
Senza precedenti
Al Sinodo in Vaticano bocciati i bergogliani: respinto il documento, frizioni su gay e donne
L’epilogo è stato clamoroso e rende l’idea dello stato di incertezza in cui naviga la Chiesa di Bergoglio: il Sinodo ha respinto con un gesto senza precedenti il documento elaborato dai vertici della Cei. Una notizia clamorosa che getta una luce diversa sull’evento che si è svolto da 31 marzo al 3 aprile 2025, in Vaticano, con la partecipazione di 1.008 delegati, tra cui 168 vescovi (sette cardinali), 252 sacerdoti, 34 religiosi, 17 diaconi e ben 530 laici.
L’assemblea sinodale viene infatti letta dai vaticanisti in due chiavi opposte e parallele, in base alle visioni ideologiche. I conservatori leggono in questo smacco clamoroso una bocciatura del lavoro finora svolto dalla Conferenza episcopale con un responsabile ben preciso: il cardinale di Bologna e attuale presidente dei Vescovi italiani, Matteo Zuppi, astro nascente della visione progressista della Chiesa.
La rivolta del sinodo? Effetto di un pontificato declinante
Dall’altra parte, nell’ala sinistra dei vaticanisti, c’è chi, invece, ipotizza una richiesta di maggiori aperture e un rimprovero di eccessiva timidezza nel documento del Sinodo sulle coppie omosessuali e sul ruolo delle donne. Secondo questa lettura, il testo sarebbe stato troppo parco di dettagli: secondo alcuni delegati, va ricordato che tra i laici arruolati da Bergoglio ci sono anche personaggi come il no global Casarini, andava addirittura inserito nel testo esplicitamente la sigla Lgbq+.
Per la vaticanista de Il Messaggero, Franca Giansoldati potrebbe essere letto come «l’effetto collaterale di un pontificato in evidente fase declinante e al quale si deve l’avvio in tutto il mondo del cammino sulla sinodalità, annunciato con grande enfasi cinque anni fa e ancora all’origine di tanti problemi e visioni da definire bene».
Di certo nessuno si aspettava che, in base alle ampie indicazioni ricevute dalla base, venisse bocciato clamorosamente proprio dalla base il documento. Secondo il blog cattolico “Silere non possum” «l’errore risale a monte: l’aver concesso a 530 laici frustrati la possibilità di trasformare il Sinodo in un’arena in cui le ambizioni personali e le opinioni soggettive prendono il sopravvento sulla missione primaria della Chiesa, ovvero l’annuncio del Vangelo. Era inevitabile che scattassero le solite proteste, così come era scontato che ricorressero ai media per piagnucolare e fare pressione».