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Trattato di Osimo, 50 anni dopo. FdI: una ferita ancora aperta per l’Italia

Convegno a Montecitorio

Trattato di Osimo, 50 anni dopo. FdI: una ferita ancora aperta per l’Italia

Politica - di Redazione - 11 Marzo 2025 alle 17:26

«Parlare del Trattato di Osimo è fondamentale per ricordare, analizzare, comprendere e portare in ogni angolo d’Italia lo scempio ai danni della popolazione giuliano dalmata, una ferita ancora aperta per l’Italia e per Trieste». Così il deputato di Fratelli d’Italia, Nicole Matteoni, nel corso del convegno ‘1975-2025 a cinquant’anni dal trattato di Osimo’ tenutosi questa mattina nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati.

“Solo il MSI mantenne una linea coerente”

«La vicenda di Osimo portò a profonde lacerazioni nelle sezioni locali dei partiti tradizionali, in quel momento in contrapposizione con le linee politiche tenute a livello centrale. Solo il MSI mantenne una linea coerente da Roma a Trieste contro la stipula, mentre tutti gli altri partiti a livello locale registrarono delle spaccature con voti di astensione o contrari ad Osimo e dichiarazioni di dimissioni dei rappresentanti eletti. Un risultato dovuto al grande senso di comunità triestino tenuto insieme dall’amore per la Patria e il territorio, e, dal grande lavoro delle associazioni degli esuli tra cui spicca la figura dell’avvocato Lino Sardos Albertini.  Queste lacerazioni portarono alla nascita della ‘Lista per Trieste’, la prima storica lista civica d’Italia, che raccolse alle successive elezioni amministrative il 27% dei consensi e che in seguito riuscì anche ad eleggere un parlamentare. Per descrivere la portata dell’evento, potremmo parlare di una politica prima e dopo Osimo, soprattutto per quanto riguardò Trieste».

Il trattato di Osimo si poteva evitare

Al convegno è intervenuto anche il deputato e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione cultura, Alessandro Amorese che ha evidenziato come «la questione orientale vada sviscerata quotidianamente ed eventi come quello odierno servono per rinfrescare la memoria di tutti e far conoscere ai più giovani importanti pezzi di storia d’Italia. C’era urgenza di stipulare il trattato di Osimo? Forse no. Si poteva evitare, quella che l’allora presidente del Consiglio Aldo Moro definì una dolorosa rinuncia. Con Osimo sostanzialmente si legalizzarono gli espropri ai danni degli italiani. Non so se fu un tradimento, nei confronti degli esuli istriani probabilmente si, certamente fu una resa. Nel dibattito parlamentare dell’epoca l’intervento di Beppe Niccolai descrisse benissimo quello che si stava per compiere: “con il trattato di Osimo non si sarebbero ceduti solo i campanili, le chiese, i monumenti e la storia d’Italia, avremmo ceduto l’anima del nostro popolo”».

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di Redazione - 11 Marzo 2025