
L'inedito ritratto del critico
Sgarbi sta male, nell’abisso nella depressione tra chili persi e ombre della mente: “Sempre dormito poco, ora passo molto tempo a letto”
La sua discesa nella spirale del "male oscuro" tra "fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare" e che segnano "una fase di meditazione dolorosa su quello che ho fatto e sul destino che mi attende". Riflessioni e parole che restituiscono del politico e esperto d'arte un ritratto inedito che non può non colpire...
Vittorio Sgarbi sta male, ed un malessere, quello che lo attanaglia, che scava da dentro e che lo pervade fin nei gangli connettivali della sua anima. Solo qualche settimana fa, Vittorio Sgarbi ha portato al Teatro Olimpico di Roma il suo “Arte e fascismo”, mostrandosi al pubblico in una inedita versione affaticata, dimessa. Sempre mirabile cantore dell’arte e abile maestro nel decriptare codici e segreti di un’estetica sublime racchiusa nei segni e nei tratti dei maestri di sempre, ma di sicuro non è sfuggito neppure a quella platea in ascolto religioso delle sue perle di saggezza critica, quanto e come il suo genio e la sua vis irriverente fossero insolitamente sottotono.
Vittorio Sgarbi sta male
E così oggi arriva dalle colonne di Repubblica la spiegazione di tanta fatica, e di tale tormentata pesantezza che grava su mente e cuore dell’indomito politico e esperto d’arte, e che il noto critico – che recentemente è stato ricoverato per una forte depressione – offre ai lettori, senza infingimenti di sorta o facili concessioni alla retorica. «Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ma ora passo molto tempo a letto»…
Una discesa nell’abisso della depressione
Una discesa nell’abisso di quel male oscuro che può colpire tutti, indipendentemente dalla notorietà o dal successo professionale. Un flagello che non risparmia neppure chi, come Sgarbi, ha fin qui rilevato tempra combattiva e veemenza esistenziale da vendere. E forse proprio per questo i suoi toni e le sue parole ora colpiscono e lasciano il segno.
Tra riflessioni e parole che restituiscono del critico un ritratto inedito
Come quando, parlando di questo momento difficile, Sgarbi spiega: «Trascorro una fase di meditazione dolorosa su quello che ho fatto e sul destino che mi attende. In fondo le cose che ho scritto, le opere d’arte che vedi, appartengono a un progetto di sopravvivenza. Qualcosa che rimanga e che si prolunghi oltre la vita». Pensieri e frasi che alludono a una dimensione a-temporale che poca presa ha sulla quotidianità fatta di battaglie accademiche e parlamentari a cui il prof ci ha abituato da sempre. E che adombrano, tra le righe, il desiderio di lasciare un’eredità culturale e artistica che possa perdurare nel tempo, oltre la propria esistenza.
I pensieri sulle «ombre della mente, sui fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare»
Non solo. Sulla depressione, dichiara ancora: «È una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo così ci sono anche le ombre della mente, dei pensieri, fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare». Una condizione nuova, che lo immobilizza fisicamente ma che non gli impedisce di provare uno sconcerto interiore e un disagio emotivo a cui forse non era preparato. Tanto da concludere: «Non ne avevo mai sofferto. Mi sembra un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta».
Vittorio Sgarbi sta male: la sua battaglia contro il “male oscuro”
Vittorio Sgarbi sta male, e quello che accusa è un nemico che presidia un lato inedito della sua personalità, solitamente energica e polemica. Una serpe in seno che incide, graffia e attacca forza fisica e energie mentali necessarie per affrontare le attività quotidiane. E di cui, nel delinearne fattezze indistinte e forza dirompente, sottolinea la complessità e l’aspetto multiforme e tentacolare che non si limita a sintomi fisici, ma coinvolge profondamente anche l’aspetto emotivo e psicologico.
Il confronto con le altre battaglie per la salute che il critico ha affrontato
Eppure, nonostante la notizia abbia disorientato chi, di Sgarbi, è abituato a recepire un’immagine che incarna ben altro, e nonostante voce affievolita e pensieri sprofondati nella più profonda spirale di tormento lontano dall’estasi in cui può proiettarci la meraviglia dell’arte. E comunque, forti della consapevolezza del fatto che in passato il critico ha già superato un intervento al cuore nel 2015 e, più recentemente, un cancro alla prostata, questa nuova battaglia contro la depressione – che sembra averlo segnato profondamente, portandolo a una fase di introspezione e riflessione sulla propria vita e carriera – offre uno spunto di riflessione sulla fragilità umana e sull’importanza di riconoscere e affrontare le malattie mentali con la stessa attenzione riservata a quelle fisiche.
Il messaggio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salute della mente, del corpo e del cuore
E, in conclusione, oltre a rappresentare un potente richiamo alla consapevolezza riguardo ai malanni che affliggono animo e mente, la sua apertura nel condividere pubblicamente la propria esperienza può contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di riconoscere e trattare adeguatamente le problematiche legate alla salute della mente, del corpo e del cuore.