
Sinistra in ordine sparso
Ucraina, Babele di lingue e flop. Elly e Conte snobbano la piazza di Calenda. Ognuno “marcia” da solo
La mobilitazione pro Zelensky promossa dal leader di Azione si riduce a un appuntamento per pochi intimi. Si tengono a distanza Nazareno e 5Stelle. Ogni partito convoca la sua piazza
Su Kiev le opposizioni continuano a parlare lingue diverse, anzi opposte. Tra 5Stelle, Nazareno e terzopolisti è una Babele. La piazze pro Ucraina di eri, promossa da Carlo Calenda e organizzata in tutta fretta, fotografa plasticamente l’inesistenza del campo largo. Nella piazza che fu di Prodi, piazza Santi Apostoli, non si fanno vedere né Schlein né Conte. In politica estera le sinistre, che trovano un briciolo di unità soltanto nell’attacco ossessivo al governo, confermano di non avere una linea comune né una regia. L’appello per Kiev senza se e senza ma, “aperto a tutte le opposizioni”, non ha sortito gli effetti sperati e la grande mobilitazione del leader di Azione si è trasformato in un appuntamento per pochi intimi. Meno di mille persone (1500 dichiarate), una rappresentanza della comunità ucraina che ringrazia il governo Meloni ed è pronta a scaldarsi e contestare.
In piazza con Calenda quattro gatti
A Roma e Milano a manifestare per Zelensky in mezzo alle bandiere ucraine e dell’Europa non c’è traccia degli alleati dem e pentastellati. In piazza Santi Apostoli a Roma Elly Schlein non si fa vedere, neanche un passaggio. Lì si manifesta lo sdegno per la cacciata del presidente ucraino dalla Casa Bianca, si chiede un’Europa forte contro la minaccia di Mosca e dal Nazareno preferiscono restare defilati. In piazza vanno solo Andrea Casu, Piero De Luca e Filippo Sensi, tutti molto distanti dalla segretaria. Pier Ferdinando Casini si affaccia ma va via quasi subito. Non tira una buona aria per il Pd. Quando Casu inizia a parlare, viene interrotto dai fischi, “Basta con Conte!”, gli gridano. “Dovete rompere con chi sta con Putin”.
Schlein e Conte danno forfait, l’Ucraina manda in tilt il campo largo
A Milano sfilano le senatrici dem Simona Malpezzi e Cristina Tajani. Pressata dal pacifismo arcobaleno di Conte, con tanto di sterzata verso Trump contro l’Occidente guerrafondaio, attaccata all’interno dalla corrente dei moderati e dei catto-dem, uscire allo scoperto per la segretaria è un pericolo da evitare. Meglio continuare a galleggiare in mezzo alle contraddizioni e andare al rimorchio di Michele Serra. I dem hanno subito aderito alla mobilitazione senza bandiere di partito promossa dal giornalista di provata fede progressista e sufficientemente anti-meloniano per fidarsi. Una garanzia, deve aver pensato Elly che da Repubblica ha annunciato: ci saremo, daremo una mano, pronti a scomparire se necessario. Scomparire, in effetti, è la postura che meglio le si addice. L’appuntamento è per sabato 15, sarà una piazza genericamente per l’Europa e contro il tiranno Trump e, con ogni probabilità, si trasformerà nel solito show il governo Meloni.
Tre piazze per tre partiti, ma la segretaria parla testardamente di unità
Tanto meno ieri si è fatto vedere Giuseppe Conte, mille miglia lontano dalla gloriosa resistenza ucraina. I 5Stelle, bruciando tutti sul tempo, hanno convocato una terza piazza per il 5 aprile ed è lì che daranno il meglio di sé (un hiaro avvertimento al Nazareno), Parola d’ordine: basta armi, disimpegno per l’Ucraina, stop fondi alla difesa, sì al processo di pace targato Usa. Insomma le opposizioni che sognano la spallata a Palazzo Chigi marciano ognuno per sé. E sembra molto difficile che riusciranno a colpire uniti come ‘consiglia’ il lodo Franceschini. Bella Ciao non basta a tenere uniti i progressisti italiani. “Siamo qui per dire che gli ucraini non sono soli — dice Carlo Calenda — e perché ci siamo stancati di vedere l’Europa divisa che parla lingue diverse, che va in pellegrinaggio da Trump a compiacerlo. Siamo europei e non siamo con un piede da un lato e un piede dall’altro. Siamo europei e con gli altri leader europei sosteniamo l’Ucraina, perché gli ucraini stanno combattendo per tenere la Russia lontano da noi”. Parole irricevibili per i 5Stelle e troppo impegnative per il Nazareno spaccato a metà come una mela. Ha voglia la Schlein a insistere con la falange macedone. “Sono testardamente unitaria”, ripete come un mantra ma per ora le piazze sono tre. Una per partito.