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Guerra e pace
Vertice di Londra, Meloni sferza l’Europa: “Dialogo con Usa e Nato, appoggio a Kiev ma niente truppe”
La sintesi della lunga giornata londinese della premier Meloni, iniziata con un bilaterale con Starmer e un incontro con Zelensky, prima del maxi-vertice del tardo pomeriggio, sta in una frase chiara e moderata: “L’Italia lavora per favorire un incontro tra Paesi europei e Stati Uniti per parlarci in modo franco su come vogliamo affrontare le sfide che si presentano: non solo il tema della pace in Ucraina”. Un ruolo di mediazione, quello del governo italiano, che a Londra è arrivato con la Meloni reduce dal colloquio telefonico con Donald Trump. La sensazione è che il vertice di Londra sull’Ucraina, convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer, e al quale hanno partecipato una ventina di leader e rappresentanti di vari Paesi europei, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oltre ai membri dell’Unione Europea, rappresentanti della Nato, della Turchia e del Canada, sia andato bene, oltre ogni aspettativa.
Un vertice che ha prodotto, finalmente, un coro “a cappella”, per nulla turbato dalle iniziative personali di Macron e dalle presunte fughe in avanti dell’asse franco-britannico, anche sul fronte dell’invio di truppe “cuscinetto” in Ucraina. Di soldati, per ora, non se ne parla, ha poi detto Meloni in conferenza stampa: il piano-Meloni è mettere allo stesso tavolo Usa-Europa e Nato, per parlare di pace. “E’ un mondo che continua a cambiare, nel quale bisogna condividere gli obiettivi, gli scenari e io penso che lavorando con freddezza, non lasciandosi trascinare dalle emotività e ragionando in modo strategico, questa sia assolutamente a portata di mano”, ha detto la premier italiana.
Meloni, l’Europa e la lite Trump-Zelensky
Meloni non si è sottratta al tema dello storico diverbio alla Casa Bianca: “Sono molto dispiaciuta per quello che è accaduto nello Studio Ovale, con lo scontro tra Trump e Zelensky, penso però, come ho detto, che non sia particolarmente utile per nessuno in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie. Penso che il nostro lavoro debba essere un altro, nell’interesse dell’obiettivo comune e ucraino: quindi, dobbiamo imparare a leggere la politica estera con un po’ più di profondità rispetto ad alcune letture che sento dare a volte”, ha detto la presidente del Consiglio. “L’ipotesi di un ombrello nucleare europeo – ha aggiunto rispondendo a una domanda – prende in considerazione un disimpegno degli Usa. Io eviterei questo scenario, sono tutti scenari che non auspico e secondo me parlare di queste cose favorendo uno scenario che non si auspica non è una cosa intelligentissima”. “In fondo – ha aggiunto Meloni – tutti condividiamo lo stesso obiettivo, lo condivide l’Italia, lo condivide l’Europa, lo condivide la Nato, lo condividono gli Stati Uniti ed è arrivare a una pace duratura e giusta in Ucraina. Poi c’è da discutere come questo si faccia e qui chiaramente la questione diventa più complessa, ma significa anche che noi dobbiamo essere bravi in questa fase a non fare l’errore di dividere o di favorire una divisione dell’Occidente che sarebbe esiziale per tutti, lo sarebbe particolarmente per l’Ucraina ma lo sarebbe in generale per gli interessi condivisi delle due sponde dell’Oceano”.
Poi, sul tema dei dazi: “Un accordo è possibile. Siamo una nazione esportatrice, io sono preoccupata e ci rendiamo conto che sarebbe un problema. L’Europa risponderebbe e ci sarebbe un’escalation che ci indebolisce tutti i quanti. Trump non è il primo che pone la questione del surplus commerciale. Io penso che si possono trovare soluzioni non di rottura ma di accordo: parliamo con un ‘dealer’, uno che ama parlare di accordi e dobbiamo ragionare di accordi”.
Il vertice bilaterale con Starmer
Che il clima londinese fosse stato tutt’altro che “british”, per usare una metafora meteorologica, nelle temperature e nelle “nebbie”, lo ha fatto capire subito prima e subito dopo il vertice che il premier britannico Keir Starmer ha avuto con Meloni a Downing Street. Sereno poco nuvoloso.
Starmer ha lodato l’iniziativa della premier Giorgia Meloni nei confronti degli Stati Uniti, e i due leader si sono detto d’accordo “sull’importanza dell’alleanza transatlantica per affrontare le sfide comuni”. I due – recita una nota – si sono ”impegnati a continuare a lavorare a stretto contatto davanti alle sfide comuni” e non solo sull’Ucraina, ma “hanno riconosciuto i progressi positivi compiuti dall’ultimo incontro nel lavoro congiunto per contrastare l’immigrazione irregolare”. Meloni e Starmer ”hanno concordato che i confini sicuri sono il fondamento di un’economia sicura” e ”hanno sottolineato l’importanza delle recenti operazioni congiunte per smantellare le bande di trafficanti”.
Poi, sul tema della guerra, ”Regno Unito e Italia staranno al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, hanno ribadito la premieritaliana e quello britannico. Dopo il maxi-vertice, poi, è stata Meloni a fare la sintesi: “Dobbiamo lavorare per rafforzare la nostra unità e questo è l’impegno e il ruolo dell’Italia in questa fase: su questo l’Italia su questo possa giocare le sue carte non nel suo interesse ma nell’interesse di tutti. Tutto può deflagrare, non è una buona notizia. Quello che posso fare per mantenere l’Occidente unito e rafforzarlo lo farò e gli scenari alternativi non voglio prenderli neanche in considerazione”.
Il premier britannico Keir Starmer, in precedenza, aveva annunciato che lavorerà con il presidente francese Emmanuel Macron a un piano per la pace in Ucraina da sottoporre a Trump dopo aver raccolto il sostegno degli alleati europei. Un piano a due su cui, secondo rumors londinesi, il governo italiano avrebbe però espresso perplessità. “Presentato? Ci sono degli spunti, presentato non direi”, ha detto Meloni a chi le chiedeva se ci sia un piano di pace Francia-Regno Unito. “Ci sono varie proposte, penso che chiunque metta sul tavolo una proposta faccia in questo momento una cosa utile. Poi ci possono essere perplessità su alcune proposte” come quella “dell’utilizzo di truppe europee su cui ho espresso perplessità'”, ha aggiunto. Ma “c’è la volontà di dare tutti una mano e mi pare molto importante in questa fase”, ha sottolineato la premier.
L’incontro della premier italiana con Zelensky
Meloni aveva visto anche il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. L’incontro, riferisce Palazzo Chigi, “ha permesso di ribadire il sostegno dell’Italia all’Ucraina e al suo popolo” e “l’impegno, insieme ai partner europei, occidentali e agli Stati Uniti, di costruire una pace giusta e duratura, che assicuri un futuro di sovranità, sicurezza e libertà all’Ucraina”. Dal canto suo Zelensky ha detto di aver avuto ”un buon incontro con la presidente del Consiglio dei ministri dell’Italia, Giorgia Meloni, per sviluppare un piano d’azione congiunto per porre fine alla guerra con una pace giusta e duratura”. Su ‘X’, il presidente ucraino ha sottolineato che ”nessuno è interessato alla continuazione e al rapido ritorno della guerra, tranne Putin, quindi è importante mantenere l’unità attorno all’Ucraina e rafforzare le posizioni della nostra nazione in cooperazione con gli alleati, i paesi europei e gli Stati Uniti”. E ha poi aggiunto che ”l’Ucraina ha bisogno di una pace sostenuta da affidabili garanzie di sicurezza. Grazie all’Italia per il vostro continuo supporto e la vostra partnership nel portare la pace in Ucraina”.
Il ruolo della Nato e l’ottimismo di Rutte
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha parlato dopo il vertice di Lancaster House, definendo l’incontro “molto positivo” e sottolineando l’impegno dei Paesi europei ad aumentare la spesa per la difesa e il sostegno all’Ucraina. “Alcuni Paesi hanno già annunciato pubblicamente un incremento del budget per la difesa e ho tutte le ragioni di credere che ne seguiranno altri”, ha dichiarato Rutte, aggiungendo di aver ascoltato nuovi impegni durante la riunione. “Non li annuncerò io, spetta ai governi farlo, ma è una notizia molto positiva”, ha detto. Pur riconoscendo che non esiste ancora un accordo di pace, il segretario generale ha sottolineato l’importanza di prepararsi a quel momento, garantendo che i Paesi europei siano pronti a fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina. “Dobbiamo assicurarci che Putin non provi mai più ad attaccare l’Ucraina”, ha affermato Rutte, spiegando che ciò implicherà una presenza europea attiva nel Paese per garantire una pace “sostenibile, duratura ed efficace”.
Rutte ha poi parlato positivamente di un Trump “totalmente impegnato nella Nato”. “Ho parlato molte volte con il presidente Trump. È un buon amico. Abbiamo lavorato insieme per otto anni, quattro mentre era in carica, e siamo rimasti in contatto anche quando era fuori dalla Casa Bianca – ha detto – Per favore, smettiamo di speculare su cosa gli Stati Uniti potrebbero o non potrebbero fare. Sono parte della Nato, sono impegnati nella Nato, sono impegnati nell’Articolo 5, e lo ripetono costantemente”.
Riarmare l’Europa è la priorità di Von der Leyen
“Dobbiamo urgentemente riarmare l’Europa. E per questo presenteremo un piano completo per il riarmo dell’Europa il 6 marzo, quando avremo il nostro Consiglio europeo dei leader”, ha invece detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine del summit di Londra sull’Ucraina. “Una cosa è certa: dobbiamo aumentare la difesa, dobbiamo assolutamente aumentare significativamente la spesa per la difesa e per questo abbiamo bisogno di un piano chiaro nell’Unione europea da parte degli Stati membri e per le aree comuni dell’Europa, come ad esempio la difesa dello spazio aereo europeo, ma abbiamo anche bisogno di più spazio di bilancio per la difesa”, ha aggiunto.