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Giannini e Augias sentenziano su Papa e 25 aprile

Sobrietà, questa sconosciuta

Altro che sobri, Giannini e Augias in tv più velenosi che mai: neanche la morte del Papa può disturbare la liturgia del 25 Aprile (video)

Dai due maître à penser della sinistra bordate sarcastiche, sospetti e irricevibili speculazioni sulla richiesta di rigore funebre avanzata dal governo per i 5 giorni di lutto e la concomitanza con la Liberazione

Politica - di Chiara Volpi - 23 Aprile 2025 alle 15:33

Massimo Gianni e Corrado Augias che da Floris sentenziano e pontificano sul lutto indetto in onore di Papa Francesco e tributo celebrativo al 25 Aprile, trasformano lo studio de La7 in un’arena in cui vince chi scocca la freccia più avvelenata all’arco della propaganda. Al centro del mirino, come sempre, il dibattito anti-governativo ideologicamente viziato ed estenuantemente portato avanti dalla sinistra…

Eppure, come è bizzarro questo mondo dem, buonista ma incattivito almeno quanto sono ondivaghe le posizioni dei suoi maître à penser, fiori all’occhiello di un’intellighenzia che nel discettare e sentenziare saltella un po’ da una parte e dall’altra della storia come dell’opportunità (opportunismo?) demagogica. L’ultima dimostrazione arriva dal salotto tv di Giovanni Floris a DiMartedì dove il solito parterre di ospiti radical chic allestisce il rituale teatrino antigovernativo, aggiornando il copione delle obsolete recriminazioni al lutto nazionale per la morte del Papa, declinato – quanto meno per la cronologia degli eventi – alle celebrazioni del 25 aprile.

Lutto per il Papa e 25 Aprile: da Giannini e Augias accuse irricevibili al governo

E come ogni replica settimanale che si rispetti, anche nella puntata di ieri del programma de La7 non si sono risparmiate le immancabili sterili polemiche e insinuazioni al vetriolo. In prima fila a imbonire i telespettatori, gli opinionisti doc Massimo Giannini e Corrado Augias. I quali, sollecitati ad arte dagli interrogativi piuttosto diretti e posti in tono pungente dal conduttore, non si sono fatti cogliere impreparati, lasciandosi andare a congetture tanto infondate quanto offensive riguardo alla proclamazione del lutto nazionale di cinque giorni in seguito alla scomparsa del Santo Padre e le celebrazioni del 25 aprile che cadono per ragioni di tempistica sotto gli occhi di tutti, proprio in quel breve arco di tempo.

25 Aprile, da Giannini e Augias il richiamo alla sobrietà volutamente frainteso?

Ebbene, come ormai arci-noto, i funerali del Pontefice sono previsti per sabato 26 aprile alle ore 10 ed il Consiglio dei ministri ha indetto cinque giorni di lutto nazionale. Includeranno, perciò, anche il 25 aprile, la ricorrenza della Liberazione. Il governo di Giorgia Meloni ha chiesto di festeggiare in maniera meno pomposa (e magari meno rumorosa e irruenta degli anni precedenti dove abbiamo assistito persino allo scempio degli scontri tra partigiani e brigate ebraiche), con un comunicato di Palazzo Chigi che invita a «svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza». In parole povere, quindi, non ha vietato le celebrazioni, bensì ha solo invitato tutti a tenere un comportamento che tenga conto del lutto.

Funerali del Papa e 25 Aprile: una semplice concomitanza di date

Apriti cielo… In studio c’è l’ex-direttore de La Stampa, Massimo Giannini, che con la stizza che spesso contraddistingue dialettica e toni dei suoi interventi, con fare da analista ed esegeta “illuminato”, ha tuonato: «Ti direi che siamo, con queste valutazioni e aggiungo anche queste decisioni motivate così, al di sotto della decenza. Ricordo che, quando morì Papa Wojtyla, i giorni di lutto nazionale furono tre. Stavolta sono stati cinque e non dico altro», sentenzia il giornalista che fa parte dei guru di sinistra che in questi giorni di addio a Bergoglio stanno tirando per la giacchetta il Santo Padre, salvo poi eccepire sui giorni di lutto indetti in suo onore.

25 Aprile, Giannini e Augias ipotizzano la qualunque

Tanto da proseguire: «Non voglio pensare male, però trovo ridicolo che, di fronte a ciò che è accaduto, si decidano ok cinque giorni di lutto nazionale, si chieda sobrietà nelle manifestazioni pubbliche in senso generale, e poi qualcuno ci tenga a precisare che anche il 25 Aprile ci sia sobrietà – asserisce Giannini a favore di telecamera, concludendo poi –: non sia mai che viene fuori che sia stato merito anche della resistenza e della lotta partigiana, per l’amor di Dio»…

Toni sprezzanti, mimica beffarda

Il solito tono sprezzante, Giannini, che fa il paio con quello beffardo di Augias. Che, in risposta alla domanda posta sogghignando – «Musumeci ha chiesto di esser sobri nel celebrare il 25 Aprile, è una richiesta legittima?» – ha replicato: No è una sciocchezza, intanto perché il 25 Aprile non è una festa di ubriaconi, quindi la sobrietà si raccomanda quando ci sono quelli con la bottiglia che barcollano verso casa e non è il caso del 25 Aprile. Credo che ci sia un sotto-messaggio, cioè grossomodo tenete basso il 25 Aprile così ci esimete, alcuni di noi, dal prendervi parte. Il che sarebbe una scusa, uno schivare la festività meschino. Se invece lo vogliamo prendere in senso buono è una sciocchezza… è una festa di Liberazione che contiene in sé una parte di forte responsabilità civile, non c’è bisogno che nessuno raccomandi la sobrietà».

E da Gianni e Augias le solite velenose speculazioni

Alla fine della fiera, allora, per smontare tanto veleno e insidiose insinuazioni che non solo mancano di rispetto alla memoria del Pontefice e al dolore di milioni di fedeli, ma che rivelano una profonda malafede e una sconcertante incapacità di elevarsi al di sopra della più becera polemica politica, basterebbe riascoltare le parole del ministro Musumeci, che risedendo al mittente interpretazioni dubbie e pretestuose, ha ribadito (sconfessando chi di dovere): «Sia la premier che i ministri all’unanimità, che io stesso, non abbiamo mai pensato né di vietare né di ostacolare alcunché, figuriamoci una celebrazione così importante come l’anniversario della fine della guerra civile e del ripristino della democrazia!». Parole che, nello smontare teoremi e diradare ombre di complotti inesistenti, invitano a non alimentare divisioni e smascherano l’ossessione ideologica di chi sembra aver perso il contatto con la realtà.

Sotto, i video degli interventi di Gianni e Augias nella puntata di ieri di “DiMartedì” dall’account Facebook de La7.

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di Chiara Volpi - 23 Aprile 2025