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Un tesoro da 11 miliardi
Tutto quello che avreste voluto sapere sulle “terre rare” e non avete mai osato chiedere
Tutti ne parlano ma il termine suona ancora misterioso: per terre rare si intendono gli elementi di un territorio che hanno proprietà catalitiche, metallurgiche, nucleari, elettriche, magnetiche e luminescenti uniche. Il mercato globale attorno a questi componenti chimici presenti nella tavola periodica è stimato attorno agli 11 miliardi di dollari ed è probabile che nel 2031 raggiungerà i 21,7 miliardi.
Le applicazioni di questi elementi, secondo Inside over, spaziano dagli alternatori per auto all’alta tecnologia passando per la tecnologia di difesa e l’economia “verde”, fino agli scopi futuristici come lo stoccaggio e il trasporto di idrogeno. Il presidente americano Donald Trump, che ha avuto l’idea di firmare un accordo sullo sfruttamento delle terre rare in Ucraina con l’omologo Volodymyr Zelensky, non è l’unico leader mondiale ad essere interessato a questi materiali. La trattativa tra gli Usa e L’Ucraina, secondo l’Ansa, vale ben 500 miliardi di dollari.
La Cina, ad esempio è il primo produttore di Terre rare in assoluto con 240mila tonnellate prodotte e e con un export che anche lo scorso anno è cresciuto del 6%. Invece le statistiche sugli Usa attestano che tra il 2019 e il 2022, il Paese abbia importato più del 95% delle terre rare consumate. Nel 2024 la produzione di questi elementi chimici da parte degli Usa ha raggiunto le 43mila tonnellate. Anche la Russia ha interesse verso questi componenti chimici e infatti produce 2600 tonnellate di questi materiali all’anno, molti meno rispetto a Pechino e Washington.
L’Ucraina è ricca di terre rare, ma gli Usa non sono gli unici interessati
La grafite e il litio di cui è ricca la regione ucraina del Donetsk, ora sotto il controllo dei russi, sono tra i materiali più importanti estraibili dal terreno. L’Ucraina possiede in tutto il 20% delle terre rare al mondo, con una riserva di 2,6 miliardi di tonnellate che a quanto pare fa gola sia a Putin che a Trump: un tesoro che con il passare del tempo acquista un valore sempre più alto su scala internazionale. Secondo il direttore generale del servizio geologico ucraino, Roman Opimakh, il litio ucraino “sarà sufficiente per produrre batterie con una capacità totale di 1000 gigawattora (GWh) per supportare la produzione di circa 20 milioni di veicoli elettrici” oppure per la produzione di altri dispositivi.
Sembra che però le aspirazioni di Trump sulle terre rare stiano momentaneamente frenando per due ragioni: in primo luogo, stando al quotidiano russo Kommersant, la Russia ha proposto agli Stati Uniti di utilizzare congiuntamente i depositi di terre rare presenti nel Donbass e a Zaporizhzhia, creando così un “doppio monopolio”. Inoltre, la vice presidente ucraina Yulia Svyrydenko ha spiegato che momentaneamente i russi possiedono i territori in cui sono ubicate le riserve minerarie: per questo motivo, l’amministrazione Trump non avrà vita facile nell’ottenimento di questi approvvigionamenti.
Gli approvvigionamenti minerari possono portare alla pace?
L’estrazione dei materiali minerari non è stato il motivo per cui si è scatenata la guerra in Ucraina, ma secondo Inside over potrebbe diventare un motivo per costruire la pace: Kiev, Mosca e Washington stanno infatti iniziando delle negoziazioni su tavoli diversi per l’estrazione e lo sfruttamento di questi minerali. Un accordo economico tra le parti potrebbe quindi risultare proficuo per un “cessate il fuoco“.