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Terzo patetico blitz di Ultima Generazione al ristorante di Cracco. Ossessione pauperista e poca fantasia

La guerra ai ricchi

Terzo patetico blitz di Ultima Generazione al ristorante di Cracco. Ossessione pauperista e poca fantasia

Cronaca - di Eugenio Battisti - 26 Marzo 2025 alle 19:40

Poca fantasia e un’incontenibile voglia di fare gazzarra sotto i riflettori. I militanti di Ultima Generazione ci riprovano e tornano sul ‘luogo del delitto’.  Per la terza volta va in scena il solito blitz al ristorante di Carlo Cracco, all’interno della Galleria Vittorio Emanuele di Milano. Due ragazze e un ragazzo fanno ingresso nel locale intorno all’ora di pranzo per urlare il loro no alle disuguaglianze sociali e portare avanti la campagna “Il giusto prezzo”. Poco dopo è intervenuta la polizia che li ha bloccati e accompagnati in questura per valutare l’esatta dinamica dell’azione di protesta.

Terzo blitz di Ultima Generazione al locale di Cracco

Stesso schema, stessi slogan per gli attivisti green cresciuti a pane e ideologia. All’attivo altre due eroiche protesta, il 19 e il 23 marzo. Nell’ultimo blitz gli attivisti hanno versato tre bottiglie di passata di pomodoro nella veranda del ristorante nel centro di Milano.  “Siamo per la terza volta nel Ristorante Cracco per denunciare un’Italia sempre più divisa. Dove le disuguaglianze crescono nell’indifferenza di chi detiene il potere e vive nel lusso”, hanno rivendicato con il piglio dei crociati della giustizia sociale. “Scegliamo di venire qui perché questo luogo rappresenta una realtà distaccata, una bolla che esiste solo grazie allo sfruttamento e alla precarietà di chi sta fuori. È qui che il nostro messaggio può arrivare più forte”.

La crociata contro i ricchi finisce in Questura

Poi una precisazione, perché sia chiaro l’intento anti-casta e anti-governo Meloni. “Attaccare Cracco non significa dire che Cracco è il problema. Ma mettere in evidenza l’abisso tra chi ha troppo e chi non ha abbastanza. La fame non è una fatalità, è una questione politica. Il problema non è l’arte del cibo, ma la disparità sociale che la circonda. Non è accettabile che il lavoro di milioni di persone valga così poco da non permettere loro di vivere con dignità, mentre pochi si arricchiscono senza limiti”. Infine una speranza: che lo chef proprietario del locale dei ricchi nemici del popolo si converta alla causa. “Anche Cracco può scegliere da che parte stare.  La richiesta che noi vogliamo rivolgergli è di aprire le porte del suo ristorante, ogni giovedì, offrendo pasti gratuiti a persone al di fuori della sua abituale clientela. Un gesto simbolico per sostenere chi sta affrontando difficoltà, dimostrando che la buona cucina può essere anche un atto di solidarietà”.

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di Eugenio Battisti - 26 Marzo 2025