
Ennesimo scivolone
C’è riuscito, Gad Lerner indigna tutti: bufera sul tweet che paragona dazi e Borse e strage dell’11 settembre. Il web insorge: vergogna
Il giornalista, non nuovo a cadute di stile e polemiche furenti, stavolta provoca e sconcerta davvero tutti, in modo trasversale: la sua uscita su X, in cui mette in parallelo dazi e crollo dei titoli all'immane tragedia delle Torri Gemelle scatena gli utenti, che non gliene risparmiano una...
Un’altra uscita infelice, l’ennesima, quella di Gad Lerner. Solo che stavolta ha spinto tu un tasto dolente, facendo riferimento a una ferita che non si è mai rimarginata e azzardando su un parallelo che, otre che insostenibile, è risultato a dir poco eccessivo e fuori luogo. «Stavolta l’11 settembre se lo sono fatti da soli gli americani», ha sentenziato su X il giornalista con un post che da ore e ore sta facendo discutere gli utenti, indignando e sollecitando repliche risentite, in riferimento all’effetto dei dazi sulle Borse…
L’ultima uscita di Gad Lerner su X scatena la bufera social
Un paragone che gli utenti non hanno mancato di rispedire al mittente, non prima di aver vergato la loro con tanto di firma di disconoscimento virtuale. Perché se è vero che alla scure dei dazi sono seguiti i crolli di listini e titoli, proprio come accadde in quel terribile 11 settembre del 2001, è altresì plausibile che il parallelo tra le due circostanze, e il confronto tra le imposte varate da Donald Trump e l’attentato alle Torri Gemelle costato la vita a quasi 3000 innocenti, è risultato forzato e decisamente di cattivo gusto. E ha scatenato l’irta funesta degli utenti social che non ha voluto lasciar correre…
Ipse dixit: «Stavolta l’11 settembre se lo sono fatti da soli gli americani»
Così, mentre qualcuno obietta anche sulla effettiva veridicità della notizia eccepita e commentata da Gad Lerner, asserendo pacatamente che «Ehmmm… al di là del paragone del tutto grottesco, nell’immagine che lei posta ci sono solo due valori negativi su 10. Ma è tutto rosso e freccia giù. Ecco perché la narrazione di sinistra non convince più nessuno, anzi, porta voti a destra»; qualcun altro calca la mano e affonda il colpo, postando semplicemente l’ovvio in risposta: «Vite umane // soldi. Non sono la stessa cosa»…
Utenti indignati trasversalmente
E ancora. Il dibattito online monta, pari alla rabbia e allo sconcerto che suscita. «Ma non si vergogna per aver scritto un simile post? Paragonare delle persone uccise a dei soldi persi in borsa è aberrante!» tuona qualcun altro. Mentre un ennesimo internauta pronto a intervenire nella discussione che ormai si è digitalmente accesa, aggiunge: «Ma non prova vergogna a paragonare un attentato terroristico fatto da perversi arabi che uccise migliaia di innocenti occidentali, con delle notizie finanziare? Ma che persona è lei?», condiviso in calce da chi firma semplicemente la sua condivisione al messaggio siglando: «Che squallore»…
Il paragone tra il crollo delle Borse e un atto terroristico sanguinario scatena i commenti social
E solo un commento prima qualcuno ha con toni disarmanti convenuto postando: «Il paragone con un atto terroristico islamico sanguinario è di uno sporco che fa ribrezzo. Vergogna!». E potremmo continuare ancora a lungo, ma per chi volesse approfondire basta sintonizzarsi sull’account in questione dove quello che emerge è un senso di rabbia per l’oltraggio vergato a caratteri di fuoco.
Un messaggio, quello di Gad Lerner, recepito come un oltraggio inaccettabile
Un oltraggio – perché in questi termini è stato recepito il tweet di Gad Lerner – che stigmatizza quella che è l’ennesima uscita infelice del giornalista che, questa volta, come dicevamo in apertura, è riuscito nell’impresa di indignare trasversalmente l’opinione pubblica, scatenando una bufera di critiche e ironie stizzite per quel diretto, esplicito e plateale riferimento all’11 settembre che, a detta dello scrittore, gli americani si sarebbero inferti da soli con i dazi voluti da Trump e i conseguenti effetti sulle Borse mondiali.
L’ardito paragone e le repliche social che lo delegittimano
L’affermazione, già grave nel contenuto, risulta doppiamente inaccettabile per la leggerezza con cui accosta una manovra economica – per quanto discutibile – a uno degli attacchi terroristici più sanguinosi e tragici della storia moderna. È vero: qualche giorno fa Piazza Affari ha registrato una pesante flessione, con l’indice Ftse-Mib arrivato a perdere oltre il 7,5 per cento. Una giornata nera, senza dubbio. Ma il paragone con l’11 settembre 2001, quando furono abbattute le Torri Gemelle e morirono quasi tremila persone, semplicemente non si può sentire.
Tutti contro Gad Lerner: chi lo accusa di bieco «cinismo», chi ironizza amaramente
Non è la prima volta che Gad Lerner si distingue per dichiarazioni che sembrano pensate più per provocare che per analizzare. Stavolta, però, ha superato ogni limite. L’idea che l’introduzione di dazi – peraltro voluti da un presidente regolarmente eletto come Donald Trump – possa essere paragonata a un attacco terroristico che ha cambiato il corso della storia mondiale, è qualcosa che offende l’intelligenza e la memoria di milioni di persone. Tanto che sui social è subito esplosa la reazione. E come già in parte resocontato, tra chi parla di «commento vergognoso». Chi lo accusa di bieco «cinismo». E chi ironizza amaramente, c’è persino chi si interroga beffardamente: «Tutto questo per qualche retweet in più?».
L’interrogativo beffa: «Tutto questo per qualche retweet in più?»
L’indignazione, però, è ben più profonda dell’ironia. Perché certe tragedie non si usano come metafore, tanto meno per parlare di mercati finanziari. E mentre Lerner continua a dispensare provocazioni, molti si chiedono se il suo intento sia ancora quello di fare giornalismo o piuttosto quello di giocare al moralista da salotto, pronto a colpire sempre e comunque l’America, a prescindere dai fatti e dal buon senso. Nel frattempo, l’unico dato certo che emerge è che ancora una volta, da una sinistra intellettuale in crisi di contenuti, arriva un messaggio divisivo e fuori luogo. Il risultato? Ancora più distanza tra chi soffre davvero per la crisi economica e chi la utilizza come palcoscenico per slogan vuoti e attacchi mirati…