
L'intervista
Chi è (e chi si crede di essere) Matteo Ricci, candidato contro Acquaroli. Parla Serena Boresta (FdI)
L’ex sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, si è fatto conoscere negli anni per l’ossessiva presenza nei talk-show televisivi dove riesce a parlare di tutto lo scibile umano (tranne dei guai che lo coinvolgono a Pesaro) dando però l’impressione di essere uno studente fuoricorso che ha studiato sui bigini del Bignami. Fa spesso la figura del Pierino, specie quando si trova di fronte ad interlocutori del calibro di Maurizio Belpietro che lo spediscono spesso e volentieri dietro la lavagna. Le sue continue comparsate televisive hanno suscitato parecchio malumore tra i cittadini pesaresi che lo avrebbero voluto maggiormente presente in città per risolvere i tanti problemi dovuti al degrado di strade e marciapiedi ma lui alle manutenzioni ordinarie preferiva importare format come il “bosco che cammina”, un’iniziativa costosa e stravagante che consistette in un viaggio notturno di cento alberi di canapa, posizionati in vasi di cattivo gusto, per le vie della città creando enormi problemi alla viabilità e alle piante stesse. Uno scherzetto costato 230mila euro che si è rivelato un flop colossale. Ma lui si giustificò affermando che bisogna volare alto perché occorre essere “gente di provincia, ma non provinciali” e che la sua presenza in televisione, come le sue iniziative “futuriste”, servivano a dare visibilità alla città di Rossini. Peccato che a Pesaro nessuno si sia accorto di questi benefici.
Non solo, ma l’anno scorso quando Pesaro fu capitale italiana della cultura, molti turisti si sono lamentati di aver avuto difficoltà ad accedere ai musei a causa di orari di apertura limitati o di biglietti non disponibili. La sua eccentricità ha avuto anche effetti tragicomici come la sua celebre intemerata a Coffee Break, alla vigilia dello scoppio dell’epidemia COVID, contro il governatore della Lombardia Fontana reo di essersi fatto fotografare con la mascherina; “Il Covid non è la peste, è poco più di un’influenza. La mascherina che ha messo Fontana è allucinante. Da domani invece di mettere la mascherina, voglio mettere una mega spilletta sulla giacca con scritto “Basta panico”. Era il 27 febbraio 2020; conosciamo il seguito. Di lì a pochi giorni venne decretato il lockdown e solamente a Pesaro morirono 500 persone. Terminato il mandato di Sindaco, è stato eletto eurodeputato ma ora si accinge a correre per la Presidenza della regione Marche come sfidante di Francesco Acquaroli che, alle comparsate televisive preferisce i fatti, per “rispondere alla chiamata della sua gente”.
Ricci si sente un missionario perché “la politica significa cambiare il mondo e non occupare una posizione di potere” che detto da lui fa un po’ ridere visto il suo notorio attaccamento ad ogni tipo di poltrona. Per il momento gira in bicicletta per “ricucire” le Marche facendo tappa in venti comuni dove ad accoglierlo, in verità, c’é solo una sparuta manciata di militanti del PD a cui promette “un policentrismo governato” suscitando immediatamente l’ironia del web dove viene accostato alle super cazzole del Conte Mascetti di “Amici Miei”. Pessimo oratore, arringa i pochi intimi che presenziano ai suoi comizi, strillando come un sindacalista degli anni Settanta per poi presentarsi nelle case di cittadini scelti a caso, ma solitamente molto accondiscendenti, con tanto di bottiglia di vino, per ascoltare la gente, replicando con il suo “un marchigiano alla porta”, un format fallimentare andato in onda in Francia negli anni Settanta. Ma lui, si sa, è allergico al confronto, e perde facilmente le staffe rimediando figuracce epiche come quella con Galeazzo Bignami in una recente trasmissione da Del Debbio ed evita di partecipare a dibattiti pubblici dove sia presente la controparte politica. Lo specialista dei selfie, delle gaffes, degli annunci, dell’amichettismo e delle comparsate televisive, si è distinto negli anni per essere un grande esperto di opere fantasma. Antonio Amorosi, autore del libro “Coop Connection” scrisse su “La Verità” che Ricci “fu un sindaco creativo che posava prime pietre che sono restate uniche”.
La colomba pasquale gli deve essere andata di traverso per tre episodi che hanno sconvolto la vita politica pesarese nelle ultime tre settimane e che gli hanno fatto perdere un po’ della sua proverbiale loquacità: la censura di ANAC (autorità, nazionale anti-corruzione) che ha decretato l’inconferibilità del doppio incarico di Daniele Vimini, uomo di fiducia di Ricci, quale vice-sindaco e Presidente della fondazione Pescheria (che doveva sovrintendere a tutti gli eventi culturali nell’anno di Pesaro capitale della cultura), la relazione presentata in Prefettura dalla Commissione parlamentare di inchiesta “Ecomafie”, sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti in relazione al filone d’inchiesta intitolato “il progetto di discarica in località Riceci nel Comune di Petriano” e la discussione in Consiglio Comunale sulle conclusioni della commissione “Controllo e Garanzia” che si è occupata delle anomalie emerse negli affidamenti diretti a due associazioni culturali, Opera maestra e Stella Polare; scandalo che a Pesaro è stato ribattezzato, dal Resto Carlino, “Affidopoli”.
Ne parliamo con la segretaria di Pesaro di Fratelli d’Italia, Serena Boresta, che ha fatto parte della commissione “Controllo e Garanzia”.
- Cosa è emerso esattamente nella vicenda nota come “Affidopoli”?
Dalla disamina dei documenti, audizione di dirigenti e responsabili dei servizi è emersa l’esistenza di un vero e proprio sistema di gestione della cosa pubblica consolidato e ben collaudato che in violazione della normativa di settore ha creato una commistione tra le funzioni di indirizzo politico amministrativo e le funzioni gestorie di competenza esclusiva dei dirigenti. Ciò si è verificato attraverso un componente dell’ufficio di gabinetto e uomo di fiducia del Sindaco Ricci nominato ai sensi dell’art.90 Tuel che indicava ai dirigenti i destinatari degli affidamenti e dei contributi. In tal modo si è pregiudicata l’attività preliminare alla procedura di affidamento nella quale il dirigente attraverso indagini di mercato, banche dati deve ricercare ed individuare l’operatore economico più idoneo ad eseguire la prestazione. E’ stata altresì compromessa l’attività che spetta sempre al dirigente di valutare il possesso in capo al destinatario dell’affidamento dei requisiti tecnici e morali per eseguire la prestazione. Ulteriore aspetto rilevante riguarda la valutazione (sempre in capo ai dirigenti) circa l’entità della prestazione e l’importo da erogare al destinatario che veniva scientemente alterato dalla mancata indicazione al dirigente dell’esistenza di sponsorizzazioni private che, pertanto, non venivano considerate né contabilizzate ai fini della determinazione dell’importo della prestazione. In tal modo le associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare percepivano non soltanto l’intero importo della prestazione ma ad esso si aggiungevano gli importi delle sponsorizzazioni andando così a duplicare o triplicare l’importo finale conseguito dall’associazione stessa.
- Una delle opere sotto la lente di ingrandimento è il casco in onore di Valentino Rossi. Cosa è successo?
La determina in questione (n. 1615/2022) ha sin da subito suscitato sospetti in quanto aveva ad oggetto “lavori di straordinaria manutenzione e riqualificazione del verde di Piazzale D’Annunzio” ma nel Piazzale in questione non risultavano lavori di tal genere. Acquisita la documentazione si è potuto riscontrare che in verità l’oggetto della prestazione era ben altro: si trattava della realizzazione del “cascone” dedicato a Valentino Rossi, così come risultava dal preventivo e dal relativo progetto. Per detti lavori il Comune ha corrisposto ad Opera Maestra € 53.000,00 (l’intero valore della prestazione) cui però si sono andati ad aggiungere € 20.000,00 corrisposti da uno sponsor privato che ha dichiarato di aver contribuito con detto importo alla realizzazione del manufatto (oltre ad altri 5 sponsor indicati sul retro del “cascone” di cui non conosciamo gli importi corrisposti. Di detta sponsorizzazione non vi è traccia nella determina dirigenziale; essa fu gestita dall’uomo di fiducia del Sindaco Ricci ma non venne comunicata al dirigente che pertanto non ha provveduto a tenerne conto ai fini della determinazione dell’importo da erogare; in tal caso l’associazione ha conseguito un importo ben maggiore rispetto a quello corrispondente al valore della prestazione.
- Un altro pasticcio riguarda la determina per opere di straordinaria manutenzione che hanno riguardato invece il murales in onore della senatrice Liliana Segre. Come si potevano affidare lavori di straordinaria manutenzione ad associazioni sprovviste di Durc, non iscritte al registro Unico del terzo Settore e senza dipendenti?
La determina in questione (n. 1534/2020) aveva ad oggetto “lavori idraulici – lavori di straordinaria manutenzione” in un immobile di proprietà Comunale in Pesaro, Via Nanterre per l’importo di circa € 20.000,00. Invero, dall’esame di tutta la documentazione afferente all’affidamento e dall’audizione del dirigente è emerso che i lavori effettivamente realizzati non riguardavano opere idrauliche bensì la realizzazione di un murales dedicato a Liliana Segre.
Le associazioni in questione: Opera Maestra e Stella Polare, due associazioni “gemelle” con stesso titolare, stessa sede, stesso oggetto sociale (organizzazione eventi e realizzazione murales), senza dipendenti, prive di Durc e di iscrizione al Runts non soltanto non avevano certamente le capacità tecniche né i requisiti per poter eseguire quella tipologia di prestazione che esulava dal loro oggetto associativo ma neppure potevano intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni non essendo neppure iscritte nel Registro unico nazionale del terzo Settore.
- Ci sono rendicontazioni dei soldi stanziati per queste associazioni?
Le procedure relative ai n.14 affidamenti esaminati dalla commissione controllo e garanzia non contenevano alcuna rendicontazione. Le uniche procedure ove si è riscontrata la presenza di rendicontazioni sono state quelle relative ai contributi assegnati ad Opera Maestra per il “Palio dei Bracieri” del 2022 e del 2023. La procedura dei contributi prevede ex lege l’obbligo della rendicontazione da parte dell’associazione destinataria del contributo. Anche su tali procedure sono emerse importanti criticità sulle voci di spesa in entrata e in uscita.
- Qual è la responsabilità politica dell’ex sindaco Matteo Ricci? Per quale motivo ha rifiutato di rispondere alle domande della Commissione?
Il Sindaco Ricci, in qualità di Sindaco, è l’ultimo responsabile dell’attività amministrativa del proprio Comune ed è tenuto ai sensi dell’art.50 Tuel a sovrintendere non soltanto il funzionamento dei servizi e degli uffici comunali ma anche a sovrintendere l’esecuzione degli atti. Dunque, a lui è senz’altro attribuibile una responsabilità in eligendo e in vigilando. Ma non solo. Egli ha consentito a suoi uomini di fiducia e strettissimi collaboratori di interferire nell’attività gestoria di competenza dei dirigenti in spregio alle norme ed alle procedure di settore. Oltretutto, nonostante ripetute convocazioni da parte della commissione non si è presentato dichiarando ai giornali locali di non conoscere le procedure di affidamento diretto né le due associazioni in questione (quando sussistevano decine di fotografie che lo ritraevano con il titolare delle due associazioni). Una vera e propria mancata assunzione di responsabilità, “uno schiaffo alla città”, una mancanza di rispetto verso le istituzioni ma soprattutto verso tutti quei cittadini pesaresi che da mesi si domandano come siano stati gestiti circa € 600.000 di soldi pubblici e ad oggi non hanno avuto risposta.
- Veniamo ora alla relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle “Ecomafie” per il tentativo, poi fallito, di realizzare un progetto di discarica di Riceci. Il Presidente della commissione Jacopo Morrone ha sottolineato diverse criticità affermando che gli atti sono a disposizione di tutti, anche della Procura. Ha poi aggiunto; “tanti sindaci come Don Abbondio”. Quali sono le responsabilità del Comune di Pesaro che all’epoca dei fatti era guidato da Matteo Ricci?
La vicenda della discarica di Ricci presenta importanti e gravissime criticità.
Il comune di Pesaro detiene il 25% di Marche Multiservizi: Ricci nominò suoi uomini di fiducia nella compagine della Multiutility, un consigliere del Cda e il Presidente. Nonostante avesse suoi diretti rappresentanti ha in più occasioni dichiarato di non essere stato informato del progetto ma di averlo appreso soltanto a cose fatte, una volta esplosa la polemica.
Non è in alcun modo concepibile che un progetto di tale portata, di rilevantissimo impegno economico, che comportava tra le altre cose l’acquisizione di terreni non sia stato concertato con l’amministrazione comunale ed abbia preso avvio senza attendere i pareri delle autorità competenti.
- Matteo Ricci, che sfiderà il governatore uscente Francesco Acquaroli, dopo l’affossamento del progetto della discarica di Riceci (a proposito chi pagherà i tre milioni versati alla società di San Marino “Aurora” per acquisire i terreni?) ha dichiarato di essere contrario alla costruzione di un termo-valorizzatore nelle Marche. Si tratta di una boutade elettorale oppure si possono davvero smaltire i rifiuti senza discariche e senza termovalorizzatori?
A mio avviso non è concepibile né tantomeno realistico o credibile affermare che sul nostro territorio non verranno realizzati impianti per la gestione dei rifiuti.
Ciò penalizzerebbe insensatamente la nostra Regione che ha invece necessità di realizzare discariche e/o termovalorizzatori per avere una gestione autonoma dei rifiuti. Ciò dovrà avvenire sempre nel pieno ed assoluto rispetto della salute pubblica. Va altresì considerato che la realizzazione di detti impianti comporterebbe un importante risparmio di risorse per il territorio e lo renderebbe competitivo anche in questo ambito.
- Un altro scandalo che ha colpito l’amministrazione dell’ex sindaco Ricci è la sentenza di ANAC che ha decretato l’inconferibilità del doppio incarico di Daniele Vimini, vicesindaco e Presidente della Fondazione Pescheria. Cosa è successo e che conseguenze ne scaturireranno? Questa sentenza è una condanna senza appello della gestione del sistema di potere del Pd a Pesaro?
La delibera Anac n.119 del 26.03.2025 ha confermato ancora una volta come la gestione della cosa pubblica a guida Matteo Ricci sia stata connotata da grande sciatteria e trascuratezza.
A seguito di segnalazione all’Anac da parte dei consiglieri di centrodestra del 03.10.2024, l’Anac ha dichiarato l’inconferibilità dell’incarico assegnato a Daniele Vimini come Presidente della Fondazione Pescheria per violazione dell’art.7, comma 2, lett. d) del D.Lgs n.39/2013 con conseguente nullità dell’atto di conferimento dell’incarico e del relativo contratto.
L’Anac ha altresì imposto una serie di adempimenti per riportare la gestione della Fondazione Pescheria al rispetto della legalità con annesse sanzioni sospensive (divieto per tre mesi per colui che ha conferito l’incarico di effettuare nomine) e connesse responsabilità economiche, giacché colui che ha conferito l’incarico dichiarato poi nullo dovrà rispondere delle conseguenze economiche che ne deriveranno.
- Cosa resta come simbolo dell’anno della cultura appena concluso? I più critici sostengono che di cultura se n’è vista poco rimpiazzata da eventi che potrebbe organizzare qualsiasi città in qualunque momento.
A mio parere l’anno appena concluso di “Pesaro città della cultura 2024” non ha lasciato alcun valore aggiunto alla città, si è sviluppato per lo più attraverso il riproporsi di eventi ordinari che non hanno rilanciato Pesaro né valorizzato le bellezze storiche ed artistiche che caratterizzano la nostra città.
Una sola cosa è rimasta, nostro malgrado, in città: la “grande sfera” in Piazza del Popolo, una cinesata, uno schermo rotondo dai costi improponibili che non ha nulla di interattivo come pareva in origine, che mal si concilia con il contesto storico e monumentale della nostra piazza e che comporterà per la città l’impiego di ulteriori importanti somme per la sua manutenzione che ben potevano impiegarsi per altro.
- Il governatore Acquaroli ha di recente presentato il progetto per la costruzione del nuovo ospedale di Pesaro dopo trent’anni di attesa. Ricci ha dichiarato di avere il 50% del merito. Condividi?
Assolutamente no. La dichiarazione in questione oltre ad essere completamente avulsa dalla realtà a mio avviso è persino temeraria.
Il Governatore Acquaroli ha ereditato da Ceriscioli & C. una sanità depauperata sui nostri territori per un folle progetto degli ospedali unici che non ha mai visto la luce e avrebbe indebitato i nostri figli e i nostri nipoti.
Oggi finalmente dopo trent’anni di promesse non mantenute con la Regione a guida Acquaroli viene realizzato l’ospedale a Pesaro con un investimento storico per la nostra Regione.
Ricci tenta maldestramente di essere innovativo proponendo un aiuto per gli ambulatori dei medici senza sapere che detta tipologia di intervenuto è già stato messo in campo da Acquaroli con il nuovo piano sanitario… dunque sarebbe bene che prima di fare “il fenomeno” si informi bene sul funzionamento della sanità territoriale.
- Meno di un mese fa il Pd, in Consiglio Comunale, ha respinto una mozione di Fdi per l’intitolazione di un luogo della memoria a Norma Cossetto ed ha respinto una mozione del centro-destra contro le discriminazioni ed il bullismo spiegandoci che non si può scindere la lotta contro il bullismo con il contrasto a tutte le discriminazioni omo-lesbo-bi-transfobiche e l’adesione alla rete RE.A.DY. Pesaro ospiterà il Gay Pride regionale a giugno. Nella Stalingrado d’Italia si alternano vetero-comunismo e cultura woke?
Le prese di posizione in Consiglio Comunale contro l’intitolazione di un luogo pubblico a Norma Cossetto e contro il bullismo gridano vendetta e dimostrano inequivocabilmente come il Pd sia mosso soltanto da mere scelte ideologiche connotate da ipocrisia e prive di qualsivoglia sostanza. Quando l’ideologia soffia più forte della realtà allora non basta una medaglia d’oro al valor civile per comprendere, non bastano migliaia di martiri senza croce, vite spezzate, dolori inconsolabili per comprendere, non bastano i traumi vissuti da tanti giovani in età scolare per intervenire in modo più efficace…
- Matteo Ricci ha attaccato Acquaroli dicendo che è un emerito sconosciuto. Compito di un Governatore è di passare le giornate in televisione?
Mi limito ad una unica ma rilevantissima osservazione: se da un lato abbiamo il Governatore Acquaroli, che conosco da anni, come uomo del fare, concreto, pragmatico, sempre attento all’ascolto del territorio e propenso al dialogo e all’interlocuzione con i cittadini dall’altro abbiamo l’esempio di Ricci, l’uomo dei “selfie”, delle comparsate televisive, degli annunci senza seguito, delle promesse lanciate in mondovisione. Io con grande fierezza ed orgoglio sposo senza se e senza ma il modello “Acquaroli”.