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Mattarella celebra il 25 aprile a Genova

La Liberazione vista da Genova

25 aprile, Mattarella sulle orme della storia da Mazzini a Papa Francesco: “È sui valori di libertà e democrazia che nasce la Repubblica”

Nell'80° anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica ha deposto una corona d’alloro sull’Altare della Patria prima di volare a Genova, dove nel discorso al cimitero monumentale di Staglieno in memoria dei caduti della Resistenza ha ricordato: "Sempre attuali i suoi valori"

Politica - di Redazione - 25 Aprile 2025 alle 17:37

Prima l’omaggio all’Altare della Patria, poi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi 25 aprile si è recato a Genova in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione. E da lì, il capo dello Stato, che ha scelto il capoluogo ligure per celebrare l’anniversario della Liberazione, ha richiamato ancora una volta i valori fondanti della nostra Repubblica: libertà, democrazia e unità nazionale. «Dalla Liguria è venuta una forte lezione sulla moralità della Resistenza, sulle ragioni di fondo che si opponevano al dominio dell’uomo sull’uomo, si opponevano a un conflitto nato non per difendere la propria comunità ma come aggressione alla libertà di altri popoli», ha affermato il presidente, sottolineando come «la Resistenza si pose l’obiettivo di raggiungere la pace come condizione normale delle relazioni fra popoli».

Il 25 aprile di Mattarella a Genova

«La Liberazione è stata una riconquista di libertà e di dignità per l’intero popolo italiano», ha dichiarato Mattarella, sottolineando l’importanza di preservare la memoria di quel periodo storico. Parole che risuonano con forza, in un momento in cui le ombre del passato sembrano talvolta riaffiorare nel dibattito pubblico a fini meramente propagandistici.

Pertanto, contro ogni speculazione e per ribadire la forza valoriale di una ricorrenza troppo spesso tirata per la giacca da una parte all’altra, il Presidente ha insistito sull’importanza dell’unità nazionale, un concetto che, nel contesto del 25 aprile, assume una valenza particolare. Tuttavia, il suo richiamo all’unità non è stato un appello a un’amnesia collettiva. Mattarella ha infatti sottolineato come la memoria del passato, con le sue luci e le sue ombre, sia fondamentale per costruire un futuro migliore.

Il valore della storia e della memoria condivisa

«La memoria non è un esercizio retorico, ma un impegno a comprendere il presente e a costruire un futuro di pace e giustizia», ha ribadito con forza il Presidente, ricordando le sofferenze patite e che oggi riaffiorano in un lungo, doloroso, capitolo della storia che torna al centro di una giornata celebrativa che deve fare da monito. Sì, da monito: perché il discorso di Mattarella ha rappresentato anche un monito contro ogni tentativo di revisionismo storico. Il Presidente ha ribadito con fermezza la condanna del fascismo e di ogni forma di totalitarismo, sottolineando come la democrazia e la libertà siano conquiste fragili, da difendere con impegno costante. E ricordando: «La democrazia è un bene prezioso, che richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini», ha dichiarato non a caso Mattarella. Invitando a non dare per scontate le conquiste del passato.

25 aprile, Mattarella cita Papa Francesco

In un momento storico complesso, segnato da conflitti internazionali e tensioni interne, il discorso di Mattarella ha rappresentato un appello alla responsabilità collettiva. Il Presidente ha invitato gli italiani a riscoprire il senso di comunità e a lavorare insieme per il bene del Paese. «La Liberazione ci ricorda che siamo un popolo unito, capace di superare le difficoltà e di costruire un futuro di speranza», ha concluso Mattarella, lanciando un messaggio di fiducia e ottimismo. Perché, ha detto ancora Mattarella ricordando le parole del compianto Papa Francesco a cui proprio in queste ore il mondo sta tributando un affettuoso e riconoscente addio, «non si può essere in pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri. È la grande lezione che ci ha consegnato Papa Francesco», ha voluto sottolineare l’inquilino del Quirinale. Ribadendo in calce: «È nella Resistenza, nei suoi valori di libertà e democrazia, che affonda le radici la nostra Repubblica. Ed è sulla base di questi valori che è nata l’Europa come grande spazio di pace». (Il discorso integrale di Mattarella).

La Resistenza tra storia di sempre e omaggi ai suoi protagonisti

«La Resistenza – ha evidenziato infatti Mattarella – cresceva in tutti i Paesi europei sotto dominazione nazista. E anche dalle diverse Resistenze nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti – ricorda allora il Capo dello Stato – coloro che elaborarono l’idea d’Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili in Europa. Per tutti un nome qui a Genova, quello di Luciano Bolis, esponente del Partito d’Azione, orrendamente torturato dalle Brigate nere nel febbraio 1945, miracolosamente sopravvissuto. Medaglia d’argento al valor militare, riposa ora a Ventotene, accanto ad Altiero Spinelli».

25 aprile, Mattarella: il monito di Mazzini nelle parole di Mattarella

Ma quello di Bolis è solo uno di una serie di protagonisti della storia di quegli anni ma non solo che il presidente della Repubblica cita nel suo discorso pronunciato nella cerimonia al teatro Ivo Chiesa di Genova, dove arriva dopo aver reso omaggio, al cimitero monumentale di Staglieno, «ai caduti del movimento della Resistenza e, con loro, alle figure dei patrioti dei due Risorgimenti che in esso sono ospitati». Tra essi Giuseppe Mazzini, con il suo monito «più che la servità, temo la libertà recata in dono», valido per «i tanti che confidavano nell’intervento d’oltralpe».

«È sempre tempo di Resistenza, sempre attuali suoi valori»

E ancora. Non poteva mancare, nel suo discorso, un omaggio di Mattarella alla memoria di Sandro Pertini, «settimo presidente della nostra Repubblica. La sua figura – afferma il Capo dello Stato – induce a ricordare che la partecipazione politica è questione che contraddistingue come essenziale la nostra democrazia», perciò «non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica. All’astensionismo degli elettori. A una democrazia a bassa intensità. Anche per rispettare i sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà».

L’esempio di Guida Rossa, la sua testimonianza di integrità e coraggio

Concludendo: «Ecco perché – sintetizza il Capo dello Stato – è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata». E allora, ancora una volta proprio a Genova, «si espresse e si affermò il respiro della libertà», rileva il capo dello Stato nel suo intervento. «Un’anima che non sarebbe mai stata tradita. Un patto, un impegno, che non sarebbero venuti meno neppure quando, negli anni ‘70, il terrorismo tentò di aggredire le basi della nostra convivenza democratica. E dalle fabbriche venne una risposta coraggiosa, esigente, che si riassume – ed è l’ultima citazione di Mattarella – nel nome di Guido Rossa. La sua testimonianza appartiene a quei valori di integrità e coraggio delle persone che, anche qui, edificarono in quegli anni a Repubblica».

Le parole del Presidente Mattarella, pronunciate a Genova, risuonano come un monito e un invito alla riflessione. La sua insistenza sull’unità nazionale, pur nel rispetto della memoria storica, rappresenta un equilibrio delicato, ma necessario. Il richiamo ai valori della Liberazione, in un momento in cui l’Europa è nuovamente scossa da venti di guerra, assume un significato ancora più profondo.

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di Redazione - 25 Aprile 2025