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Monti Meloni

E la sinistra muta

Anche Monti è costretto ad ammetterlo: “La visita di Meloni negli Usa è un successo per lei e per l’Italia”

Politica - di Vittorio Giovenale - 20 Aprile 2025 alle 11:26

La visita di Giorgia Meloni a Washington è stata «un bel successo politico, per lei e per l’Italia». Parole chiare affidate al ‘Giornale‘ dall’ex premier Mario Monti, che scatenerà altri travasi di bile tra gli esponenti dell’opposizione. L’ex premier, osannato ai limiti dell’idolatria proprio dal Pd e dai suoi trombettieri, promuove infatti su tutta la linea la condotta della Meloni.

«Avevo io stesso auspicato – premette Monti – che la premier non trattasse con Trump la questione spinosa dei dazi, di competenza della Commissione europea; ma che, avvalendosi della simpatia politica e personale tra loro, spiegasse al presidente che l’Ue non è nata contro gli Stati Uniti bensì con il loro favore e che con loro è stata decisiva nella liberazione dei Paesi sottoposti all’impero sovietico; che per i dazi e altri temi è con la Ue che l’Amministrazione Trump dovrà trattare ma che il governo italiano, membro leale della Ue e amico degli Stati Uniti, faciliterà le trattative».

Monti: “Fa piacere vedere Meloni impegnata a guidare l’Italia”

Professore e poi presidente della Bocconi, due volte commissario europeo (la seconda volta con Prodi), capo del governo di unità nazionale tra il 2011 e il 2013, leader di una lista elettorale centrista che raccolse circa il 10% dei voti alle elezioni politiche del 2013. Oggi il senatore a vita, a Hoara Borselli del Giornale riconosce i meriti della Meloni.

«È importante per l’Europa e per l’Italia che, proprio nel luogo delle massime tentazioni, la più autorevole ”trumpiana” d’Italia e d’Europa si sia posizionata nella lealtà europea. E ha rafforzato il suo buon rapporto sia con Trump che con Ursula von der Leyen. Non era facile, ci è riuscita, la sua statura politica ne trae vantaggio», sottolinea. Alla domanda se Trump frenerà sulla sua linea dei dazi alti, Monti si dice convinto: «In parte sì, se vorrà accordi e non capitolazioni, che nessuno gli darebbe. Ma in parte il male è già fatto, nel senso dell’aumento dell’incertezza per l’economia globale che c’è già stato».

Monti ricostruisce poi il suo arrivo a Palazzo Chigi. «Poco dopo il grande appoggio dichiarato da Obama al termine della visita alla Casa Bianca, lo stesso Berlusconi disse nel febbraio 2012, proprio al Giornale, che fu lui a indicare a Napolitano il mio nome come suo successore». Alla fine di quell’anno nacque Fratelli d’Italia. «Già, e la Meloni – ricorda Monti – per vari anni capitalizzò con successo su una dura opposizione sia all’Ue sia alla disciplina di bilancio. Osservandola oggi a Roma, a Bruxelles e a Washington, fa piacere vederla impegnata a guidare l’Italia su una linea che ricomprende i valori e i riferimenti di fondo che avevano allora portato l’Italia fuori dal baratro».

 

 

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di Vittorio Giovenale - 20 Aprile 2025