
Un mito di sempre
Auguri a Claudia Cardinale, l’intramontabile Angelica compie 87 anni: spirito ribelle che il tempo non ha domato (video)
Mille maschere, tanti generi, un solo volto: il suo, prestato a ruoli che hanno segnato il passo del cammino femminile (non solo al cinema) e che l'hanno resa l'icona di bellezza e forza dell'Italia migliore
Oggi Claudia Cardinale compie 87 anni. Un compleanno che non è solo una cifra anagrafica, ma la celebrazione di una carriera straordinaria, di un talento purissimo e di una bellezza che ha travalicato i decenni, mantenendo intatta la sua forza espressiva e il suo fascino magnetico. Un numero che, detto così, potrebbe suggerire distanza, passato, memoria. E invece no: con Claudia Cardinale non si parla mai solo di passato. Il suo volto è più presente e vivido che mai nel nostro immaginario, e il pensiero corre a quelle locandine dei grandi film che da sempre troneggiano nelle sale cinematografiche e che celebrano la sua bellezza fiera e indomabile che riecheggia negli occhi e nella memoria di chi sogna ancora il cinema come una macchina mitologica.
Claudia Cardinale compie 87 anni
Nata a Tunisi da genitori siciliani, la Cardinale incarna un’italianità verace, mediterranea, potente. Il suo esordio nel cinema è stato quasi casuale, ma ben presto si è rivelato un talento naturale, una presenza scenica capace di riempire lo schermo con la sola forza del suo sguardo intenso e della sua voce roca e sensuale. Sì, perché Claudia è stata tutto tranne che una figura convenzionale. Non era la diva algida alla Grace Kelly, né l’esplosione carnale alla Brigitte Bardot. Era qualcosa di diverso: una bellezza che sembrava inconsapevole, naturale, a tratti schiva, ma capace di incendiare lo schermo con uno sguardo. Di riempire l’inquadratura e di strabordare dallo schermo con quel suo accento, quella sua voce, e persino coi suoi silenzi. Perché tutto in lei è sempre sfuggito a definizioni limitanti e categorie canoniche.
Mille maschere, tanti generi, un solo volto: il suo
Negli anni Sessanta e Settanta ha incarnato un nuovo tipo di femminilità mediterranea, libera e complessa, affermandosi in un cinema dominato da registi uomini e da ruoli spesso rigidi – per non dire stereotipati o comunque declinati a cliché convenzionali – per le attrici. Con Visconti ne Il Gattopardo, è stata l’Angelica che danza sotto i lampadari con passo regale e selvaggio. E con Fellini, in 8½, ha vestito i sogni di Guido Anselmi. Mentre con Sergio Leone in C’era una volta il West, ha portato l’archetipo della donna nel western a un nuovo livello: non solo bellezza, ma epicentro emotivo e narrativo. Fulcro del racconto e stella polare dei suoi co-protagonisti.
I suoi ruoli che hanno segnato il passo del cammino femminile (non solo al cinema)
E allora, se pensiamo alla sensualità malinconica di Angelica ne Il Gattopardo, alla modernità inquieta di Luisa in 8½, alla forza primordiale di Jill McBain nel western di Leone, non possiamo non ritrovarci a convenire sul fatto che Claudia Cardinale non è mai stata semplicemente un’attrice bellissima, ma un’interprete capace di dare profondità e complessità a figure femminili spesso forti e indipendenti, anticipando in qualche modo le battaglie per l’emancipazione femminile.
Claudia Cardinale, irriducibilmente se stessa
Proprio perché Claudia Cardinale non è mai stata solo un volto o un corpo. Ha sempre rivendicato la propria indipendenza, dentro e fuori dal set. Ha scelto sempre con coraggio, anche quando ha rifiutato Hollywood nelle occasioni in cui non le piaceva ciò che offriva, ha lottato per la propria dignità e per quella delle donne, anche come ambasciatrice dell’Unesco.
È rimasta, in un certo senso, irriducibilmente sé stessa. Simile a nessuna, se non al suo spirito indomito e ribelle che ha sempre conferito ai personaggi che ha portato sul grande schermo e che oggi firmano un curriculum stellare. Una carriera, la sua, che non si è limitata ai confini nazionali – ha lavorato in Francia, negli Stati Uniti – ma che ha soprattutto dimostrato una versatilità linguistica e interpretativa non comune. Dando prova di una capacità di confronto con generi diversi, dalla commedia al dramma, dal thriller al film storico, sempre con la stessa passione e dedizione.
Un mito di cui il tempo non ha scalfito il fascino
E oggi, mentre spegne 87 candeline, Claudia Cardinale è ancora lì. Non tanto in carne e ossa – la sua presenza in eventi mondani o sul set si è diradata, anche se continua a partecipare di tanto in tanto a manifestazioni o a presenziare a rassegne, come a essere omaggiata nei festival – ma nel mito. Un mito che resiste, che si rinnova. Un mito che parla a nuove generazioni di spettatori e spettatrici che riscoprono il suo cinema e si chiedono come mai, ancora oggi, basti uno sguardo in macchina di Claudia per restare incantati.
Ma il suo cinema non è solo nostalgia: è memoria viva. È quel tipo di arte che continua a dirci qualcosa, anche a distanza di decenni. In un tempo in cui le immagini scorrono veloci e il glamour è spesso patinato e omologato, Claudia Cardinale rappresenta l’eccezione. La bellezza che non ha mai chiesto il permesso. Il talento che ha attraversato le epoche restando integro. La tempra di una donna che ha saputo sempre affrontare con dignità e coerenza anche il passare sul tempo che sul suo volto ha lasciato il tratto dell’esperienza senza scalfirne il fascino.
Claudia Cardinale icona bellezza e forza dell’Italia migliore
Persino in un’epoca dominata dall’effimero e dalla superficialità, la longevità artistica e personale di Claudia Cardinale è un monito e un esempio. Ci ricorda il valore del talento autentico, della passione per il proprio lavoro e della capacità di attraversare il tempo mantenendo intatta la propria identità. Auguri, dunque, a questa straordinaria artista che ha saputo incarnare la bellezza e la forza dell’Italia migliore, quella che sa farsi ammirare e ricordare in tutto il mondo: un mito che, fortunatamente, è ancora tra noi. Buon compleanno, Claudia. Il cinema ti deve ancora molto… (Sotto, da YouTube, la mitica sequenza del ballo de “Il Gattopardo”)