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Strage di Erba

"Nuove prove, mere congetture"

Strage di Erba, la Cassazione dice no alla revisione del processo: resta l’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi

Cronaca - di Redazione - 25 Marzo 2025 alle 19:13

I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso presentato da Olindo Romano e Rosa Bazzi, per la riapertura del processo sulla strage di Erba per cui i due coniugi sono stati condannati all’ergastolo. Il processo quindi non verrà riaperto e i due coniugi resteranno in carcere. Le tre fasi di giudizio, che hanno confermato l’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi quali autori della strage, hanno – secondo i giudici dell’Appello e ribadito poi dal procuratore capo di Como, che respinsero l’istanza di revisione – evidenziato “la correttezza dell’operato” del pm e dei carabinieri che “nella fase delle indagini preliminari hanno raccolto prove materiali, documentali, dichiarative, scientifiche e logiche incontestabili” e “non certo le sole confessioni”.

La Corte di Cassazione ha scritto la pagina finale sulla strage di Erba

La difesa, con in testa il legale Fabio Schembri, con il ricorso in Cassazione, ha riproposto la questione delle ‘nuove prove’ che a dire degli avvocati dei coniugi Romano scagionerebbero la coppia già condannata in via definitiva per la strage dell’11 dicembre 2006: quando sotto i colpi di spranga e coltelli, furono uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di soli due anni, la nonna materna del piccolo Paola Galli. Il sostituto pg di Cassazione Giulio Monferini questa mattina aveva, invece, sollecitato la conferma della decisione della Corte di appello di Brescia di dichiarare inammissibile il ricorso della difesa. Quelle che secondo i difensori sarebbero le ‘prove nuove’, “non possono in alcun modo smontare i pilastri delle motivazioni che hanno portato alla condanna di Rosa e Olindo; e cioè le dichiarazioni del sopravvissuto, le confessioni e le tracce ematiche. Le cosiddette ‘prove nuove’ sono mere congetture, astratte” ha sottolineato nella requisitoria in aula il pg.

I contenuti delle richieste di revisione sono stati ripercorsi con questo ricorso in Cassazione. Citati per spiegare ai giudici romani i passi falsi della Corte d’Appello di Brescia. La Cassazione, come noto, non entra nel merito delle sentenze ma valuta che siano corrette dal punto di vista procedurale-giuridico. Stando alla sentenza di oggi, quindi, i giudici di Brescia non hanno commesso errori. Cade così l’ultimissima speranza per i due detenuti condannati all’ergastolo in primo, secondo e terzo grado.

 

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di Redazione - 25 Marzo 2025