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Bombe russe, Trump a Putin: “Fermati, i raid non servono. Chiudiamo questo accordo di pace”

Ucraina

Bombe russe, Trump a Putin: “Fermati, i raid non servono. Chiudiamo questo accordo di pace”

Negoziati a un bivio. Zelensky conferma il no alla 'cessione dell'Ucraina". Mosca avverte i 'volenterosi': con i caschi blu si rischia la terza guerra mondiale". Tajani; lavoriamo per una pace giusta, che non può essere la resa di Kiev

Esteri - di Sara De Vico - 24 Aprile 2025 alle 15:46

Non è facile chiudere i negoziati sotto le bombe di Mosca. Dopo i continui stop and go, la proposta ultimativa degli Stati Uniti, il no risoluto di Kiev a riconoscere la Crimea territorio russo, Donald Trump torna a ruggire. Questo volta con un appello ultimativo alla Russia. “Non sono contento dei raid russi su Kiev“, scrive il presidente Usa  su Truth. “Non necessari e in un momento molto sbagliato”. Così il tycoon  in merito agli ultimi raid russi nella notte sulla capitale ucraina in cui sono rimaste uccise 9 persone e almeno 60 sono rimaste ferite, tra cui bambini.

Trump a Putin: fermati, i raid non sono necessari, chiudiamo l’accordo di pace

Vladimir fermati! Cinquemila soldati a settimana stanno morendo, chiudiamo questo accordo di pace“, conclude il presidente americano. Naturalmente la vulgata del Cremlino sugli attacchi aerei è un’altra. Ad essere colpite durante la notte sono state le infrastrutture militari ucraine, e non obiettivi civili. In questi ultimi giorni, con lo slittamento del vertice di Londra, il processo negoziale sembra tornato a un punto morto. Su due binari distanti. Da un lato gli Stati Uniti che dialogano apertamente con la Russia. Dall’altro, l’Ucraina e i suoi alleati europei, che mantengono posizioni più intransigenti ma faticano a trovare un punto di caduta definitivo.

L’attacco a Zelensky: è un uomo senza carte da giocare

Il piano per la pace degli Usa, definito da J.D Vance “più che equo”, non soddisfa Kiev. Se oggi Trump si appella a Putin ieri ha lanciato un nuovo durissimo attacco contro Volodymyr Zelensky per il suo rifiuto di riconoscere la Crimea come russa. Lo ha  definiito “un uomo senza carte da giocare” accusandolo di “prolungare i campi di sterminio” con le sue “dichiarazioni incendiarie” che danneggiano gli sforzi verso la pace. Il premier ucraino infatti continua a ribadire il suo niet a cedere la Crimea alla Russia. “Stiamo facendo tutto ciò che i nostri partner hanno proposto, tranne ciò che contraddice la nostra legislazione e la Costituzione (che stabilisce che la Crimea fa parte dell’Ucraina).  Zelensky aggiunge di non vedere “alcuna forte pressione sulla Russia né nuovi pacchetti di sanzioni contro l’aggressione di Mosca”.

Kiev non molla sulla Crimea alla Russia

L’offerta finale della Casa Bianca pare a tutti gli osservatori  sbilanciata sul versante russo. Si prevede il riconoscimento de jure della penisola di Crimea come parte della Federazione Russa, 11 anni dopo l’annessione unilaterale del febbraio 2014. E ancora il riconoscimento de facto del controllo di Mosca sulla quasi totalità del Luhansk e sulle occupazioni delle altre tre regioni. Infine la promessa che Kiev non aderirà mai alla Nato, mentre rimarrebbe aperta la porta all’ingresso nell’Unione europea. Per l’Ucraina si prevede una “robusta garanzia di sicurezza” da parte degli europei e di altri Paesi. Non ci sono dettagli ma il riferimento sembra essere alla “forza di rassicurazione” che Parigi e Londra stanno cercando di assemblare, con grande difficoltà, con la coalizione dei volenterosi.

Macron: Putin continua a mentire, la smetta

Oggi è nuovamente intervenuto il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando dal Madagascar. “Putin continua a bombardare l’Ucraina, la smetta di mentire sostenendo che vuole la pace”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo dopo il nuovo pesante bombardamento su Kiev. “Se Putin dicesse ‘si’, domani avremmo il cessate il fuoco”. Poi una frecciata velenosa a Washington, rispedita al mittente dall’appello di Trump a Mosca. “La rabbia degli americani dovrebbe concentrarsi su una sola persona, il presidente Putin. In Ucraina  c’è solo una risposta che aspettiamo: il presidente Putin accetta un cessate il fuoco incondizionato?”. Anche il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha condannato i “crudeli” attacchi russi che hanno colpito Kiev la scorsa notte. “Queste non sono le azioni di un uomo di pace”, ha scritto su X.

Tajani: stiamo lavorando a una pace giusta, che non significa la resa di Kiev

Il ministro Antonio Tajani dal Cairo ribadisce la posizione italiana. “Stiamo lavorando per la pace, per una pace giusta in Ucraina. Pace giusta significa non la resa di Kiev, ma la fine di un conflitto che è stato avviato dalla Russia. La Russia è il paese aggressore e l’Ucraina è il paese aggredito, questo non lo possiamo dimenticare”, ha detto Tajani aggiungendo di sostenere “anche gli sforzi americani per arrivare ad una accordo che porti anche lì a un cessate il fuoco”.

Mosca avverte: con i caschi blu in Russia si rischia la terza guerra mondiale

Intanto Mosca avverte la coalizione dei ‘volenterosi’. “Il dispiegamento di caschi blu per qualunque missione nei territori storici russi – come Mosca considera il sud est dell’Ucraina – rischierebbe di provocare una terza guerra mondiale”. La minaccia arriva dal segretario del Consiglio di sicurezza nazionale, l’ex ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, in una intervista alla Tass.

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di Sara De Vico - 24 Aprile 2025