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Orban Pride

Ciao ciao rainbow flag

Ungheria, Orbán vieta il Gay Pride: “Danneggia i bimbi”. Il governo promette multe salate ai trasgressori

Partecipare alla 30esima edizione della marcia arcobaleno a Budapest comporterà sanzioni fino a 300 mila fiorini, riscosse dallo Stato per la "tutela dei minori"

Esteri - di Ginevra Lai - 17 Marzo 2025 alle 17:38

Niente più Pride in Ungheria. Il partito di Victor Orbán, Fidesz, ha presentato una modifica alla legge sugli assembramenti per vietare “la marcia dell’orgoglio lgbtq+”, perché sarebbe «dannosa per i bambini». Una stretta che non lascia margini di interpretazione: organizzare o partecipare alla sfilata arcobaleno sarà considerato un reato, con sanzioni fino a 300.000 fiorini (quasi 750 euro), somme che lo Stato destinerà per «la tutela dei minori».

Orbán mette al bando il Pride

«L’emendamento è necessario perché garantisce che sul territorio dell’Ungheria possano essere tenute solo assemblee che tengano conto del diritto dei bambini a un adeguato sviluppo fisico, mentale e morale», ha dichiarato il partito di governo in una nota ufficiale. La proposta di modifica alla normativa si incardina nella tanto criticata legge sulla «protezione dei bimbi», già in vigore dal 2021, che vieta la «rappresentazione o promozione» dell’omosessualità in media, cinema, pubblicità e scuole. Ora, il margine di azione della propaganda arcobaleno si stringe ulteriormente: non solo nessuna menzione nei programmi di istruzione o in quelli televisivi, ma al bando anche la giornata dedicata al gender fluid che incendiava la Capitale ogni anno.

Multe e riconoscimento facciale per chi infrange le regole

Nel dettaglio, la nuova norma prevede seri strumenti di controllo. Il governo Orbán potrà utilizzare software di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti al Pride, un sistema che, per i detrattori, ricorda già i metodi delle peggiori autocrazie. Dunque, chiunque venga sorpreso a marciare nelle strade di Budapest rischierà sanzioni elevate, mentre gli organizzatori che tenteranno di aggirare la legge con stratagemmi “ingannevoli” andranno incontro a una stretta ancora più severa. «Per prevenire abusi, le violazioni saranno classificate come reati punibili con ammende, riscosse come debito pubblico», ha scritto su X il Segretario di Stato per le comunicazioni e le relazioni internazionali ungherese.
A rendere la misura ormai un dato di fatto, è la solidità della maggioranza di governo. Con due terzi del Parlamento, Fidesz sa già che l’approvazione della legge appare scontata.

L’opposizione contro Orbán

Il provvedimento ovviamente ha già scatenato l’ira della sinistra woke. Attivisti e opposizione hanno bollato la stretta come «repressiva». Tuttavia, difficile che il premier ungherese si faccia intimidire, già nel 2021, la legge sulla protezione dei minori aveva scatenato le ire di Bruxelles, con la Commissione europea che aveva avviato una procedura d’infrazione contro Budapest per violazione dei diritti fondamentali. Orbán non ha mai fatto marcia indietro. Anzi. «Gli organizzatori del Pride non dovrebbero preoccuparsi di prepararsi quest’anno, sarebbe solo uno spreco di tempo e denaro», aveva già avvertito il premier.

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di Ginevra Lai - 17 Marzo 2025