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Tracce di nicotina sui capelli di Chiara Poggi, ma Alberto Stasi non fumava. E torna in ballo la cugina

Il delitto di Garlasco

Tracce di nicotina sui capelli di Chiara Poggi, ma Alberto Stasi non fumava. E torna in ballo la cugina

Cronaca - di Lucio Meo - 18 Marzo 2025 alle 08:36

“Chiara Poggi, uccisa a Garlasco la mattina del 13 agosto 2007, aveva tracce di nicotina nei capelli. Lo rileva una perizia del 2008. Ma Alberto Stasi non fumava”, racconta questa mattina Il Messaggero, che apre un nuovo fronte sul caso del delitto di Garlasco nell’ottica della presunta innocenza del fidanzato della ragazza condannato in via definitiva per omicidio. “Il fumo è presente nella parte finale dei capelli, in quella centrale e soprattutto nella parte più vicina al cuoio capelluto. Cresciuta nei giorni prima dell’omicidio. Ciò attesterebbe un’esposizione prolungata al fumo. In alcune fotografie scattate dai carabinieri sul luogo del delitto compare un portacenere con segni di utilizzo, ma senza mozziconi. Una svolta? L’ennesima?

Chiara Poggi e il supertestimone che scagionerebbe Alberto Stasi

Intanto, il gip di Pavia Daniela Garlaschelli ha acquisito anche la testimonianza di un supertestimone, che ha parlato a Le Iene. L’uomo avrebbe scelto di parlare solo ora perché, sostiene, temeva di «finire nei guai». «Qui non si parla di errori, ma di volontà. Un mese dopo il delitto io avevo delle cose da dire, ma non c’è stata l’intenzione di ascoltare», afferma ora. Libero parla invece oggi di Marco Muschitta, tecnico dell’Asm (Impianti e Servizi Ambientali Spa), di 31 anni. La mattina dell’omicidio, tra le 9.30 e le 10, mentre stava controllando delle centrali dell’acqua a Garlasco ed era in via Pavia, nei pressi dell’abitazione di via Pascoli, ha notato «una bicicletta che ho visto uscire da una via laterale a sinistra rispetto al mio senso di marcia, mi ha colpito perché non c’era nessun altro veicolo a quanto mi ricordo, perché non procedeva regolarmente ma andava leggermente a zig zag come se il conducente avesse qualcosa di ingombrante nella mano destra. A questo punto ho guardato con attenzione e ho visto che a bordo di questa bicicletta c’era una ragazza con i capelli biondi a caschetto, con gli occhiali da sole a mascherina scuri come quelli che vanno di moda adesso. Questa ragazza aveva delle scarpe bianche con una stella blu». Il testimone avrebbe riconosciuto poi in una cugina di Chiara Poggi, Stefania Cappa, la donna di quella mattina. Ma aveva poi ritrattato tutto. Oggi si torna ad esplorare di nuovo quella pista, anche se il ragazzo è stato denunciato per calunnia da Stefania Cappa per poi essere assolto «perché il fatto non sussiste».

La cronostoria di un processo infinito

A leggere ora le “nuove” carte più che un’indagine contro Sempio sembra uno pseudo tentativo di revisione per Stasi che non ha fatto formale istanza alla Corte d’Appello di Brescia e che vede il suo fine pena fissato nel 2030 (per buona condotta potrebbe tornare libero già nel 2028). La procura è intenzionata ad analizzare nuovamente i risultati del Dna sotto le unghie della vittima, riguardare le impronte dattiloscopiche catturate quasi 18 anni fa nella villetta di via Pascoli e a fare una consulenza sull’impronta insanguinata della scarpa per determinarne la misura.

Per puntare il dito contro Sempio, oggi trentasettenne, serve però smontare la sentenza del 2015, bisogna ‘togliere’ Stasi dalla scena del crimine o supporre che abbia agito in concorso (nell’avviso di garanzia si parla di “concorso con altri soggetti o con Alberto Stasi”) con Sempio. Se la seconda ipotesi appare inverosimile, anche sulla prima mancano tanti tasselli che hanno portato i giudici della Cassazione a scrivere che contro ‘il biondino’ “ciascun indizio risulta integrarsi perfettamente con gli altri come tessere di un mosaico che hanno contribuito a creare un quadro d’insieme convergente verso la colpevolezza di Alberto Stati oltre ogni ragionevole dubbio”.

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di Lucio Meo - 18 Marzo 2025