composta da cinque persone. Gli antagonisti sono poi intervenuti alla presenza dei dirigenti universitari, tra cui il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari e di Koen Lenaerts, presidente della Corte di Giustizia dell’Unione europea, premiato per l’occasione con il sigillo dell’Alma Mater. Presente durante l’incontro anche il ministro Bernini, ormai bersaglio delle protesta studentesche dell’estrema sinistra.
Bernini incalza i manifestanti violenti: ” Protestano? abbiamo dato fondi record all’università”
“Siamo i lavoratori e le lavoratrici precari, quella di stamattina (riferendosi agli scontri con la polizia): è la forma di accoglienza che la città e la ministra Bernini ci riservano”, ha affermato un portavoce dei manifestanti mascherati. “Noi siamo quelli e quelle che mandano avanti questo ateneo – ha sottolineato – con un lavoro invisibile, poco pagato e incerto. Senza di noi non ci sarebbero corsi, tesi di laurea, esami”. “Siamo precari da sfruttare e senza contratti stabili. Da mesi ci stiamo organizzando e mobilitando in tutta Italia, vogliamo che l’università cambi nel profondo e l’unico modo per farlo è lottare insieme”. Eppure, la “lotta” di cui ha parlato il portavoce non sembra poi così idealista e pacifica, visto che dai video presenti in rete rivelano senza ombra di dubbio la carica di violenza messa in atto dagli studenti contro gli scudi della polizia e l’utilizzo degli ombrelli per colpire gli agenti.
“Non so perché questi professionisti della protesta stiano protestando. Noi abbiamo messo soldi in più per l’università, un fondo record, stiamo investendo nelle borse di studio e diamo loro una marea di studentati”. Questo il commento del ministro dell’Università Annamaria Bernini, dopo aver appreso la notizia riguardante la manifestazione violenta dei collettivi della sinistra universitaria. “Ho visto che è Carnevale, si sono mascherati” ha aggiunto il ministro: “L’importante è che non facciano male a nessuno. Io rispetto ogni forma di protesta in quanto legittima purché democratica e non violenta”.