
Il sindaco di Filottrano
“Sindacati cancro dell’Italia”: per questa frase un sindaco marchigiano (di Filottrano) rischia il processo
Il prossimo 14 marzo è stata fissata ad Ancona l'udienza predibattimentale: l'attenuante di Luca Paolorossi, non era ancora stato eletto sindaco
Galeotto fu un post pubblicato da Luca Paolorossi sul proprio profilo Facebook, prima che diventasse sindaco di Filottrano, località delle Marche celebre per le bellezze gastronomiche e paesaggistiche.
“Sindacati cancro dell’Italia”: il post incriminato
Il primo cittadino del comune dell’Anconetano, 52 anni, sarto e imprenditore, rischia infatti un processo per diffamazione dei sindacati italiani: aveva postato sui social, il 16 gennaio 2024, un intervento nel quale prendeva di petto i sindacati usando termini pesanti e insulti e scrivendo che Cgil-Cisl-Uil “sono il cancro d’Italia”. Parole che avevano innescato la denuncia da parte della segretaria generale e legale rappresentante della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, la quale si era sentita offesa per la categoria che rappresenta.
Luca Paolorossi è conosciuto come il sarto dei vip
Il sindaco di Filottrano se la caverà con un risarcimento danni?
Il prossimo 14 marzo è stata fissata ad Ancona l’udienza predibattimentale davanti alla giudice Francesca Pizii. In questa fase, ci sono ancora i margini per risarcire il danno e far ritirare la querela alla parte offesa, rappresentata dall’avvocato Matteo Catalani. Da sindaco, Paolorossi è diventato rapidamente popolare perché come prima misura ha rinunciato al suo stipendio da primo cittadino.
Paolorossi è difeso dall’avvocato Fabrizio Belfiore. Paolorossi, che in quel periodo non era neanche entrato in campagna elettorale a seguito della quale sarebbe stato poi eletto sindaco nel giugno 2024, raccolse con il post, tuttora visibile, ben 58 like e sei commenti anche questi dal contenuto pungente. L’imprenditore pubblicò su Facebook una locandina dove si diceva che il risultato, dopo 60 anni di sindacato in Italia, era di avere “operai più poveri d’Europa e dirigenti sindacali più ricchi del mondo”. Nella locandina erano riportate le tre sigle Cgil-Cisl-Uil e a corredo l’imprenditore aveva aggiunto di suo pugno proprie frasi, ammettendo di nutrire “un odio viscerale per i sindacati”.