
Mozione bocciata
Sfiducia a Nordio: l’opposizione in stile Donnarumma incassa un gol a porta vuota (e si spacca ancora)
Se tecnicamente quello di Gigio Donnarumma, contro la Germania, non era stato un autogol a tutti gli effetti, ma una “papera” clamorosa causata da un black out mentale, l’ennesima mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, e respinta a maggioranza blindata, può tranquillamente definirsi un boomerang per la sinistra sul tema più generale della giustizia. Mozione di sfiducia che nel solco dei grandi dettami della politica, se non va a segno, diventa automaticamente un puntello per chi ne esce vincitore, in questo caso il ministro Nordio, chiamato a dare conto del rimpatrio del generale libico Almasri.
Bocciata la mozione di sfiducia, Nordio è più forte
L’Aula della Camera ha bocciato la mozione delle opposizioni di sfiducia al ministro della Giustizia con 215 voti contrari. 119 sono invece stati i sì alla richiesta e nessun astenuto. Gli esponenti di Azione non hanno partecipato al voto, a conferma delle solita spaccatura che al momento di passare dalle parole ai fatti politici, si realizza nell’ipotesi di “campo largo” che ancora qualcuno si presta a teorizzare.
Il testo respinto a Montecitorio, nella richiesta di dimissioni, ricordava come “il ministro della giustizia, non dando seguito alla richiesta di mandato d’arresto della Corte penale internazionale” nei confronti del generale Almasri “si è posto in aperto contrasto con il dettato costituzionale di cui all’articolo 10 che impone il rispetto delle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute e dei trattati, nonché con le leggi italiane, quale la legge n. 237 del 2012, il cui mancato rispetto è stato addirittura rivendicato orgogliosamente innanzi alle Camere”. La mozione a firma Pd, M5S, Avs e Iv, concludeva: “Visto l’articolo 94 della Costituzione e visto l’articolo 115 del Regolamento della Camera dei deputati, esprime la propria sfiducia al Ministro della giustizia, onorevole Carlo Nordio, e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni”. Carta straccia, a parte il solito show dell’opposizione in aula.
Le parole del ministro della Giustizia
Nel suo intervento Nordio ha ricordato che nella seduta precedente “il ministro è stato accusato di essere responsabile del numeri dei suicidi in carcere, dei magistrati fuori ruolo, dell’obbligatorietà dell’azione penale, di un panpenalismo, del problema delle madri detenuti, della salute nelle carceri, perfino della confisca dei beni a Cavallotti che è stato assolto, dell’abbattimento dell’arretrato civile, della crociata contro le intercettazioni, del dossieraggio dei parlamentari. Poi le censure si sono estese all’interno del governo e alla presidenza del consiglio accusati di malafede, incoerenza, falsità, slealtà verso la Camera e di violazioni del diritto internazionale e violazioni del diritto di riservatezza”, afferma Nordio spiegando che tutto ciò ricorda “i libelli dell’inquisizione, mancano solo le accuse finali di simonia e bestemmia e siamo apposto”.
“L’attività del ministro della Giustizia – sottolinea Nordio – non è quella di un passacarte ma di organismo che deve attivare un’attività istruttoria o pre-istruttoria rapportandosi ad altri organi di governo e ad altri organi non di governo. E lo può fare quando gli atti che arrivano dalla Corte penale internazionale sono poco convincenti, rivelano dubbi e inesattezze e in questo caso le hanno rivelate eccome: nella parte fondamentale che è quella del tempus commissi delicti”. “Che quel provvedimento (della Corte penale internazionale ndr) fosse completamente sbagliato – aggiunge – è stato dimostrato dalla stessa Corte che dopo 6 giorni ha cambiato completamente il testo”. Tant’è che la Corte ha cambiato poi “un elemento strutturale del reato, il tempo del reato commesso”.
Avanti tutta con la riforma
Nordio ammette che “una cosa mi lascia perplesso. Queste osservazioni che secondo me avrebbero potuto e dovuto essere mantenute in una dialettica urbana, civile, pacata sia pure nella doverosa polemica politica, sono state invece molto spesso esasperate nel linguaggio, nei toni e nelle stesse conclusioni. Si va sempre a finire ‘si vuole favorire la mafia, la delinquenza organizzata’… tutte cose che suonano come offensive o quanto meno come antipatiche”.
“Ho il sospetto, spero non sia vero che tutti questi attacchi, che arrivano da tutte le parti anche nei modi più sciatti e fasulli cominciano a dare la sensazione che si tratti di un attacco programmato e duraturo per evitare quella che secondo noi è la madre di tutte le riforme, la riforma della separazione delle carriere e il sorteggio nel Csm”, afferma ancora il ministro che sottolinea di “voler essere chiaro: quali che siano gli attacchi – giudiziari, politici, di stampa, parlamentari – noi non vacilleremo e non esiteremo: la riforma andrà avanti e più saranno violenti, impropri, sciatti gli attacchi contro di noi, più noi saremo forti e determinati. Più voi farete del vostro peggio, più noi faremo del nostro meglio”, ha poi concluso Nordio.
Le parole dell’opposizione
Molto pesanti le parole dei leader dell’opposizione, in particolare quelle del Verde Angelo Bonelli: “Ci fa molta rabbia e proviamo vergogna per quello che abbiamo sentito in Parlamento. Lei ha mentito, non ha avuto il coraggio di nominare le vittime del boia Al Masri. La guardo negli occhi, da uomo a uomo, e le dico che non ha avuto il coraggio”, ha detto sulla mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Nordio.
“Lei ha coperto un boia, un criminale. La guardo negli occhi e non riesco a immedesimarmi nel suo ruolo, come fa a stare sereno? Non ci riuscirei. Come andare a dormire sapendo che ha liberato un torturatore e stupratore che adesso sta facendo le stesse cose che anche le Nazioni unite hanno denunciato? Recuperi sua dignità, l’unica via sarebbe quella delle sue dimissioni”, ha aggiunto Bonelli.
“Lei non può continuare a ricoprire il ruolo di ministro della Giustizia non perchè è l’unico responsabile dei disastri del governo ma perchè poteva e doveva evitarlo. Ha scelto le ragioni di partito sul diritto. Noi votiamo a favore della mozione di sfiducia per lealtà verso un’Italia migliore di chi la governa”, aveva invece detto Elly Schlein.