
Linea rovente
Trump strappa a Putin una tregua “selettiva”. Stop agli attacchi sulle centrali per 30 giorni
Al termine di una telefonata durata quasi tre ore, Donald Trump ottiene da Vladimir Putin con una “tregua” selettiva nella guerra in Ucraina. Mosca si asterrà dal colpire le infrastrutture energetiche di Kiev (e l’Ucraina dovrà fare altrettanto) per un periodo di trenta giorni. Il comunicato ufficiale della Casa Bianca diffuso al termine del colloquio fra il presidente americano e il suo omologo russo dà per certo il raggiungimento di un accordo in tal senso: di fatto, il primo passo sulla strada di una “pace duratura”.
Il comunicato del Cremlino, pur confermando l’intesa, è più dettagliato ed elenca una serie di condizioni poste da Mosca per ulteriori progressi. Il che sembra indicare come Trump avesse forse sperato di ottenere delle concessioni più ampie dalla controparte. Di fatto, la tregua energetica è quanto avevano già proposto a suo tempo il presidente ucraino Volodymyr Zelesnky e quello francese Emmanuel Macron.
Nella telefonata, Trump e Putin hanno concordato di avviare “immediatamente” i negoziati, che si svolgeranno in Medio Oriente, su una possibile pausa graduale della guerra innescata nel febbraio 2022 dall’invasione russa. Come fanno sapere sia il Cremlino sia la Casa Bianca, la conversazione è stata “dettagliata e schietta”. Una definizione diplomatica che lascia intendere che la conversazione non è stata facile e si è andati vicini al punto di rottura. Un altro segnale distensivo, arriva dall’annuncio che, nelle prossime ore, Russia e Ucraina si scambieranno 175 prigionieri di guerra ciascuno. Mosca, come segno di buona volontà, rilascerà anche 23 militari ucraini gravemente feriti. I due leader hanno confermato l’intenzione di proseguire gli sforzi per raggiungere una soluzione ucraina in modo bilaterale, tenendo conto anche delle proposte del presidente degli Stati Uniti. “A questo scopo vengono creati gruppi di esperti russi e americani”, fanno sapere dal Cremlino.
Zelensky: Putin non è pronto a porre fine alla guerra
«Per ora aspettiamo i dettagli dalla parte americana, ma al momento abbiamo gli Shahed e la minaccia missilistica nel nostro Paese, quindi gli accordi non funzionano ancora»: è la reazione dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la telefonata Trump-Putin, come riporta Rbc Ukraina. L’ufficio del presidente ha sottolineato che la proposta di tregua nei cieli e nei mari era originariamente venuta dall’Ucraina. Tuttavia, la parte americana aveva proposto di andare oltre, arrivando a un cessate il fuoco totale. «Quindi ora sono stati gli stessi russi a respingerlo, il che significa che hanno bisogno di una guerra». Zelensky afferma inoltre che le condizioni poste da Putin dimostrano che non è pronto a «porre fine» alla guerra e «puntano a indebolire l’Ucraina».
La seconda telefonata tra Trump e Putin dopo tre anni di gelo
I negoziati per porre fine alla guerra sono iniziati dopo che Trump e Putin si sono parlati al telefono il 12 febbraio, segnando una ripresa delle comunicazioni dopo tre anni di silenzio tra la Casa Bianca e il Cremlino. Da allora, il presidente ha ospitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per un incontro nello Studio Ovale che si è concluso con l’incandescente diatriba a tre il presidente ucraino, il vicepresidente JD Vance e lo stesso Trump.
La dichiarazione integrale della Casa Bianca
“Il presidente Trump e il presidente Putin hanno parlato del necessità di pace e di un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina. Entrambi i leader hanno concordato su questo punto: il conflitto deve finire con una pace duratura. Hanno inoltre sottolineato la necessità di miglioramento delle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Russia. Il sangue e le risorse che sia l’Ucraina che la Russia hanno speso in questa guerra sarebbe stato meglio spenderli per i bisogni della loro gente”.
“Questo conflitto non sarebbe mai dovuto iniziare – prosegue il comunicato della Casa Bianca – e avrebbe dovuto finire molto tempo fa con sinceri e in buona fede sforzi di pace. I leader hanno convenuto che le trattative per la pace inizierà con un cessate il fuoco in materia di energia e infrastrutture, nonché negoziati tecnici sull’attuazione di un cessate il fuoco marittimo nel Mar Nero, cessate il fuoco completo e pace permanente. Tali negoziati inizierà immediatamente in Medio Oriente”.
“I leader – prosegue il comunicato – hanno parlato ampiamente del Medio Oriente come di una regione di potenziale cooperazione per prevenire futuri conflitti. Hanno inoltre discusso della necessità di fermare la proliferazione delle armi strategiche e si impegnerà con gli altri per garantire un’applicazione quanto più ampia possibile. I due leader hanno condiviso il punto di vista che l’Iran non dovrebbe mai essere in grado di distruggere Israele”.
“I due leader hanno convenuto – conclude la nota – che un futuro con un migliore rapporto bilaterale tra Stati Uniti e Russia costituisce un enorme vantaggio. Questo include enormi accordi economici e stabilità geopolitica allorché la pace sarà stata raggiunta”.