CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Google

L'iniziativa e la sentenza

Addio a Google.it: l’azienda annuncia la rivoluzione dei domini. Ma negli Usa è nei guai: «Ha monopolizzato la pubblicità»

Verso l'unificazione degli url a livello globale. Ma la "rivoluzione" è offuscata dalla sentenza dell'antitrust americana che potrebbe costringere Mountain View a vendere alcuni asset. L'azienda: «Faremo appello»

Cronaca - di Natalia Delfino - 17 Aprile 2025 alle 20:36

Addio a “Google.it” e a tutti gli altri domini locali. Il motore di ricerca ha deciso di chiudere le versioni nazionali del suo sito: prossimamente in tutto il mondo si utilizzerà solo la url Google.com. Per gli utenti però, assicura l’azienda, non cambierà il modo in cui è stato utilizzato finora il motore di ricerca, che continuerà a inviare risultati agli utenti in base alla posizione geografica. Ma mentre progetta la rivoluzione sul dominio a livello globale il colosso di Mountain View deve fare i conti con un duro colpo che arriva da un giudice federale Usa, che ha stabilito che Google ha monopolizzato il mercato della pubblicità online.

L’antitrust Usa contro Google: «Deliberate azioni anticoncorrenziali»

«Google ha deliberatamente intrapreso una serie di azioni anticoncorrenziali per acquisire e mantenere un potere monopolistico nei mercati dei server pubblicitari per editori e degli scambi di annunci per la pubblicità display sul web aperto», si legge nella sentenza dell’antitrust, a seguito della quale l’azienda potrebbe dover vendere alcuni asset. Google ha annunciato che farà appello.

L’azienda annuncia appello

«Abbiamo vinto metà di questa causa e faremo appello per l’altra metà. Il Tribunale ha stabilito che i nostri strumenti pubblicitari e le nostre acquisizioni, come DoubleClick, non danneggiano la concorrenza. Non condividiamo la decisione della Corte riguardo ai nostri strumenti per i publisher», ha detto Lee-Anne Mulholland, vicepresident Regulatory Affairs Google in merito alla decisione dell’antitrust Usa sulla pubblicità online. «I publisher – ha aggiunto la manager – hanno molte opzioni e scelgono Google perché i nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria sono semplici, convenienti ed efficaci».

La rivoluzione del dominio a livello globale

La sentenza ha deviato l’attenzione dal lancio da parte dell’azienda del nuovo url globale. «Nel corso degli anni, la nostra capacità di offrire un’esperienza locale è migliorata. Nel 2017 abbiamo iniziato a offrire la stessa esperienza con risultati locali a tutti coloro che utilizzavano la Ricerca, indipendentemente dal fatto che utilizzassero google.com o il ccTLD del proprio Paese. Grazie a questo miglioramento, i domini nazionali non sono più necessari. Per questo inizieremo a reindirizzare il traffico da questi ccTLD a google.com in modo da semplificare l’esperienza degli utenti nella ricerca», spiega una nota, chiarendo che il passaggio non sarà immediato e che al contrario «questa modifica verrà implementata gradualmente nei prossimi mesi e potrebbe essere richiesto di reinserire alcune delle preferenze di ricerca durante il processo». In più l’azienda ha precisato che «sebbene questo aggiornamento cambierà ciò che gli utenti vedono nella barra degli indirizzi del browser, non influirà sul funzionamento della ricerca, né cambierà il modo in cui gestiamo gli obblighi previsti dalle leggi nazionali».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Natalia Delfino - 17 Aprile 2025