
Aveva 89 anni
Addio a Vargas Llosa, premio Nobel dalla vita romanzesca: dalle scazzottate con Garcia Marquez agli amori burrascosi
La famiglia: "La sua scomparsa rattrista tutti, ma speriamo che, come noi, trovino conforto nel sapere che ha vissuto intensamente e che lascia dietro di sé un'opera che gli sopravviverà"
Se n’è andato Mario Vargas Llosa. Con lui si chiude un’epoca intera della letteratura mondiale, quella che seppe mettere a nudo le trame del potere, le debolezze dell’uomo e le menzogne della Storia. È morto a 89 anni, nella sua Lima, «in pace, circondato dalla sua famiglia», come ha scritto il figlio Álvaro. Una chiusura del cerchio là dove tutto era cominciato, fra le luci dell’Oceano Pacifico e la nebbia ostinata del quartiere Barranco, che negli ultimi tempi lo aveva visto camminare piano, bastone alla mano, come un qualunque pensionato peruviano. Ma lui non fu un uomo qualunque.
Nato nel nel 1936 in Perù, insieme a Julio Cortázar, Jorge Luis Borges e Gabriel García Marquez, è considerato uno dei creatori del “boom” della letteratura latinoamericana del Novecento. Nel 2010, Vargas Llosa è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura “per la sua mappatura delle strutture di potere e per le sue immagini taglienti della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”.
La rivoluzione della penna di Mario Vargas Llosa
Nato ad Arequipa nel 1936, cresciuto in un altrove perennemente in tensione tra la Bolivia e le ferite del Perù, Vargas Llosa debuttò nell’agone letterario come un terremoto narrativo. La città e i cani (1963), scritto mentre viveva a Parigi, era già tutto: un punto di rottura nella narrativa ispano-americana del Novecento, un atto d’accusa contro il militarismo, l’autoritarismo e le maschere sociali che soffocano l’individuo. Censurato, bollato come «comunista», rimosso dalle biblioteche scolastiche militari. Ma il mondo aveva trovato un nuovo scrittore. Un classico già al primo colpo.
Poi vennero La casa verde, Conversazione nella Cattedrale, Pantaleón e le visitatrici – tutte opere in cui il linguaggio esplodeva, le trame si facevano labirinti e le voci narranti si moltiplicavano come in una pièce teatrale. Aveva capito che il romanzo era l’ultima linea della libertà, e che per combattere bisognava rompere le righe.
Il liberale controcorrente
Eppure, l’intellettuale non si accontentò della pagina. Dopo un’adolescenza da simpatizzante marxista e un’iniziale ammirazione per Fidel Castro, virò verso un liberalismo rigoroso, quasi anglosassone, difendendo il libero mercato e la democrazia rappresentativa. Si candidò due volte alla presidenza del Perù: la prima nel 1988,