
Scuola
Valditara, la rivoluzione “si arma” contro le violenze a docenti e lingua italiana: l’annuncio in tv
Il ministro conferma i punti cardine della rivoluzione culturale in atto e anticipa la notizia della proposta in un prossimo Cdm dell'arresto in flagranza per chi aggredisce i prof
Scuola, la rivoluzione di Valditara è “gentile” ma ferma, e decisa a ristabilire dei punti fissi per il sistema dell’istruzione tra didattica, educazione civile e sviluppo emotivo e relazionale, venuti a cadere nel tempo con i cambiamenti sociali e gli strumenti pedagogici e politici a disposizione di utenti e addetti ai lavori. Pertanto, come noto è proprio in quest’ottica il ministro ha proposto o varato iniziative mirate a rafforzare l’autorevolezza di docenti, dirigenti e personale Ata, sottolineando l’importanza del rispetto delle istituzioni educative. L’ultima arriva – in prossimità e in conseguenza delle stesse – proprio in queste ore con un annuncio che il ministro ha dato ospite di Mattino Cinque su Canale 5, e che conferma la linea che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha fin qui intrapreso.
Valditara, stop alla violenza contro docenti e lingua italiana
«Abbiamo avuto circa 40 episodi di aggressione nei confronti del personale scolastico. Così abbiamo deciso di intervenire innanzitutto rafforzando il valore del voto di condotta, sostituendo le vecchie sospensioni con le attività di cittadinanza solidale (vai a lavorare in un ospedale, in una casa di riposo, in una mensa per poveri, così da imparare la solidarietà), con le sanzioni economiche nei confronti di quei genitori che aggrediscono un docente o il personale della scuola, da 500 a 10mila euro. E infine l’ultima proposta, particolarmente forte, che intendiamo portare in un prossimo Consiglio dei Ministri: l’arresto in flagranza nei confronti di chi aggredisce un docente».
Una posizione, si diceva, ferma quella del titolare del dicastero di Viale Trastevere, sulle violenze al personale scolastico che arriva in linea con quella contro gli abusi sul linguaggio inclusivo. Su cui Valditara ribadisce e rilancia ancora una volta: «Lo Schwa è un atto di violenza della lingua». Ma andiamo per gradi, e procediamo con ordine.
Arresto immediato per aggressioni in flagranza
Arresto in flagranza per chi aggredisce i professori. È questa la proposta che il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha intenzione di presentare al prossimo Consiglio dei Ministri. «Le aggressioni dei genitori ai docenti sono fenomeni sempre più intollerabili: il mondo della scuola, dopo quello della sanità, è il più toccato da queste aggressioni. Un tempo alla figura del professore si dava un rispetto che oggi manca. E una società dove non si riconosce più l’autorevolezza e l’autorità del docente – sottolinea il ministro – è una società che ha fallito», ha dichiarato il ministro a Mattino cinque. Pertanto, secondo il numero uno dell’Istruzione, questa misura rappresenterebbe un forte deterrente, inducendo potenziali aggressori a riflettere attentamente prima di compiere simili azioni.
Aumento delle sanzioni pecuniarie
Il tema del resto, ormai si sa bene, è uno dei punti cardine della visione e della gestione operativa di Valditara, che già in una precedente normativa sulla sicurezza del personale scolastico aveva inasprito le pene per le violenze contro i docenti. Come già anticipato, il disegno di legge, approvato in Senato, stabilisce sanzioni amministrative che variano da 500 a 10.000 euro per gli aggressori. Queste multe si aggiungono al risarcimento dei danni subiti dalla vittima e all’eventuale sospensione condizionale della pena, subordinata al pagamento effettivo della sanzione pecuniaria.
Inasprimento delle pene detentive
Non solo. Oltre alle sanzioni economiche, il Ministro Valditara ha proposto un aumento delle pene detentive per chi commette atti di violenza contro il personale scolastico. Nello specifico, la pena per aggressione passerebbe dagli attuali 5 anni a 7 anni e mezzo. Mentre quella per oltraggio aumenterebbe da 3 a 4 anni e mezzo. Un quadro che si aggiorna alla proposta dell’arresto in flagranza per le aggressioni docenti. In merito al quale il titolare del Ministero di Viale Trastevere ha anche specificato:
«Abbiamo deciso di intervenire innanzitutto rafforzando il valore del voto in condotta, sostituendo le sospensioni con attività di cittadinanza solidale e adottando sanzioni economiche da 500 a 10mila euro nei confronti dei genitori che aggrediscono», ha spiegato Vaditara. «L’ultima proposta che intendiamo portare in Consiglio dei ministri è la più forte di tutte e riguarda l’arresto in flagranza per chi aggredisce fisicamente un docente».
Valditara su schwa e asterischi: «È nostro compito imporre l’uso corretto della lingua italiana»
E poi c’è il tema della lingua e delle forzature inferte dall’universo Lgbt e tutto quello che gli ruota attore in termini di cultura woke. Una questione che il ministro ha affrontato anche recentemente e in merito alla quale il ministro ha ricordato la circolare inviata nelle scorse settimane a tutte le scuole, con cui ha raccomandato di evitare l’uso di schwa e asterischi, simboli adottati per un linguaggio che si sostiene “più inclusivo” nei confronti delle diverse identità di genere.
Ebbene, sul punto Valditara ha dimostrando di non voler fare un passo indietro. E più volte, negli ultimi giorni, ha ribadito come, a sua detta, e rimarcando anche l’ovvio, ci si consenta, se da un lato è vero che è «evidente che la lingua di oggi non sia quella di Dante», è altresì innegabile che «nessuno di noi, nella vita quotidiana, senta dire “quest* bambin” o “quel* ragazz*”. Si tratta di un’espressione estranea al linguaggio comune». Poi chissà, magari tra cent’anni…
Verso una cultura del rispetto nelle scuole
Dunque, facendo un rapido recap, il Ministro Valditara ha sottolineato l’importanza di una “rivoluzione culturale” per ripristinare il rispetto delle regole e dell’autorità all’interno delle scuole. Queste misure si inseriscono in un quadro più ampio di interventi volti a garantire la sicurezza del personale scolastico e a promuovere un ambiente educativo sereno e rispettoso. In conclusione, allora, le proposte avanzate dal Ministro Valditara rappresentano un passo significativo verso la tutela del personale scolastico e il rafforzamento dell’autorevolezza delle istituzioni educative, con l’obiettivo di creare un ambiente scolastico più sicuro e corretto per tutti.
Un approccio che riguarda anche il linguaggio
Un approccio che, per il ministro, investe anche la sfera del linguaggio. O meglio: del rispetto che si deve alla lingua italiana, che vanta una grande tradizione e una letteratura di prestigio. «Come ha chiarito l’Accademia della Crusca, il genere neutro non esiste nella lingua italiana», ha sottolineato a tal proposito Valditara. A suo avviso, l’introduzione dello schwa rappresenterebbe «un atto di violenza nei confronti della lingua italiana». E ha ribadito con fermezza: «Credo sia un dovere del ministro dell’Istruzione e del Merito imporre l’uso corretto della lingua italiana».