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Trump ha rivelato di aver parlato con Putin

Il bastone e la carota

Trump: «Con Putin discussioni molto positive, ho chiesto di evitare massacri. Ci sono ottime possibilità che la guerra finisca»

Il presidente Usa fa il punto sui colloqui con Mosca: «Produttivi». Ma rinnova le sanzioni. Putin: «Solidali con l'appello di Trump. Se depongono le armi e si arrendono, garantiremo vita e trattamento dignitoso». Il G7 ribadisce «incrollabile sostegno all'Ucraina»

Esteri - di Viola Longo - 14 Marzo 2025 alle 18:25

In un post su Truth Donald Trump ha riferito di «discussioni molto positive e produttive con il presidente russo Vladimir Putin», sottolineando che «ci sono ottime possibilità che questa orribile e sanguinosa guerra possa finalmente giungere alla fine». Il post ha fatto pensare a una conversazione diretta tra il presidente Usa e il suo omologo russo, poiché The Donald ha scritto che «ho chiesto con forza al presidente Putin di risparmiare le loro vite», facendo riferimento a «migliaia di truppe ucraine completamente circondate dai militari russi e in una posizione molto vulnerabile» nel Kursk. «Sarebbe un massacro orribile, mai visto dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Che Dio li benedica!!», ha concluso Trump. La Casa Bianca ha poi precisato che, in realtà, Trump non si riferiva a sui colloqui personali con Putin, ma a quelle del suo inviato Steve Witkoff, sebbene nel post non fosse mai citato. «Siamo solidali con l’appello del Presidente Trump. Se depongono le armi e si arrendono, sarà loro garantita la vita e un trattamento dignitoso», ha risposto Putin nel corso di un intervento in tv.

Trump: «Discussioni molto positive con Putin». Ma le sanzioni restano

Anche in questa fase delicata delle trattative permane la strategia delle sanzioni, confermate tanto dagli Usa, quanto dall’Ue e dal G7. Secondo quanto riferito dalla Cbs, che ha citato quattro fonti ben informate, Washington ha introdotto nuovamente sanzioni sul settore petrolifero, bancario e del gas russo: il Dipartimento del Tesoro americano ha fatto scadere, senza rinnovarle, le esenzioni che erano in vigore da 60 giorni e che erano state introdotte a gennaio dall’Amministrazione Biden. Con la scadenza della deroga, le banche russe potrebbero non avere più accesso ai sistemi di pagamento americani per condurre transazioni energetiche. Ieri Trump, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, aveva nuovamente parlato delle sanzioni come leva per spingere Putin ad accettare la tregua, definendo «devastanti» le misure che potrebbe adottare.

L’Ue rinnova le restrizioni individuali a 2400 persone ed entità

Anche il Consiglio Ue oggi ha rinnovato un pacchetto di sanzioni individuali nei confronti di soggetti che hanno aiutato, a vario titolo, la guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, per sei mesi, fino al 15 settembre prossimo. Il rinnovo è arrivato all’unanimità, per procedura scritta, dopo che ieri sera la presidenza polacca aveva proposto un testo di compromesso che depennava alcuni nomi dalla lista, di fatto accorciandola, accogliendo in parte le richieste dell’Ungheria, la quale, com’è ormai prassi, ha utilizzato il veto per ottenere concessioni. L’Ue «aumenta la pressione sulla Russia», ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, via social, sottolineando che «estendiamo le nostre sanzioni a circa 2.400 individui ed entità per l’aggressione in corso della Russia contro l’Ucraina, tra cui: divieti di viaggio, congelamento dei beni, divieto di finanziamenti/risorse. La nostra determinazione a sostenere l’Ucraina è decisiva».

Le conclusioni del G7: «Ulteriori costi alla Russia nel caso il cessate il fuoco non venga concordato»

Il tema delle sanzioni è stato affrontato anche nel G7 dei ministri degli Esteri in Quebec. Nelle conclusioni del vertice si legge che i ministri hanno discusso «l’imposizione di ulteriori costi alla Russia nel caso in cui il cessate il fuoco non venga concordato, anche attraverso ulteriori sanzioni, limiti ai prezzi del petrolio, nonché ulteriore sostegno all’Ucraina. Ciò include l’uso di entrate straordinarie derivanti da asset sovrani russi immobilizzati». Il testo chiede che la Russia accetti «un cessate il fuoco a parità di condizioni» e «lo attui pienamente» e ribadisce l’«incrollabile sostegno all’Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza».

L’«incrollabile sostegno all’Ucraina» e «la necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili»

I capi delle diplomazie dei Sette Grandi hanno anche «accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco, e in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina in Arabia Saudita» e hanno espresso l’apprezzamento per «l’impegno dell’Ucraina per un cessate il fuoco immediato, che è un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite». E hanno sottolineato «la necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili per garantire che l’Ucraina possa scoraggiare e difendersi da qualsiasi nuovo atto di aggressione», affermando che continueranno a coordinare «il sostegno economico e umanitario per promuovere la rapida ripresa e ricostruzione dell’Ucraina, anche all’Ukraine Recovery Conference che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025».

La «forte unità» e l’appoggio all’azione americana

Il G7 ha dimostrato «una forte unità» nei colloqui sull’Ucraina, ha commentato il ministro degli Esteri canadese, Melanie Joly. «Sosteniamo la proposta americana di cessate il fuoco, accettata dagli ucraini, e aspettiamo ancora la risposta russa», ha aggiunto Joly, che al termine del vertice avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa che però è stata annullata con un breve comunicato in cui non si spiegano i motivi della decisione, che potrebbe essere legata a questioni interne: oggi si insedia il nuovo governo canadese guidato da Mark Carney e nel quale anche Joly è chiamata a giurare, essendo stata confermata nel ruolo che già ricopre.

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di Viola Longo - 14 Marzo 2025