
Pragmatismo
Ciriani: «Sui dazi “keep calm”. Meloni può mediare, ma l’Ue smetta di fare Alice nel paese delle meraviglie»
Il premier al lavoro sul dossier: oggi l'incontro con i ministri, domani con le categorie. Il titolare dei Rapporti con il Parlamento: «La priorità è l'interesse nazionale. Proveremo tutte le strade politiche e diplomatiche. Se non funzioneranno, valuteremo altro»
Oggi l’incontro con i ministri coinvolti nel tavolo sui dazi, domani quello con le categorie. Il tutto mentre prosegue lo stretto coordinamento con Bruxelles e il premier Giorgia Meloni si prepara per quel viaggio a Washington che, benché non confermato ufficialmente, è ormai dato per acquisito, anche nella sua dimensione di continuità, spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, «con la risposta formale della Commissione Ue». Il governo entra nel vivo del confronto sulla risposta operativa da dare ai dazi Usa, mantenendo la bara ferma su interesse nazionale e pragmatismo, che vuol dire anche, e in questa fase forse prima di tutto, restare lucidi. «Direi che lo slogan giusto è: “keep calm” e continuiamo a ragionare di politica. Evitiamo reazioni istintive. Una guerra commerciale rischia di innescare effetti inflattivi o conseguenze peggiori dei dazi stessi», ha ribadito Ciriani.
Ciriani: «I dazi sono sbagliati, ma parlare dei limiti dell’Ue è legittimo»
Intervistato da La Stampa, Ciriani ha spiegato che «il governo ha le idee chiare» e sottolineato che «ogni decisione sarà presa dopo» gli incontri di oggi e domani. La premessa è che «i dazi sono una scelta sbagliata», ma «parlare dei limiti dell’Ue è legittimo». «È vero che la politica di Trump è aggressiva, ma l’Ue in questi anni è apparsa come Alice nel paese delle meraviglie, mentre il mondo cambiava. Cina e Usa si sfidano su IA, spazio, tecnologie avanzate… e noi ci siamo auto-inflitti vincoli, arrivando a danneggiare finanche la nostra industria automobilistica. Non basta parlare di dazi e di Trump, c’è la necessità – ha avvertito Ciriani – di svegliare l’Ue dal suo sonno. Abbiamo mancato riforme interne, gestito male i dossier economici, e restiamo ai margini nei settori strategici: satelliti, cybersicurezza, IA. Ci siamo auto-sabotati, con effetti devastanti sulla competitività».
Il faro dell’interesse nazionale
Anche quanto al ruolo dell’Italia a livello europeo e, nello specifico, sulla proposta di Francia e Germania di mettere nel mirino le aziende del Big Tech Usa, Ciriani ha risposto a Francesco Malfetano, che firma l’intervista, ribadendo che servono razionalità e reazioni ponderate. «Anche in questo caso ritengo sia prematuro definire la nostra posizione. L’obiettivo resta tutelare l’interesse nazionale, politico ed economico. Decideremo assieme alle categorie. L’approccio – ha detto – sarà quello di evitare reazioni impulsive. Prima proveremo tutte le strade politiche e diplomatiche. Solo se queste non funzioneranno, valuteremo altro. Al momento, al tavolo europeo, stiamo lavorando per difendere gli interessi italiani. Quelli vengono prima».
La competenza è della Commissione Ue, ma «l’Italia può muoversi politicamente»
«Una risposta formale in termini di dazi può arrivare solo dalla Commissione Ue, e noi ci confronteremo lì. Ma nulla impedisce all’Italia di muoversi politicamente per evitare una guerra commerciale. Perché non dovremmo fare politica nell’interesse del nostro Paese?», ha chiesto il ministro, sottolineando che «non vedo perché la presidente Meloni non debba attivarsi anche su un piano bilaterale. Il piano Ue e quello politico nazionale non si escludono: vogliamo evitare i dazi, e per questo la politica è lo strumento privilegiato».
La stoccata a M5S e Pd: dei primi «ho sempre pensato il peggio» e il Pd «si fa trascinare»
Tornando sui temi interni, Ciriani ha ribadito che la riforma dell’Autonomia, rilanciata con forza da Roberto Calderoli nel corso del congresso della Lega, «è nel programma e si farà: appena Calderoli sarà pronto, il testo andrà in Parlamento» e, sollecitato dalle domande del cronista, ha commentato la posizione di M5S e Pd sul tema della difesa e del riarmo europeo. «Dei 5 Stelle non mi sorprende nulla: ho sempre pensato il peggio. Giuseppe Conte, da premier, ha firmato l’aumento delle spese militari; ora si scopre pacifista con toni da estrema sinistra. È lo stesso che ha sprecato centinaia di miliardi in Superbonus e Reddito di Cittadinanza. Mi stupisce che il Pd si faccia trascinare in piazza. Conte, come un pifferaio magico, li porta a seguirlo su una linea che li rende incompatibili con il governo del Paese. Immagino – ha concluso Ciriani – l’imbarazzo di molti dirigenti».