Aperture ancora negative dopo il ciclone dazi: la seduta – l’ultima della settimana- parte in ribasso per le borse europee, dopo i crolli del giovedì nero (in Europa in fumo 422 miliardi, a Wall Street 2.000 miliardi). Le dichiarazioni di Trump a proposito dei crolli dei mercati (“era una reazione attesa” e “il paese e l’economia vivranno un boom”) per ora non fanno breccia tra gli investitori. E’ forte la perdita di fiducia nei confronti degli asset denominati in dollari. Il biglietto verde continua a scendere.
Il terremoto dazi sulle borse
Milano apre a -1,52%, Parigi perde lo 0,74% e Francoforte lo 0,64%. Madrid in linea con la borsa milanese cede un punto e mezzo. In Asia le borse cinesi e Hong Kong sono chiuse per festività. Tokyo ha perso due punti e mezzo. Per il premier giapponese Shigeru Ishiba i dazi Usa sui prodotti giapponesi sono una “crisi nazionale”. La reazione peggiore però è stata quella di Wall Street che ha chiuso la peggiore seduta dal 2020 (crisi Covid), bruciando 2.000 miliardi. Il Nasdaq ha perso sei punti. In picchiata titoli come Apple e Nike, che producono molto in paesi come il Vietnam e l’India, colpiti da fortissimi dazi. Altro effetto di questa tempesta perfetta è la brusca frenata del petrolio. Il brent è sotto i 70 dollari. Il greggio americano a 66.
Male i titoli bancari
La Borsa italiana è crollata a -3,3% a circa un’ora dall’apertura delle contrattazioni. Un bilancio quotidiano che si fa via via più pesante con i titoli bancari a segnare la maggior sofferenza. Una perdita che fa di Piazza affari la peggiore in Europa. Nel listino principale scivola Mps (-6,2%). In rosso anche Bper (-3,1%) e Unicredit (-2,7%). Vola la Borsa di Mosca, che ha guadagnato il 2,04% nei primi scambi di giornata; per poi assestarsi su un +1,76% rispetto a giovedì. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. Nella lista di paesi colpiti dai nuovi dazi annunciati dal presidente americano Donald Trump la Russia non figura (al pari di Cuba, Bielorussia e Corea del Nord). Mosca è stata esclusa dalle tariffe perché le sanzioni Usa per la guerra in Ucraina «precludono già qualsiasi scambio commerciale significativo» con la Russia, ha spiegato la Casa Bianca.
Male anche le Borse asiatiche, scese ai minimi da due mesi. Gli investitori attendono possibili sviluppi, dopo che giovedì Trump si è detto disposto a trattare sui dazi se i Paesi «offrissero qualcosa di fenomenale».
In calo anche l’oro
Sul valutario, l’euro si mantiene a 1,1066 dollari dopo la corsa che ieri l’ha portato a 1,1060 in chiusura. La moneta unica vale anche 161,59 yen (da 161,25), mentre il dollaro continua a perdere terreno contro la valuta nipponica, che si avvicina ai massimi da sei mesi a 146,06 (da 147,75). Ancora in calo il prezzo del petrolio, con il future maggio sul Wti che cede lo 0,82% a 66,40 dollari al barile e la consegna giugno sul Brent in discesa dello 0,78% a 69,59 dollari. Cede lo 0,4% a 39 euro al megawattora il gas naturale ad Amsterdam. L’oro spot segna -0,3% a 3.104,7 dollari l’oncia, Bitcoin a 83.169 dollari (-1,96%), dopo essere sceso alla vigilia sotto quota 82.000 dollari.