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25 aprile, sinistra fuori di testa grida al governo fascista: “Con la scusa del lutto vogliono silenziarci”

Polemiche e isteria

25 aprile, sinistra fuori di testa grida al governo fascista: “Con la scusa del lutto vogliono silenziarci”

Opposizioni scatenate per l'invito alla sobrietà che censurerebbe le celebrazioni della Liberazione. Landini megafono della rivolta sociale: "Non è che beviamo, che dobbiamo essere sobri"

Politica - di Stefania Campitelli - 23 Aprile 2025 alle 18:17

Il tam tam è partito subito. Non appena il ministro Musumeci, ieri, uscendo da Palazzo Chigi dopo la proclamazione di 5 giorni di lutto nazionale per la morte di papa Francesco, ha invitato alla sobrietà delle manifestazioni dei prossimi giorni, è scattato il teorema della sinistra barricadera e isterica a caccia di polemiche a tutti i costi. La tesi bislacca e decisamente avventata è più o meno questa: dietro l’alibi del lutto per la morte di Bergoglio il governo sovranista e, scava scava un po’ fascista, vuole silenziare le celebrazioni del 25 aprile. E da 24 ore le sinistre fanno a gara a chi la spara più grossa e si straccia le vesti. Per le opposizioni, che hanno sbandierato un presunto copyright sul messaggio di Francesco, tirando per la giacca il papa “venuto dalla fine del mondo”, il lutto è già superato, archiviato. L’ordine di scuderia è attaccare l’invito alla sobrietà che, udite udite, nasconde un attacco alle fondamenta repubblicane, una gravissima censura. E poi, gridano i collettivi sui social, “proprio il pontefice non avrebbe mai chiesto di mettere il silenziatore alla memoria antifascista”. Una follia.

25 aprile, sinistra con la bava alla bocca contro la ‘sobrietà’

A dare l’avvio alle polemiche la coppia Bonelli-Fratoianni, che parla di allergia di Palazzo Chigi al 25 aprile. Seguono i paladini della Resistenza e i custodi della democrazia in pericolo del Nazareno. Tra questi si fa notare il tweet di Nicola Zingaretti. “25 aprile: caro governo, noi ovviamente saremo sobri, per ricordare chi ci ha ridato la libertà, difeso la patria e cacciato l’invasore, ma il problema siete voi che sarete come sempre assenti”. Anche il sindaco di Milano, teatro degli scontri più pesanti nel corso degli ultimi anni, Beppe Sala, partecipa al gioco del dagli all’untore. “Non so cosa voglia dire esattamente sobrio, bisognerebbe chiederlo al governo. La manifestazione si farà”. I radicali per l’occasione denunciano “l’ennesimo sintomo di uno stato teocratico”. Con tanto di invito alla disobbedienza, “non dando seguito alle disposizioni di Palazzo Chigi e non esponendo le bandiere a mezz’asta”.

Landini all’attacco: non è che beviamo e dobbiamo essere sobri

Maurizio Landini, megafono della rivolta sociale, è tra i più esagitati. “Il 25 aprile non è che si deve bere, non è che beviamo e, quindi, dobbiamo essere sobri. Il 25 aprile è una giornata di mobilizzazione, di lotta per ricordare che senza la sconfitta del nazismo e del fascismo,  oggi non avremmo la democrazia e la libertà”. Per il numero uno della Cgil “le parole di Musumeci nascono da una cosa molto precisa, non giriamoci attorno: parte di chi oggi è al governo non è tra quelli che hanno dato vita alla nostra Costituzione”. Un messaggio non proprio conciliante e includente. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, confermando il programma delle celebrazioni, non resiste alla polemica, seppure appena accennata. “Come avevamo previsto abbiamo dei programmi di celebrazione che non so se possono essere definiti sobri, ma che saranno corretti per una celebrazione molto importante”.

L’Anpi: usano il lutto per silenziare il 25 aprile

Raffaella Paita, renziana doc, dà fuori di testa:  “Musumeci deve vergognarsi. Sobriamente, si capisce”. L’Anpi fa sapere che restano in piedi tutte le iniziative promosse. “La sensazione è che si stia usando la morte del Papa per ridimensionare il 25 aprile. Mica ci mettiamo a ballare il valzer, le nostre manifestazioni sono sempre improntate alla sobrietà. Canteremo “Bella Ciao”. Così lo smemorato presidente provinciale di Milano dell’associazione partigiani. Primo Minelli. Alla gogna i sindaci, anche di centrosinistra, che hanno ridimensionato le celebrazioni in segno di rispetto per il lutto nazionale. È il caso di Gabriele De Boni, giovane primo cittadino di Ponte San Nicolò in provincia di Padova, eletto con il centrosinistra, che ha annullato le celebrazioni. Tanto è bastato alle sentinelle rosse per additarlo come un pericoloso fascista. Nemmeno a stampa progressista si fa sfuggire la ghiotta occasione, riascoltare le parole di Giannini, che ha accusato Musumeci di essere “sotto la decenza”, per credere.

Gasparri: una polemica sul nulla, sono senza parole

Non bastano le parole del ministro della Protezione civile per chiudere il caso come sarebbe pacifico. “Mai pensato né di vietare né di ostacolare alcunché, figuriamoci una celebrazione così importante come l’anniversario della fine della guerra civile e del ripristino della democrazia”. Sobrietà significa evitare gli scontri e le contrapposizioni di piazza, gli assalti  che negli ultimi anni hanno caratterizzato la liturgia del 25 aprile. Tutto qua. “Ci auguriamo – questo il senso – che, come a volte accade nelle manifestazioni di strada, non ci siano degenerazioni, scontri, toni violenti”. Dove sono le censure e i divieti? Una polemica sul nulla, dalla quale il governo si tiene a debita distanza. C’è poco da replicare a un’opposizione disposta a cavalcare ogni battito d’ali pur di ululare contro l’esecutivo.

Maurizio Gasparri confessa di assistere “stupito a una discussione sul nulla. Per il 25 aprile, il ministro Musumeci ha parlato di manifestazioni ‘sobrie’. Forse qualcuno voleva fare cose ‘non sobrie’?”. Una domanda che calza a pennello dopo il fuor d’opera di Landini. “Usa il 25 aprile come un’occasione per inneggiare alla lotta sociale”, commenta il capogruppo azzurro al Senato. “La ‘sua’ Liberazione significa diffondere odio e, semmai, fomentare la violenza? Il 25 aprile verrà festeggiato da tutti, ovviamente, perché è il giorno della libertà e quindi la festa di tutti. E invece c’è chi, come Landini, si ostina a volerla rendere una celebrazione di parte, spargendo veleni e divisioni”.

 

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di Stefania Campitelli - 23 Aprile 2025