
E i dem Usa crollano
Trump e Putin più vicini: imminente la telefonata per il cessate il fuoco in Ucraina
La tanto attesa telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin è imminente e “si dovrebbe tenere la prossima settimana”. Lo ha dichiarato alla Cnn l’inviato speciale del presidente americano, Steven Witkoff.
Dopo essere stato a Mosca per incontrare il leader del Cremlino, l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, ha fatto il punto sulle trattative per la ricerca di una tregua in Ucraina. Witkoff ha spiegato che il suo faccia a faccia con Putin è stato “positivo” ed è durato “tre o quattro ore” nel corso delle quali la discussione è stata imperniata sulla “ricerca di soluzioni per la crisi ucraina”. L’uomo di fiducia di Trump ha confermato che il tycoon punta a giungere a una soluzione in un lasso di tempo relativamente breve, che Trump quantifica in “settimane”. Una dichiarazione che è stata immediatamente ripresa dalla Tass, come a certificare un implicito avallo del Cremlino.
“Putin e Trump hanno un rapporto reale, sarà una telefonata molto costruttiva”
Il colloquio tra Trump e Putin “darebbe un impulso positivo ai negoziati sull’Ucraina dimostrerebbe la loro disponibilità a raggiungere una pace duratura”, ha aggiunto in una successiva intervista alla Cbs l’inviato speciale della Casa Bianca. Ha pure rimarcato come Putin e Trump abbiano mantenuto un “rapporto reale” sin dal primo mandato di Trump: “Penso che questa sarà una chiamata molto positiva e costruttiva tra i due uomini, tra i due presidenti”, ha concluso. Parallelamente alle interlocuzioni con Mosca gli Stati Uniti stanno portando avanti anche quelle con Kiev e, a tal proposito, è previsto un incontro fra delegazioni la prossima settimana.
Democratici mai così in basso nei sondaggi dal 1992
L’effetto Trump sortisce effetti indubbi anche sull’indice di gradimento del Partito democratico americano. Indice sceso ai minimi storici, secondo un nuovo sondaggio della CNN condotto da SSRS, alimentato in parte dall’offuscamento delle opinioni dei suoi stessi sostenitori frustrati. Tra l’opinione pubblica americana in generale, l’indice di gradimento del Partito Democratico si attesta solo al 29%, un minimo storico nei sondaggi della CNN risalenti al 1992 e un calo di 20 punti dal gennaio 2021, quando Trump ha lasciato il suo primo mandato all’ombra dell’attacco del 6 gennaio al Campidoglio. Il rating del Partito Repubblicano è attualmente del 36%.
I Repubblicani evitano lo shutdown
Donald Trump ha vinto in queste ore un’altra sfida, stavolta interna. I Democratici si sono piegati al suo ultimatum e hanno dato il via libera all’approvazione della legge che doveva finanziare per altri sei mesi il bilancio federale, in modo da evitare lo shutdown, il blocco dei servizi pubblici non essenziali. Il voto dei Democratici – alla fine dieci, guidati dal leader di minoranza Chuck Schumer – è stato decisivo per aggirare il filibuster, l’ostruzionismo in mano alla minoranza. Superato quello scoglio, il testo, scritto dai conservatori senza trattare con l’opposizione, è approdato in aula per la votazione e che i Repubblicani potevano approvare da soli, avendo la maggioranza di 53 seggi contro i 47 Democratici (inclusi due indipendenti). Alla fine il testo e’ passato con 54 voti a favore e 46 contrari. Tra i Repubblicani ha votato no Rand Paul, mentre due Democratici hanno votato a favore, ma non il senatore Schumer, che aveva sbloccato lo stallo giovedì. Ora il testo è atteso alla Casa Bianca per la firma finale. La legge doveva essere approvata entro la mezzanotte, corrispondente alle 5 di mattina in Italia.