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Conclave Nuovo Papa

Al voto 133 cardinali

Niente cellulari, finestre chiuse, in attesa dello Spirito Santo: le regole del Conclave che eleggerà il nuovo Papa

Cronaca - di Alice Carrazza - 23 Aprile 2025 alle 10:12

Niente cellulari, niente portatili, niente finestre spalancate: solo una porta li separa dal mondo. Dentro, silenzi, respiri, sospiri, a far rumore solo i passi lenti che attraversano la sala. Si chiama “conclave”, dal latino cum clave, chiusi a chiave. E non è una metafora: è una costrizione materiale, spirituale e simbolica. È la Chiesa che si chiude in sé stessa per partorire il Vicario di Cristo. Non è una semplice elezione, ma un rito eterno.

La storia e le sue regole

La scena si ripete immutata da secoli, ma ogni volta è un mistero nuovo. La tradizione nasce nel 1271, a Viterbo: dopo tre anni senza Papa, i cardinali furono rinchiusi nel Palazzo dei Papi fino a quando non avessero deciso il successore di Pietro. Da allora, la regola: si resta dentro finché lo Spirito Santo non indica la via.

La Sistina resta sigillata, la Domus Sanctae Marthae, dove alloggeranno tutti i cardinali, lontana da sguardi indiscreti. Nessuna fuga di notizie è tollerata: chi diffonde informazioni, rischia la scomunica. Sono vietati inoltre accordi preventivi, trattative e strategie: anche questo comporta la stessa pena. Non può essere una campagna elettorale, non è consentito votare per sé stessi — almeno in teoria. Ma la storia, si sa, conosce le sue eccezioni.

Il codice blindato del Conclave

I principi sono scolpiti nella Universi Dominici Gregis, la costituzione apostolica promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996. Lì dentro, ogni dettaglio: dal quorum richiesto (una maggioranza di due terzi) alle modalità di scrutinio, fino alle sanzioni in caso di forzature. Il Papa polacco, stanco di conclavi infiniti, introdusse la possibilità di maggioranza semplice dopo trenta scrutini. Fu poi Benedetto XVI a volere introdurre il ballottaggio tra i due più votati dopo la 34ª votazione.

Saranno 133 i cardinali elettori convocati quest’anno. Due in meno dei 135 teorici: Antonio Cañizares e Vinko Puljić resteranno fuori per motivi di salute. Gli altri, tutti pronti. Anche stavolta però, clausura totale: niente radio, niente tv, niente giornali. Segnali arriveranno solo attraverso le fumate: nera, se tutto è ancora da decidere; bianca, se il nuovo Papa è stato eletto. Nel frattempo, la vecchia stanza di Bergoglio nella Domus, resterà sigillata. Vuota, ma inviolabile. Forse anche il piano verrà sottoposto a bonifica.

Processione e giuramenti, poi la fumata

È al vaglio l’ipotesi di schermare l’intero territorio dello Stato di Città del Vaticano. Al momento, però, l’unica certezza riguarda gli elettori: saranno accompagnati fino alla Cappella Sistina a bordo di un autobus speciale. Tutto si svolgerà, in ogni caso, secondo un cerimoniale rigoroso. Si comincia con la Messa pro eligendo Romano Pontifice, presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio. Poi, a piedi, in processione fino alla Cappella Sistina, cantando il Veni Creator. Si invoca lo Spirito Santo, non per forma, ma come unica legittimazione. Ogni cardinale presta giuramento solenne. Poi l’extra omnes, con una possibile mediazione prima del voto, come accadde nel 2013, quando il cardinale Prosper Grech parlò ai confratelli prima di lasciare la sala in silenzio.

L’elezione avviene per scrutinium, ossia tramite una votazione segreta. In passato erano previste anche due modalità alternative di elezione, poi abolite: l’acclamationem seu inspirationem (“per acclamazione o ispirazione”), quando tutti i cardinali sceglievano lo stesso candidato senza votazione formale, e il compromissum (“per compromesso”), quando l’elezione veniva delegata a un piccolo gruppo.

Per essere eletto, un candidato deve ottenere almeno i due terzi dei voti dei cardinali elettori presenti e votanti (quindi 90 voti se partecipano tutti e 135 votano). Il primo giorno di Conclave può svolgersi al massimo una votazione, nel pomeriggio. Nei giorni successivi si possono fare fino a quattro votazioni al giorno: due al mattino e due al pomeriggio.

Nello scrutinio, ogni cardinale scrive un solo nome con grafia non riconoscibile, piega la scheda, pronuncia un giuramento solenne e la depone in un’urna sull’altare della Cappella Sistina. Al termine di ogni scrutinio, schede e appunti vengono bruciati. E il mondo, ancora una volta, trattiene il respiro davanti a quel comignolo, sperando di vedere finalmente la fumata bianca.

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di Alice Carrazza - 23 Aprile 2025